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«Bulletin of Spanish Visual Studies», vol. III, n. 2, September 2019
Teatralidad y performatividad de las artes: el contexto hispánico en la Europa de los siglos XVI-XVIII

A cura di Carmen González-Román, Hilary Macartney

London, Routledge, 2019, 339 pp.
ISSN 2472-1604

Si intitola Teatralidad y performatividad de las artes: el contexto hispánico en la Europa de los siglos XVI-XVIII il numero monografico di «Bulletin of Spanish Visual Studies» curato da Carmen González-Román e Hilary Macartney e dedicato alla ricerca nel campo degli studi visivi nei contesti spagnolo, portoghese e latino-americano.  

Il volume, articolato in tre sezioni, è l’esito del recente studio effettuato da un gruppo internazionale di ricercatori nell’ambito del progetto I + D ART-ES (Apropriaciones e hibridaciones entre las artes plástica y las artes escénica en la Edad Moderna) e del Seminario internazionale Teatralidad y performatividad de las artes en la Edad Moderna tenutosi presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Malaga tra 12 e 13 dicembre 2016. Temi di indagine l’ibridazione delle arti, lo spazio urbano e la corte, l’animazione digitale e le ricostruzioni virtuali dello spettacolo.

Nella prima sezione (Hibridación de las artes), Hilary Macartney parte dagli Annals of the Artists of Spain (1848) di Sir William Stirling Maxwell per poi concentrarsi sulle descrizioni di cerimonie e festività cortigiane, in particolare sul ruolo degli artisti nella Spagna dell’Età dell’oro. Sáncez López si occupa dello spazio sacro della Palermo barocca durante la dominazione spagnola, studiando l’attività teatrale di Giacomo Serpotta, artista capace di coniugare le esigenze della committenza con il proprio gusto artistico. I “teatrini” prospettici di Serpotta si ponevano «al servicio de las estrategias misioneras que pretendían la conversión y autoconvencimiento de los espectadores por la vía conducente desde la imaginación e la razón; fantasía versus intelecto, en otras palabras» (p. 206). Consuelo Gómez offre una panoramica sulla pirotecnica nella seconda metà del XVI secolo, quando le invenzioni meccanico-ingegneristiche entrano a far parte di una nuova cultura basata sulla curiosità e sulla meraviglia.  

Nella seconda sezione (Espacio urbano y el entorno de la Corte), Concepción Lopezosa Aparicio prende in esame alcune entrate reali a Madrid come occasione di spettacolo (secoli XVI-XVII). Sara Mamone indaga la relazione tra i Medici e gli Asburgo, evidenziando l’influenza di questi ultimi sulle pratiche teatrali della corte medicea; sullo stesso tema, Anna Maria Testaverde analizza il caso specifico della famiglia iberica dei Ramirez Montalvo, che ebbe un ruolo attivo nella sfarzosa produzione teatrale del granducato fiorentino. Teresa Zapata Fernández de la Hoz mette a confronto i pubblici ingressi trionfali durante il regno di Carlo II e gli allestimenti realizzati al madrileno Coliseo del Buen Retiro: due tipologie spettacolari basate su elementi (decorazioni effimere, musica, ballo) organizzati secondo significati simbolici e allegorici.

Nella terza e ultima sezione (Animación digital y recostrucción virtual del espectáculo, Victoria Soto Caba e Isabel Solís Alcudia propongono la ricostruzione virtuale delle esequie di Carlo III a Roma (1789), realizzata tramite un software sperimentale di rendering e animazione in 3D. Analizzando il balletto equestre La contesa dell’Aria e dell’Acqua, messo in scena a Vienna nel 1667, Andrea Sommer-Mathis e Rudi Risatti realizzano un film d’animazione basato sulle fonti iconografiche, fotografate in alta risoluzione, e letterarie, tenendo conto degli elementi originali come la partitura di Johann Heinrich Schmelzer. Infine Laura Fernández-González ricostruisce in 3D gli apparati effimeri realizzati per l’ingresso in Lisbona di Filippo II di Spagna (1581) e parte dell’architettura residenziale di Madrid e Valladolid. «I would argue that we must also act with caution and painstakingly apply conservation theory and practice to digital visualization projects» (p. 338): una affermazione con cui la studiosa rileva la scarsa attenzione riservata alle ricostruzioni virtuali, strumento ormai accreditato per la ricerca scientifica presente e futura.


di Benedetta Colasanti


«Bulletin of Spanish Visual Studies», vol. III, n. 2, September 2019

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