Nel Debatte, con cui si apre questo numero
di «Theaterheute»,
sono sollevate nodose questioni legate agli effetti del cosiddetto secondo lockdown e che riguardano soprattutto le
ricadute economiche e la precarietà dei progetti artistici dei teatri tedeschi.
In merito espongono il disagio culturale e organizzativo autorevoli
rappresentanti della scena tedesca: Sonja
Anders (Staatstheater di Hannover), Andreas
Beck (Residenztheater di Monaco), Joachim
Beck e Joachim Lux (Thalia
Theater di Amburgo), Joachim Klement
(Staatsschauspiel di Dresda), Carena
Schlewitt (Europäisches Zentrum der Künste di Hellerau), Thomas Ostermeier (Schaubühne di
Berlino), Dagmar Schlingmann (Staatstheater
di Braunschweig), Markus Müller
(Staatstheater di Magonza), Ulrich Khuon
(Deutsches Theater di Berlino), Matthias
Pees (Künsterhaus Mousinturm di Francoforte), Karin Beier (Deutsches Schauspielhaus di Amburgo), Enrico Lübbe (Schauspiel di Lipsia), Amelie Deuflhard (Kampnagel di
Amburgo).
La sezione Aufführungen, in cui sono raccolte le
recensioni degli spettacoli principali recentemente prodotti in area tedesca,
si apre con Zdenek Adamec di Peter Handke. Si tratta di una sorta di
omaggio al diciottenne che nel marzo 2003 si è cosparso di benzina e poi si è
dato alle fiamme nella praghese piazza Venceslao. Lallestimento del Deutsches
Theater di Berlino si avvale della regia di Jossi Wieler e di una qualificata compagnia formata da Marcel Kohler, Linn Reusse, Lorena
Handschin, Felix Goeser, Regine Zimmermann e Bernd Moss.
Und sicher ist mit mir die Welt verschwunden è il titolo
della novità di Sibylle Berg
rappresentata da Sebastian Nübling
al Maxim Gorki Theater: la denuncia della trasformazione dellindividuo in
consumatore propria del capitalismo è sviluppata da una serie di storie
contemporanee raccontate da quattro donne (Katja
Riemann, Svenja Liesau, Vidina Popov e Anastasia Gubareva). Ci si trasferisce al Thalia Theater di Amburgo
per dare notizia di due produzioni di rilievo. Stefan Pucher firma la regia dello shakespeariano Maß für Maß, testo adattato da Thomas Melle alla nostra
contemporaneità con linserimento di molti richiami al Covid-19: tra gli
interpreti principali spiccano Jirka
Zette, Lisa Hagmeister, Lisa-Maria
Sommerfeld, Johannes Hegemann. Network è il titolo dello spettacolo
ricavato dallomonimo film di Sidney
Lumet del 1975 (la drammaturgia è di Lee
Hall): trasferito in scena da Jan
Bosse, attualizza, con comicità e umorismo, la denuncia satirica
dellinconsistenza comunicativa dei mass-media.
Il tema della
rivolta attraversa le proposte del Residenztheater di Monaco, a partire dalla
messinscena di Dantons Tod di Georg Büchner da parte di Sebastian Baumgarten che trasforma i
protagonisti ribelli in uomini doggi smarriti e dai tratti simili a zombies isolati nelle stanze di un
bordello. Di pregio la prova attoriale di Florian
von Manteuffel, Nicola Kirsch, Liliane Amnat, Christoph Franken e Max
Mayer. Ricavato dallomonimo romanzo Einer
gegen alle di Oskar Maria Graf
per mano del regista Alexander Eisenach,
il dramma presentato in prima assoluta intreccia la narrazione crudele di
frammenti di vita durante il primo conflitto mondiale per poi denunciare il
ricorso alla guerra come soluzione di imbarbarimento di una società. Elias Eilinghoff, Christian Erdt e Vincent
Glander hanno recitato con toni crudi, a tratti esasperati. Infine cè Der Preis des Menschen di Thiemo Strutzenberger che trae linfa dai
sogni rivoluzionari vissuti ad Haiti nel 1804-1806 integrati da citazioni
ricavate da Die Geheimnisse von Lissabon
di Camilo Castelo Branco. Juliane Köhler, Barbara Horvath e Michael Wächter ne sono stati i
principali, applauditi interpreti.
Aufführungen si conclude a Vienna. Il palcoscenico
dellAkademietheater ha ospitato la messinscena di Der Leichenverbrenner di Franzobel,
tratto dallomonima novella di Ladislav
Fucks. Ne è protagonista un tranquillo impiegato del crematorio di Praga
poi stravolto nella sua solida identità dalloccupazione nazista. Firma la
regia Nikolaus Habjan che si avvale
di un gruppo di bravi attori, alcuni dei quali indossano maschere lugubri, tra
i quali Michael Maertens e Dorothee Hartinger.
Al Burgtheater Itay Tiran si è confrontato con Mein Kampf, capolavoro di George Tabori ambientato a Vienna
allinizio del Novecento dove si incontrano uno squattrinato libraio europeo
che sogna di scrivere un romanzo sul senso della vita e il giovane Hitler
giunto nella capitale per sostenere lesame di ammissione allAccademia delle
Belle Arti. Al successo dellallestimento ha contribuito Marcel Heapermans nella difficile parte del futuro Führer. Nello stesso teatro Barbara Frey ha realizzato la
messinscena di Automatenbüffet,
commedia scritta dalla viennese Anna Gmeyner
nel 1932 poco prima della fuga per evitare la persecuzione nazista. Tra i tanti
interpreti si segnalano Katharina Lorenz,
Robert Reinagl, Daniel Jesch, Maria Happel.
In Szene Corona si leggono i punti salienti
di una tavola rotonda organizzata da «Theaterheute» cui hanno partecipato Lina Beckmann, Charly Hübner, attori dello Schauspielhaus di Amburgo. Vi si discutono
gli effetti del Coronavirus sulla recitazione e sulla drammaturgia scenica
considerato, per esempio, lobbligo di mantenere un metro e mezzo di distanza
sul palcoscenico.
Il testo del
mese è Mutter Vater Land di Akin Emanuel Şipal, che si legge in
versione integrale nella sezione Das
Stück. Nellintervista, lautore classe 1991 spiega il suo percorso
formativo, i rapporti con il Nationaltheater di Mannheim e lo Stadttheater di
Brema, per poi approfondire contenuti e caratteristiche dellopera in
questione.
Le pagine di Bücher
sono dedicate alle recensioni di alcune novità editoriali legate allo
spettacolo: C. Schlingensief, Kein
falsches Wort jetzt. Gespräche, a cura di A. Laberenz, Köln, Kiepenheuer
& Witsch, 2020; Der fremde Blick.
Roberto Ciulli und das Theater an der Ruhr, a cura di A. Wewerka e J.
Tinius, Berlin, Alexander, 2020; C. Nußbaumeder,
Die Unverhofften, Berlin, Edition Suhkamp,
2020; A. Akhtar, Homeland Elegien, Berlin,
Claassen, 2020; P.W. Marx, Macht| Spiele.
Politisches Theater seit 1919, Berlin, Alexander, 2020; L. Schiel, Sex als Performance.
Theaterwissenschaftliche Perspektiven auf die Inszenierung des Obszönen, Bielefeld,
Transcript, 2020; H. Müller, Der
amerikanische Leviathan, a cura di F.M. Raddatz, Berlin, Suhrkamp, 2020.
di Massimo Bertoldi
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