La Versiliana 45 nel mondo della danza contemporanea
Tra concerti, incontri, prosa e danza, si è conclusa la 45a edizione de La Versiliana, il festival estivo versiliese articolato tra il noto Teatro all'aperto e il Giardino Barsanti nei pressi del Chiostro di Sant'Agostino di Pietrasanta; quest'ultimo – luogo sempre più spesso adibito all'arte figurativa e performativa – si presta come perfetta cornice per la sezione festivaliera dedicata al teatro contemporaneo e di ricerca.
Il
27 giugno, presso il Teatro all'aperto, è andato in scena in prima nazionale un
lavoro bipartito a cura del Balletto di Milano; si tratta di Aria Tango
e Bolero, due coreografie rispettivamente di Micha van Hoecke e di
Adriana Mortelliti. Il
primo titolo, ripreso da Miki Matsuse, moglie ed erede del
regista e coreografo, è un lavoro dal carattere ibrido che ben racconta la
caleidoscopica personalità di van Hoecke, in bilico tra culture e stili performativi anche distanti tra
loro che era solito mescidare in scena. Ideata in onore della sorella gemella Marina
van Heocke (scomparsa nel 2010) e sulle musiche di Luis Bacalov, la
coreografia riprende la tradizione tanghera e tzigana fondendola con elementi
ispirati al cabaret e al circo nonché alla danza classica e moderna.
Dopo aver incontrato Maurice Béjart e Roland Petit e aver diretto la famosa scuola Mudra di Bruxelles, sua città natale, Micha van Hoecke si lega indissolubilmente all'Italia, in particolare a Castiglioncello e al festival omonimo presso il Castello Pasquini. È qui che si forma il suo famoso ensemble, più volte riunito grazie alla direttrice artistica di Versiliadanza, Angela Torriani Evangelisti, che di Micha fu assistente e collaboratrice. Si ricordi a tal proposito C'est moi peut-être, serata organizzata al Teatro Cantiere Florida di Firenze per i trent'anni della compagnia (1993-2023) e occasione per omaggiare proprio van Hoecke, scomparso nel 2021. All'evento hanno infatti preso parte alcuni danzatori dell'ensemble e la giornalista a critica Carmela Piccione, autrice del volume Micha van Hoecke (Palermo, Ila Palma, 2007) che ripercorre la vita e la carriera dell'artista mettendo insieme documenti, interviste e un ricco apparato iconografico. Nel corso della stessa serata è stato presentato anche il balletto Prochain Arrêt, successivamente ampliato e portato sul palco de La Versiliana (2023) da Angela Torriani Evangelisti e da altri membri dell'ensemble: Sonia Bertin, Michela Caccavale, Luisa Guicciardini, Ilaria Landi, Francesca Malacarne, Alessandro Pucci e Raffaele Sicignano.
Anche
il Balletto di Milano omaggia con rigore e umiltà il maestro e la sua arte; van
Hoecke, senza prescindere dai pilastri della tecnica e della storia della
danza, è stato capace di far incontrare il prodotto artistico d'autore con i gusti e le aspettative
di un pubblico vasto. Anche il Bolero (Maurice Ravel)
coreografato da Martelliti si presenta piacevole e ben strutturato,
configurandosi come una via di mezzo tra la versione astratta di Béjart e
quella più rappresentativa di Petit. Il balletto regge, tuttavia, a fatica il
confronto con altri celebri Bolero; si pensi soprattutto a quello
firmato da Béjart, reso recentemente mainstream da Roberto Bolle
con il suo breve (e debole, se confrontato con la prova di Jorge Donn)
intervento televisivo durante l'ultima edizione del Festival di Sanremo.
Sfruttando uno spazio vasto e una scena
singolare illuminata con destrezza, il coreografo francese ha il merito di aver
realizzato una versione “visiva” della musica di Ravel, affidando al danzatore
principale sia la melodia – attraverso l'azione delle braccia – sia il ritmo –
con il movimento di piedi e gambe – e rappresentando il crescendo
dell'orchestra con la progressiva entrata in scena del corpo di ballo. Una
danza, il Bolero di Béjart, che non aspira a esprimere concetti né
tantomeno drammaturgie ma che si affida al virtuosismo e all'espressività dei
danzatori, specie del protagonista, al
fine di suscitare forti emozioni, un po' alla maniera delle antiche e mitiche
danze delle baccanti. Se il capolavoro di Béjart non può che tornare alla mente
già alle primissime note di Bolero, è da apprezzare comunque il
contributo del Balletto di Milano, che pur aprendosi alla contemporaneità tende
lo sguardo all'indietro dichiarando (e omaggiandoli senza remore) i propri punti di riferimento.
Un momento dello spettacolo visto a
Rispetto
al Teatro all'aperto, La Versiliana propone al Giardino Barsanti lavori diversi
nello stile e nei contenuti. È qui che è andato in scena, martedì 30 luglio
2024, Humanity di Leonardo Diana, prodotto da Versiliadanza che,
ancora una volta, si dimostra versatile e coraggiosa nell'offrire
all'attenzione degli spettatori opere performative eterogenee. La coreografia
prende le mosse da Coding Dance dello stesso coreografo,
presentata lo scorso anno al Teatro Cantiere Florida. Se quest'ultimo lavoro si avvaleva
della presenza di otto danzatori, Humanity si fa più intimo includendo,
oltre allo stesso Diana, anche Valentina Sechi e Luca Tomao. Con
una narrazione tripartita, basata su una notevole ricerca sul movimento ma
anche su un sapientissimo gioco di luci e ombre, la performance è in
grado di trasportare lo spettatore in un mondo solo apparentemente altro, in un
universo tecnologico e omologato costruito sui numeri in cui l'uomo rischia di
essere prima de-umanizzato e poi inghiottito, fino a dissolversi nel buio
dilagante dell'austera ed essenziale scenografia.
Un momento dello spettacolo visto a
Senza nulla togliere agli aspetti puramente estetici nonché ai momenti fortemente emotivi (specie nella seconda parte), l'elemento vincente di Humanity è forse la mera coreografia, magistralmente costruita sulla successione di Fibonacci. Il codice matematico diventa il simbolo della convenzione, l'algoritmo il sostituto delle relazioni sociali; centrale dunque – un po' come in molti lavori contemporanei, alcuni dei quali presentati alla Biennale Danza di Venezia – il rapporto tra uomo e tecnologia. Insieme a Diana, Sechi e Tomao vestono perfettamente i panni della denuncia; del resto, già in altre occasioni hanno dato prova di riuscire a fondere la danza contemporanea con una drammaturgia fondata su questioni attuali. Si ricordino a tal proposito Wonder-Land di Sechi e con Tomao, e Intersezioni – Dibattito DeGenere, della stessa autrice, in scena insieme ad Alberto Gatti.
Crocevia delle tendenze più moderne, La Versiliana si fa forte dell'intreccio di relazioni nel mondo e nella storia della danza. Al chiaro di luna del Teatro all'aperto o circondati, a Pietrasanta, da arte antica e contemporanea, risuonano le esperienze e gli insegnamenti dei maestri. Béjart, Petit, van Hoecke sono «una presenza luminosissima», come si è espresso a suo tempo quest'ultimo su Jorge Donn (C. Piccione, Micha van Hoecke, Palermo, Ila Palma, 2007, p. 22), sulle cui tracce – ognuno a proprio modo – proseguono il viaggio gli artisti del presente e del futuro.
Cast & credits - Aria Tango
Titolo
La Versiliana 45 nel mondo della danza contemporanea |
|
Sotto titolo
Aria Tango |
|
Interpreti
Mattia Imperatore Alessandro Orlando Annarita Maestri Giusy Villarà Amanda Hall Alessia Sasso Anatole Blaineau Leo Rech Gianmarco Damiani Jack Farren Sinthya Pezzoli Anthea Van der Ham Sofia Gironi Kevin Alsina |
|
Produzione
Balletto di Milano, Versiliana Festival |
|
Coreografia
Micha van Hoecke, ripresa da Miki Matsuse |
|
Musiche
Luis Bacalov |
Cast & credits - Bolero
Titolo
La Versiliana 45 nel mondo della danza contemporanea |
|
Sotto titolo
Bolero |
|
Interpreti
Mattia Imperatore Alessandro Orlando Annarita Maestri Giusy Villarà Amanda Hall Alessia Sasso Anatole Blaineau Leo Rech Gianmarco Damiani Jack Farren Sinthya Pezzoli Anthea Van der Ham Sofia Gironi Kevin Alsina |
|
Produzione
Balletto di Milano |
|
Coreografia
Adriana Mortelliti |
|
Musiche
Maurice Ravel |
Cast & credits - Humanity
Titolo
La Versiliana 45 nel mondo della danza contemporanea |
|
Sotto titolo
Humanity |
|
Interpreti
Mattia Imperatore Alessandro Orlando Annarita Maestri Giusy Villarà Amanda Hall Alessia Sasso Anatole Blaineau Leo Rech Gianmarco Damiani Jack Farren Sinthya Pezzoli Anthea Van der Ham Sofia Gironi Kevin Alsina |
|
Produzione
Versiliadanza |
|
Coreografia
Leonardo Diana |