Sono piuttosto interessanti sotto il profilo artistico
gli spettacoli recensiti in Aufführungen, la sezione di «Theaterheute»
dedicata alle principali produzioni realizzate nei teatri tedeschi. Allo
Schauspielhaus di Zurigo Christopher Rüping ha firmato la regia di Früchte des Zorns dallomonimo romanzo
di John Steinbeck mettendo in luce lo scontro tra consumismo e capitalismo,
come emerge dalla storia di una famiglia emigrata confluita in quella della rap-band Gucci-Gand composta da Benjamin
Lillei, Steven Sowah, Kotoe Karasawa e Wiebke Mollenhauer.
Andreas Becks inaugura il mandato di intendente del
Residenztheater di Monaco con tre produzioni: Die Verlorenen, novità di Ewald Palmetshofer allestita da Nora
Schlocker in una stanza-prigione bianca, dove i personaggi vivono frammenti di
storie sentimentali che denotano il vuoto delle relazioni umane. Il testo è
pubblicato in versione integrale nelle pagine di Das Strück. Segnali di
rivolgimenti sociali, che poi sfociano nella Rivoluzione dottobre, disturbano
il soggiorno estivo di una compagnia di facoltosi russi, come racconta Gorki in
Sommergaste, allestito con aderenza filologica dallinglese Joe
Hill-Gibbins e affidato allinterpretazione di Michael Goldberg, Thomas
Reisinger, Aurel Manthei e Robert Dölle. Olympiapark
in the Dark del regista Thomas Luz, opera ispirata alla composizione per
orchestra Central Park in the Dark
creata nel 1906 dal pioniere della musica americana Charles Ives, è un percorso
immaginario per le strade e piazze di Monaco, con i suoi suoni e rumori, i suoi
cittadini comuni e non (Karl Valentin, Oskar Maria Graf, il piccolo Einstein), trasferiti
in scena secondo una struttura drammaturgica dominata dallelemento orchestrale.
A Berlino ritorna con prepotenza il nome di Heiner
Müller, dal cui repertorio Amir Reza Koohestani attinge Philoktet, radicale riscrittura del mito di Filottete assurta a
metafora del nesso tra inclusione ed esclusione in una società propensa alla
distruzione del “diverso”. Niklas Wetzel, Edgar Eckert e Jörg Pose si sono
distinti sul palcoscenico dei Kammerspiele del Deutsches Theater. Nella
programmazione della Volksbühne spicca la messinscena di Germania che unisce due testi mülleriani, Germania Tod in Berlin e Germania
3, secondo ladattamento scenico cupo e grottesco di Claudia Bauer consegnato a una compagnia di
pregevoli attori quali Amal Keller, Zenghao Yang, Sebastian Grünewald, Friederike
Harmsen, Rowan Hellier e Narine Yeghiyan. Nello stesso teatro Jürgen Kruse ha
firmato la regia di Glaube Liebe Hoffnung
di Ödön
von Horváth,
affidando a Manuel Harder e Linda Pöppel i ruoli degli amanti in
un intreccio sentimentale dai risvolti inquietanti memore di Danza di morte di Strindberg.
Amphitryon di Molière è iscritto nelle locandine della
Schaubühne di Berlino in una versione briosa, oscillante tra il romantico e il
melodrammatico con lo spumeggiante Florian Anderer nel ruolo del titolo
fiancheggiato da Joachim Meyerhoff, Werner Eng, Annika Meier, Bastian Reiber, Carol
Schuler e Axel Wandtke.
Di qualità risultano le proposte dello Schauspielhaus
di Bochum dove ritorna il nome di Horváth grazie alla messinscena di Geschichten aus dem Wiener Wald da parte
di Karin Henkel che ambienta il testo nella nostra contemporaneità per
sottolineare la continuità storica di brutalità e violenze. Tra i protagonisti
figurano Marina Galic, Karin Moog, Ulvi Teke, Thomas
Anzenhofer. In occasione del centenario dello Schauspielhaus e dellorchestra
cittadina Johan Simon ha inscenato Ein
Fest für Mackie che Martin Becker ha ricavato da Dreigroschenoper (Lopera da tre soldi) di Brecht e Weill. Prevalgono
le parti cantate rispetto a quelle recitate, affidate a Friederike Becht,
Martin Horn, Romy Vreder, Veronika Nickl, Michael
Lippold.
Nella sezione Neue
Stücke, si segnala The Writer della scozzese Ella
Hickson, per la regia di Hajo Tuschy su incarico dello Schauspielhaus
di Hannover: una commedia metateatrale che incrocia vita da pub e vita di
palcoscenico imbastendo una bizzarra storia damore tra Philippe Goos e
Caroline Junghanns. Sullo stesso palcoscenico è stato allestito Antigone. Ein Requiem di Thomas Köck,
rielaborazione della tragedia sofoclea che trasforma la ribellione delleroina
greca contro re Creonte in quanto colpevole di lasciare insepolti i cadaveri
dei migranti abbandonati sulle spiagge. Protagonista di questa storia
rivisitata in senso contemporaneo è Alrun Hofert.
Altra novità di
rilievo è Futureland di Lola Arias in scena al Gorki Theater di
Berlino di cui sono protagonisti adolescenti emigrati in Germania e orfani di
famiglia. Presso HAU la moldava Nicoleta Esinenca ha raccolto le lettere
della madre nellinstallazione Die
Abschaffung der Familie per raccontare le trasformazioni della sua terra, dal
dominio russo allindipendenza.
Last Park Standing è il titolo della commedia di Ebru
Nihan Celkan presentata in prima assoluta allo Staatschauspiel di
Stoccarda. Il drammaturgo turco, nella cornice storica dei disordini sociali avvenuti
a Istanbul tra il 2013 e il 2018, intreccia lo sviluppo di una relazione
sentimentale che respira i profumi della rivoluzione mancata. Ne sono
interpreti Anne-Marioe Lux, Josephine Köhler e Valentin
Richter.
La sezione Akteure ospita il profilo artistico
di Anita Vulesica, attrice di origini croate cresciuta a Berlino dove ha
frequentato la scuola per lattore “Ernst Busch” per poi debuttare al
Theaterhaus di Jena e successivamente trasferirsi al Nationaltheater di Weimar.
Il ritorno nella capitale coincide con la sua consacrazione ottenuta al
Deutsches Theater a partire dal 2011.
International è dedicato a Das
Neue Evangelium, docu-film di Milo Rau girato a Matera dove nel 1964
Pasolini aveva fatto le riprese del suo Vangelo
secondo Matteo.
di Massimo Bertoldi
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