Nelllimportante sede espositiva del Museo delle Cappelle Medicee di Firenze è in corso una mostra dedicata alla celebrazione della figura di Enrico IV re di Francia e Navarra, sposo di Maria de Medici, assassinato a Parigi il 14 maggio 1610; fulcro centrale i diciannove quadri che adornarono la chiesa di San Lorenzo, sede dellomaggio del Granduca alla memoria dellestinto.
Remigio Cantagallina, Assedio di Parigi, 1610, tempera su tela,
Firenze, Depositi delle Gallerie
La mostra si inserisce ormai in una ben consolidata tradizione che fa delle Cappelle Medicee, prezioso mausoleo della famiglia fiorentina, la sede appropriata per mostre che sono di volta in volta occasione per riflettere sul rapporto tra arte, potere politico, magnificenza e “teatro della morte”: così nel 1999 si è dato corso a La morte e la gloria. Apparati funebri medicei per Filippo II di Spagna e Margherita dAustria; nel 2008 è stata la volta di unesposizione e uno studio su Giangastone de Medici e lanno scorso è toccato a Ferdinando I. Mostre che sono servite a raggruppare studi specifici sullargomento e ad offrire, attraverso corposi e importanti cataloghi (nel caso della mostra in questione sicuramente superiore, quanto a ricchezza, accuratezza ed esaustività, alla mostra medesima), un compendio informativo qualitativamente di alto livello.
Domenico Frilli Croci, Battaglia d'Ivry, 1610, tempera su tela,
Firenze, Depositi delle Gallerie
In mostra negli ampi spazi delle Cappelle Medicee i grandi quadri che Cosimo II, succeduto da poco al padre Ferdinando I, commissionò per le onoranze funebri che si svolsero a San Lorenzo il 15 settembre 1610. Le grandiose celebrazioni tributate alla memoria del monarca, come la critica recente ha ampiamente dimostrato, non solo avevano lo scopo di testimoniare lo stretto legame tra Firenze e Parigi, ma avevano, soprattutto, lobiettivo di sottolineare la legittimità della reggenza di Maria de Medici, in vista della successione al trono di Francia di Luigi XIII. Secondo lormai storico modello delle esequie di Michelangelo, nel 1564, o di Filippo II nel 1598, i cerimonieri di corte organizzarono un “percorso” di immagini, una serie di 26 quadri che dovevano snodarsi dalla controfacciata lungo tutte le pareti della basilica, volto a celebrare le gesta del re di Francia e ad animare nei commossi spettatori del tempo il sentimento di ineluttabile destino, quasi divino, che aveva aleggiato sulla figura di Enrico IV.
Francesco Mati, Enrico IV entra pacificamente a Parigi, 1610, tempera su tela, Firenze, Depositi delle Gallerie
Ecco quindi, il “cristianissimo re di Francia e di Navarra” allassedio di Parigi, nel celebre monocromo di Remigio Cantagallina o lentrata a Chartres in quello di Giovanni Nigetti. Ludovico Buti firmò il quadro che rievoca la conversione di Enrico IV, premessa al pieno appoggio alla politica del re da parte di gerarchie ecclesiastiche e ampi strati di popolazione; fino allentrata a Parigi (Enrico IV entra pacificamente a Parigi di Francesco Mati). Nel mezzo, le grandi tele che raccontano le vittorie militari del re a Fontaine – Française, la resa delle città di Meaux, Orléans, Lione ed Aix, lassedio di Amiens, fino al quadro della pacificazione, che lo vede assiso insieme alla consorte, Maria de Medici, intento a provvedere alla riorganizzazione dello stato e al ristabilimento della religione cattolica.
Pompeo Caccini, Enrico IV e Maria de' Medici provvedono alla
riorganizzazione dello Stato e al ristabilimento della religione cattolica, 1610,
tempera su tela, Firenze, Collezione Credito Cooperativo
Restano importanti da un lato le acquaforti di artisti della cerchia di Giulio Parigi, raffiguranti le pareti della Chiesa di San Lorenzo parata a lutto e il catafalco e dallaltro i dipinti che tendono a contestualizzare il ciclo pittorico funebre nella vita di corte del periodo e nella storia: ecco le medaglie che riportano i volti dei granduchi fiorentini, i ritratti di Maria de Medici di Frans Pourbus il Giovane (1606) e di Enrico IV di François Quesnel (1613), lo Sbarco di Maria deMedici a Marsiglia di Pieter Paul Rubens (1623), le incisioni di Jacques Callot sul matrimonio per procura dei due regnanti, fino al frontespizio della Descrizione delle felicissime nozze della Cristianissima Maestà di Madama Maria Medici Regina di Francia e di Navarra di Michelangelo Buonarroti il Giovane.
Frutto di una sinergia completa tra musei e istituzioni fiorentine e francesi, la mostra ha avuto, nella scorsa primavera, un precedente passaggio, più ricco dal punto di vista di opere esposte di quello fiorentino, al Musée national du Château di Pau, città natale del re di Navarra.
Il prezioso catalogo raccoglie i saggi dei maggiori studiosi di spettacolo, arte figurativa e storia del settore, come Cristina Acidini, curatrice della mostra insieme alla direttrice delle Cappelle Monica Bietti, Sara Mamone, Paul Mironneau, Jean Pierre Babelon, Anna Maria Testaverde e Nicoletta Baldini, fra gli altri.
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