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«Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco», 2019, n. 25


209 pp., euro 40,00
ISSN 1126-0890, ISBN 978-88-3313-361-4

La rivista pubblicata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche con la collaborazione della casa editrice Viella è dedicata a un tema a lungo considerato secondario e per questo trascurato dagli studi. Quello del gioco e della dimensione ludica della vita sociale è invece un capitolo centrale della nostra storia, come si capisce anche solo scorrendo gli indici dei venticinque numeri di «Ludica»: i titoli raccolti restituiscono l’immediatezza e l’attualità di un soggetto interdisciplinare di lunga durata, strettamente connesso ai diversi contesti storici, politici, economici e culturali. 

L’annale del 2019 si apre con un contributo di Roberto Meloni sull’impiego spettacolare delle donne e dei nani nei ludi circensi durante i principati di Tito e Domiziano. Se le fonti letterarie e iconografiche sui munera femminili, attestati per la prima volta in Marziale, attribuiscono alle gladiatrici valore e autorevolezza, i combattimenti tra nani, che traevano spunto dagli intrattenimenti domestici dell’aristocrazia dove animavano i banchetti, assumono caratteri parodistici, quando non di gusto tragicomico e volgare (pp. 7-12).

Il mondo dei ludi e dei munera è al centro anche del saggio di Leonardo Sernagiotto, il primo della sezione dedicata alla terza edizione del Premio Gaetano Cozzi per saggi di storia del gioco. Vi si affronta il complesso rapporto del cristianesimo con il mondo tardoromano, dimostrando come la letteratura e l’arte abbiano attinto fin dagli arbori della nuova religione alle immagini dei giochi e degli spettacoli per costruire il proprio repertorio retorico, individuando nel mondo dei combattimenti e della competizione sportiva simboli che ben si adattavano al linguaggio salvifico cristologico (pp. 15-22). Tra i vincitori del premio, Andrea Baldan rintraccia il tema del Paese di Cuccagna in alcuni dei testi più significativi delle tradizioni francese e italiana dei secoli XIII e XIV, mettendo in evidenza sia le diverse rappresentazioni del denaro, sia le attività bandite dal paese dell’ozio (pp. 23-32). Mentre l’altra premiata, Naomi Lebens, rivolge la propria attenzione ai giochi ideati da Pierre Duval nella Francia del Seicento: simili a quello dell’oca o a un mazzo di carte, furono un valido strumento didattico per l’acquisizione di specifiche conoscenze e competenze geografiche e cartografiche (pp. 33-50).

Una seconda sezione tematica, introdotta da Alessandro Arcangeli e Elizabeth Claire (pp. 53-60), raccoglie alcuni interventi presentati al convegno annuale della International Society for Cultural History, tenutosi a New York nel settembre del 2018. Oggetto dell’incontro il rapporto tra Performance, Politics and Play indagato da Christian Biet in una prospettiva sociale ed estetica che molto deve all’eterotopia di Foucault (pp. 61-71). Andrey Gouy propone un nuovo approccio al problema delle performance politiche e, in particolare, della danza armata nell’Italia preromana (pp. 78-93); Jean Sénié studia il ruolo del gioco durante il soggiorno in Francia del cardinale Ippolito d’Este, tra il 1536 e il 1563 (pp. 94-104); Erika Carminati si concentra sulla ritualità pubblica nei domini veneziani di Terraferma e adriatico-mediterranei (pp. 105-117); Madison U. Sowell torna su un episodio centrale per la storia dello spettacolo: il matrimonio di Cosimo II de’ Medici con Maria Maddalena d’Austria, celebrato a Firenze nel 1608 (pp. 118-124). E ancora: Valerio Zanetti esamina il ruolo dell’equitazione femminile nella cultura aristocratica della Francia del XVII secolo, rivelandone l’importanza come pratica ricreativa e strumento indispensabile per esercitare autorità in campo politico e militare (pp. 125-143); mentre Ecaterina Lung e Mariem Guellouz ci portano, rispettivamente, nella Romania degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, quando lo sport divenne parte integrante della propaganda comunista di Ceausescu (pp. 144-155), e in Tunisia, dove il corpo delle artiste è stato oggetto di dibattito politico (pp. 156-168).

L’annale, denso di suggestioni e spunti di riflessione, si chiude con una utile serie di Schede in cui vengono segnalate mostre, pubblicazioni, convegni e festival di particolare interesse, nonché le recensioni di libri sul tema del gioco.


di Lorena Vallieri


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