Parafrasando
il titolo di un fortunato libro di Roy
Strong di qualche anno fa dedicato alle feste nel Rinascimento (Woodbridge,
Boydell, 1984), la nuova raccolta di saggi curata da Rudolf Rasch è dedicata a uno dei macro-temi che percorrono la
storia dello spettacolo dalle origini fino ai nostri giorni: il rapporto tra
arte e potere. Un concetto, quello di musica come instrumentum regni, che si declina in diversi contesti
politico-culturali e attraverso svariate forme spettacolari dellEuropa detà
barocca: dallopera musicale dei teatri pubblici e di corte agli eventi
performativi realizzati nella cornice dei festeggiamenti principeschi, dalle
esecuzioni di partiture sacre per le cerimonie religiose ai concerti privati e
alle “accademie”.
Nella prima
delle quattro sezioni che ripartiscono il volume, quella dedicata allOpera, Reinhard Strohm riflette
sul grado di rispecchiamento del potere negli allestimenti operistici di Antico
regime, soffermandosi sui libretti scritti da Metastasio per gli spettacoli
della corte viennese tra gli anni Trenta e Quaranta del Settecento. Un altro
librettista celebre, Giovanni Andrea Moniglia, è al centro di un
approfondimento di Adriana De Feo sugli
intenti encomiastici della produzione drammaturgica che il poeta-medico
fiorentino mise a punto per il cardinale Giovan Carlo de Medici. Sempre in
ambito mediceo, Michael Klaper
ricostruisce e interpreta i meccanismi produttivi dellIpermestra di Francesco Cavalli al teatro della Pergola (1658), sottolineando
il ruolo decisivo dellillustre committente della famiglia granducale.
Olga Jesurum
ripercorre senza grosse novità lattività di Francesco Galli Bibiena scenografo
a Roma tra il 1693 e il 1723 alla luce dei rapporti con la Curia. Restando nellUrbe,
Richard Erkens ispeziona gli inediti
libri contabili di tre teatri cittadini degli anni Venti del Settecento (Santa Lucia della Tinta, Valle e delle Dame), documentando
le relazioni tra i committenti e gli artisti che vi operarono. Lattività
primo-settecentesca di uno specifico teatro romano, lAlibert, è indagata da Diana Blichmann sia in quanto veicolo del potere pontificio, sia come mezzo di promozione dei diritti di
James Francis Edward Stuart pretendente al trono di Inghilterra, Irlanda e
Scozia. Chiude la sezione una panoramica di Anna Giust sulla esportazione e disseminazione dellopera italiana
alla corte di Russia durante i regni delle zarine Anna Ioannovna, Elizabeth
Petrovna e Caterina la Grande.
Per la
sezione Cerimonies, Alexander Robinson ripropone il già indagato nesso tra spettacolo e politica in occasione della celebre entrata di
Maria de Medici nella città di Avignone (19 novembre 1600), prestando particolare
attenzione alla componente musicale di quelle celebrazioni. Lo studio di una
serie di libretti seicenteschi per cerimonie conservati alla Biblioteca
nazionale centrale di Roma consente a Simone
Ciolfi di far luce su alcune figure nobiliari collegate a quella produzione
poetica, su tutte Giulio Rospigliosi. Robert
G. Rawson esplora un sottogenere musicale di canti devozionali, inni e
mottetti intrisi di messaggi politici in chiave anti-ottomana prodotti in
reazione allassedio di Vienna da parte dellesercito turco (1683).
Il tema della
politica papalina è riproposto da Chiara
Pelliccia in un focus sulle cantate natalizie per il Palazzo Apostolico tra
Sei e Settecento. Se Angela Fiore descrive
la complessa organizzazione gerarchica sottesa alle processioni e ai riti
celebrativi delle solennità del Corpus Domini nella Napoli barocca, Alessandra Palidda documenta luso
strategico che gli Asburgo fecero del Regio Teatro Ducale di Milano come
macchina del consenso a partire dai primi anni del Settecento.
Nella sezione
Nobility, Naomi Matsumoto si occupa del ruolo di promotore di spettacolo a
scopo propagandistico del marchese padovano Pio Enea degli Obizzi, autore di un
emblematico libretto dopera-torneo quale Il
pio Enea (Ferrara, 1641). Jan
Franková traccia le coordinate del network
di artisti, musicisti e cantanti che ruotano intorno alla figura del nobile
boemo Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg, funzionario della corte di Vienna
protagonista di un fortunato grand tour
(1731-1734).
Lultima sezione dedicata ai Musicians si apre con un contributo di Bruce P. Gleason sulluso dei timpani e altri suoni bellici nella
spettacolarità di corte. Benedetta
Saglietti indaga la condizione economica e sociale dei musicisti nei paesi
germanofoni sulla base delle informazioni raccolte nella Grundlage einer Ehren-Pforte di Johann Mattheson (1740). Valentina Anzani propone inedite fonti darchivio
sul ruolo di agente segreto svolto dai castrati Pier Francesco Tosi e Valeriano
Pellegrini al servizio dellelettore palatino Giovanni Guglielmo II di
Wittelsbach-Neuburg (1690-1716). Guido
Viverit svela il patrocinio di
potenti mecenati aristocratici dietro la formazione di aspiranti violinisti
provenienti da tutta Europa impartita a Padova da Giuseppe Tartini. Infine, il
curatore del volume Rasch passa in rassegna le lettere di dedica delle
partiture di Corelli, Albinoni, Vivaldi, Geminiani, Locatelli per valutare il
rapporto tra dedicatari e dedicanti a questa altezza cronologica.
di Gianluca Stefani
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