Lettere a Sallustio
Sono per la prima volta in concorso a Venezia Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con il nuovo film Iddu (Sicilian
Letters), da loro scritto e diretto. È il terzo capitolo della trilogia
siciliana iniziata nel 2013 con Salvo
– che alla 66° edizione del Festival di Cannes ha ottenuto il Gran Premio della
Giuria e il Premio Rivelazione – e continuata con Sicilian Ghost Story, presentato in apertura della Settimana
Internazionale della Critica nel 2017. In linea con le precedenti opere, anche Iddu si ispira a fatti di cronaca
mafiosa. Grassadonia e Piazza riprendono le poche ma intense lettere che il già
latitante Matteo Messina Denaro si
scambia nel 2004 con l'ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, ingaggiato dalla polizia in un'operazione che
aveva come obiettivo la cattura del boss.
Dopo sei anni di carcere Catello Palumbo (Toni Servillo) torna in libertà. Ad
accoglierlo fuori dalla prigione c'è Pino Tumino (Giuseppe Tantillo), ingenuo e affettuoso novello genero. A casa non
lo aspettano grandi celebrazioni; anzi, la moglie Elvira (Betti Pedrazzi) non perde tempo per rinfrescargli la memoria di
tutti i debiti in corso a causa dei suoi passati affari. Catello durante la sua
carriera di sindaco, assessore e poi preside aveva avuto amicizie influenti che
gli avevano permesso di erigere un enorme hotel, rimasto al momento nello stato
di rudere.
Nonostante l'invito della moglie a godersi la pensione e il nipotino in arrivo, Catello non si arrende e torna a prendere parte alla vita sociale del paese. Nella speranza di ritrovare le stesse amicizie, partecipa al funerale di Francesco Messina Denaro, suo intimo amico e del cui figlio, Matteo, Catello è il padrino. All'uscita viene sequestrato da tre agenti di polizia capeggiati dal tenente Schiavon (Fausto Russo Alesi) che gli offrono di collaborare in un'operazione di cattura del figlio del boss di cui ormai si sono già perse le tracce. Palumbo è omertoso ma opportunista e quando intuisce la possibilità di terminare la struttura alberghiera grazie al facoltoso aiuto di Matteo, accetta di fare l'infiltrato. Inizia così uno scambio epistolare tramite “pizzini” scritti a macchina della lunghezza di un solo foglio, nascosti nei generi alimentari più disparati e trasmessi al capo mafioso dalla sua segretaria (Barbora Bobulova), dopo aver fatto la spesa nel solito supermercato. Matteo (Elio Germano) si commuove profondamente nel leggere le lettere di Catello, che adotta il soprannome del consigliere romano Sallustio, ricordandogli il calore di un padre ormai perso e la compagnia di un essere umano, dallo stato di isolamento in cui vive. Spinto dalla fame di giustizia della giovane poliziotta Rita (Daniela Mancuso), Catello si presta a compiere una mossa troppo azzardata che manderà all'aria l'operazione, rischiando conseguenze fatali.
Il capitolo conclusivo della trilogia siciliana adotta un genere ancora diverso dai primi due: Salvo ha infatti un'impostazione noir e western, mentre Sicilian Ghost Story adotta una dimensione favolistica. Punto di contatto tra i due generi è la presenza di elementi magici ad arricchire la trama. Per Iddu si vira sul genere comico “epistolare” dove il soprannaturale sparisce, riassorbito nell'unico dettaglio del “pupo”: reliquia antichissima raffigurante la statuetta di un putto, probabilmente di origine greca. Un particolare che sembra uscito da La Chimera di Alice Rohrwacher, aprendo (appena) la porta su un mondo di bellezza perduta, a cui non è possibile fare ritorno. Allo stesso modo Matteo, rimasto orfano, si sente perso e sogna di ritrovare una guida. Con la segretaria condivide una fede disillusa nella religione cristiana delle Ecclesiaste di cui cita i versi a memoria e riempie le solitarie giornate leggendo classici greci e romani. Il resto della storia è ben ancorato alla realtà dei fatti realmente avvenuti, smorzati intelligentemente dalla costruzione macchiettistica e comica del personaggio di Catello fatta da Servillo. Sarebbe stato altrimenti difficile digerire la figura del reale Vaccarino, oltreché sviluppare nei suoi confronti un buon grado di empatia, invece piacevolmente ottenuto.
Dall'isolamento il personaggio di Matteo pecca forse di una scrittura superficiale che limita di conseguenza la bravura di Germano facendolo risultare sprecato per un ruolo così monocorde e di poca azione. Parimenti carente di sfumature è il personaggio del bravo Russo Alesi che quasi lo si dimentica per il poco tempo passato su schermo e per il trucco troppo marcato. Da segnalare i perfetti tempi comici di Betti Pedrazzi nel ruolo della moglie che, forte di alcuni dei dialoghi più brillanti di tutto il film, ha animato la platea di inaspettate risate, realizzando in incipit una captatio benevolentiae necessaria.
Iddu è esempio di una grande creatività
in materia di sceneggiatura che Grassadonia e Piazza hanno già dimostrato di
avere. L'ultimo capitolo è assolutamente godibile sebbene non riesca a
declinare con la stessa delicatezza e tenerezza il tema dell'amore, qui
filiale, di cui gli sceneggiatori hanno intriso la trama. Decisamente più
riuscite risultano le tensioni emotive dei precedenti capitoli, che in Iddu perdono particolare forza nella
parte centrale, eclissandosi dietro l'imponente Servillo.
Iddu
Cast & credits
Titolo
Iddu |
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Origine
Italia, Francia |
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Anno
2024 |
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Durata
122 min. |
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Data rappresentazione
5, 6 settembre 2024 |
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Città rappresentazione
Venezia |
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Luogo rappresentazione
Sala Grande |
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Prima rappresentazione
5 settembre 2024 |
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Colore | |
Regia
Fabio Grassadonia, Antonio Piazza |
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Interpreti
Toni Servillo Elio Germano Daniela Marra Barbora Bobulova Giuseppe Tantillo Fausto Russo Alesi Antonia Truppo Tommaso Ragno Betti Pedrazzi Filippo Luna Rosario Palazzolo Roberto De Francesco Vincenzo Ferrera Maurizio Marchetti Gianluca Zaccaria Lucio Patanč |
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Produzione
Indigo Film (Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri) con Rai Cinema, Les Films du Losange (Alexis Dantec) |
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Distribuzione
Distribuzione internazionale: Les Films Du Losange – Raphaëlle Quinet ; distribuzione Italia: Luigi Lonigro - 01 Distribution |
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Scenografia
Gaspare De Pascali |
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Costumi
Andrea Cavalletto |
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Sceneggiatura
Fabio Grassadonia, Antonio Piazza |
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Montaggio
Paola Freddi |
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Fotografia
Luca Bigazzi |
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Effetti speciali
Pasquale Di Viccaro |
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Suono
Stefano Campus, Mirko Perri, Giulio Previ |
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Musiche
Colapesce |
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Lingue disponibili
Italiano, dialetto siciliano |