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Verso nuovi orizzonti

di Sara Mamone
  I premi della giuria
Data di pubblicazione su web 22/09/2015  

Questa edizione del festival di Venezia, non del tutto luminosa nonostante la presenza di grandi nomi della cinematografia (da Sokurov a Bellocchio, da Skolimowski a Gitai, a Egoyan) segna alcune linee di tendenza che non vanno sottovalutate e che promettono un futuro meno tecnologico e più drammaturgico. Spazzata via l’onda estremo-orientale degli scorsi anni il gusto dei selezionatori si è orientato verso una cinematografia più attenta al racconto, individuando a ragione nel nuovo fiorire di quella sudamericana la nuova frontiera. E infatti proprio da lì sono venuti i film trionfatori (anche se la giuria presieduta con forse troppa autorevolezza dall’Oscar messicano Alfonso Cuaròn può essere incorsa in qualche eccesso di patriottismo continentale): l’opera prima del venezuelano Lorenzo Vigas (Leone d’oro con Desde allà), la regia del giovane argentino Pablo Trapero (El clan, Leone d’argento, fino all’ultimo in corsa per quello d’oro) e anche il vincitore del Premio speciale della Giuria Orizzonti, Boi Neon del brasiliano Gabriel Mascaro.

La rinascita del cinema sud americano era già stata indicata almeno nella scorsa competizione di Berlino che aveva premiato a vario titolo El Club di Pablo Larraín (Orso d’argento e già presente a Venezia nel 2010 con Post Mortem), Ixcanul del guatemalteco Jayro Bustamante, El botón de nácar del cileno Patricio Guzmán e 600 Millas del messicano Gabriel Ripstein. Ben lontano dagli effetti speciali (anche quando il mezzo è padroneggiato con assoluta maestria) questo cinema molto deve alla freschezza degli autori (anche se Guzman è ultrasettantenne) che non sono in cerca di idee ma hanno molte idee a cui dare veste filmica e al ritorno alla grande della generazione matura degli attori di estrazione teatrale: il formidabile Alfredo Castro (protagonista del Leone d’oro e attore feticcio di quello che è forse il più intrigante regista di questi anni, Pablo Larraín) e il viperino Guillermo Francella. La solida formazione teatrale ha sostenuto anche le produzioni d’Oltralpe con Catherine Frot e Fabrice Luchini determinanti nel dare emozione e spessore a due film ben costruiti quali Marguerite e L’hermine.

Ma il protagonista incontrastato dell’edizione è stato il ritorno del “vero”: sia nella forma congenita del documentario (Behemoth, così incredibile come solo la realtà può permettersi di essere), sia nella ricerca attraverso l’indagine storica. Dai “quasi documentari” Francofonia di Sokurov e Rabin di Gitai, alla storia dei bambini soldato di Fukunaga, Beasts of no Nation, alla particolarissima autobiografia di Laurie Anderson, Heart of dog). Anche temi più scottanti, quali quello attualissimo dell’identità sessuale, sono trattati attraverso il velo del racconto biografico (The Danish Girl, di Tom Hooper che racconta la storia drammatica di Einar Wegener, il primo transgender certificato della storia moderna). La testimonianza non di una mancanza di energia creativa quanto di una rinnovata esigenza di concretezza. Arrivederci al prossimo anno.

 

Questo l’elenco dei premi assegnati:



Leone d’Oro miglior film

Desde Allá (From Afar)

di Lorenzo Vigas

 

Leone d’Argento miglior regia

El Clan

di Pablo Trapero

 

Gran Premio della Giuria

Anomalisa

di Charlie Kaufman e Duke Johnson

 

Coppa Volpi migliore attore

Fabrice Luchini per L’hermine

di Christian Vincent

 

Coppa Volpi migliore attrice

Valeria Golino per Per amor vostro

di Giuseppe Gaudino

 

Premio Marcello Mastroianni miglior attore emergente

Abraham Attah per Beasts of No Nation

di Cary Fukunaga

 

Premio per la miglior sceneggiatura

Christian Vincent per L’hermine

 

Premio Speciale della Giuria

Abluka

di Emin Alper

 

Leone del Futuro, Premio Luigi De Laurentiis per un’opera prima

The Childhood of a Leader

di Brady Corbett

 

Premio Orizzonti per il miglior film

Free In Deed

di Jake Mahaffy

 

Premio Orizzonti miglior regia

The Childhood of a Leader

di Brady Corbett

 

Premio Speciale della giuria Orizzonti

Boi Neon

di Gabriel Mascaro

 

Premio Speciale Orizzonti per il migliore attore

Dominque Leborne per Tempête

di Samuel Collardey

 

Premio Orizzonti miglior cortometraggio

Belladonna

di Dubravka Turic

 

Premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema

The 1000 Eyes of Dr. Maddin

di Yves Montmayeur

 

Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato sul cinema

Salò o le 120 giornate di Sodoma

di Pier Paolo Pasolini 





Il Leone d'argento 
Pablo Trapero
 
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