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Presente, futuro e passato

di Benedetta Colasanti
  Segnale d’allarme. La mia battaglia VR
Data di pubblicazione su web 21/09/2020  

Nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella (Firenze) va in scena Segnale d’allarme. La mia battaglia VR, uno spettacolo di realtà virtuale diretto da Elio Germano e Omar Rashid, tratto dall’omonima pièce teatrale scritta dall’attore italiano insieme a Chiara Lagani e girato in 3D da Rashid.

Lo spettacolo è metafora di una battaglia universale e irrisolta che coinvolge il passato, ha ripercussioni sulla storia contemporanea e addirittura sembra influenzare il futuro. Se vincere la battaglia è impossibile, si può sopravvivere acquisendo consapevolezza. Parlare della drammaturgia significherebbe svelare troppo: la messinscena è studiata nel dettaglio al fine di sconvolgere, provocare o plagiare colui che guarda, conducendolo con la mente laddove non crederebbe mai di poter arrivare. Il pubblico è così stimolato alla riflessione, alla partecipazione, addirittura alla reazione.

L’udienza sembra fidarsi di Germano: paga volentieri il biglietto per vederlo a teatro, è disposta ad ascoltare quello che ha da dire, ad annuire con approvazione mentre egli passeggia tra le poltrone. Ma siamo lontani da un Leopardi, da un Ligabue, dal malato mentale o dal padre di famiglia di una periferica realtà romana, per citare alcune note pellicole che hanno visto l’attore romano protagonista sul grande schermo (rispettivamente Il giovane favoloso di Mario Martone, 2014, Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti, 2020, Come Dio comanda di Gabriele Salvatores, 2008, Favolacce dei fratelli D’Innocenzo, 2020). Si parla bensì di un uomo in carne e ossa, pronto a dire la sua in tema di politica, economia, immigrazione e patriottismo, a criticare fortemente ciò che non va nella società odierna e a proporre giudizi e soluzioni più o meno ragionevoli. Tra gli argomenti trattati le nuove tecnologie e i social, nuovi contesti di propaganda politica: l’elettore medio, vittima della progressiva deprivazione culturale, voterà in base a obsolete prese di posizione (sinistra o destra) o in base ai like.

Un momento dello spettacolo

Da non dimenticare la modalità di fruizione: la realtà virtuale è una scelta apparentemente discutibile poiché in contrapposizione con il concetto di spettacolo dal vivo. Dopo aver indossato cuffie e visore, il singolo viene trasportato in uno spazio altro: non si trova più nel chiostro ma in un teatro al chiuso; le persone accanto a lui sono diverse da quelle che vedeva pochi istanti prima. Nella propria mente confonde l’odore dell’erba con quello del legno del teatro eppure sa di non essere lì, sa che in quel contesto non ha “voce”, sa di essere invisibile. Al contrario di quanto accade in rete, dove si è schiavi di immagini e vittime di fake news, il fruitore diventa consapevole dell’artificio e si spaventa. Nell’impossibilità di trovare complicità con il mondo esterno, dal quale è stato isolato, rimane solo con sé stesso a riflettere sui propri pensieri, giudizi e rancori.  

L'incontro con Elio Germano, Chiara Lagani e Omar Rashid

Alla visione in 3D segue un incontro dal vivo con i tre artisti: esperienza necessaria per condividere un comune senso di colpa, di inettitudine. Si rivelano l’idea iniziale, i meccanismi drammaturgici e di regia, i motivi della scelta della realtà virtuale. Tutto torna a essere chiaro dopo un finale di spettacolo che già svelava, rassicurando o turbando, gli arcani dell’intera messinscena. «Non mi ha mai soddisfatto il modo in cui fino a ora è stato raccontato»: così Germano, che reinterpreta il testo Mein Kampf, attualizzando e spogliando il nazismo della veste di mero orrorifico emblema. Non si danno risposte ma si invita a porsi domande, ad assumere un atteggiamento critico e mai passivo.



Segnale d’allarme. La mia battaglia VR
cast cast & credits
 


Un momento dello spettacolo visto al Teatro della Pergola di Firenze il 30 gennaio 2020 © Noemi Ardesi

Un momento dello spettacolo 
© Enrico de Luigi



 
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