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Teatro e Storia, a. XXXIII / n.s. XI, n. 40, 2019
«The Mask» e altre sorprese

462 pp., euro 30.00

Il nuovo numero della rivista «Teatro e Storia» si presenta ricco di suggestioni e nuovi spunti di riflessione. In oltre quattrocentocinquanta pagine sono raggruppati due dossier tematici e una serie di saggi interdisciplinari per offrire «uno sguardo da un altro punto di vista» sulla storia dello spettacolo (Introduzione all’Annale, p. 7). Il riferimento è, nello specifico, al contributo dell’italianista Nicole Botti sulle riscritture dell’Orlando furioso per il melodramma, con una particolare attenzione alle trasposizioni secentesche della scena della pazzia di Orlando, di cui è un esempio l’omonimo libretto di Prospero Bonarelli (pp. 51-70).

Insolita anche la prospettiva di Matteo Paoletti sulle relazioni tra sviluppo turistico e attività di spettacolo attraverso l’analisi della vita teatrale delle colonie inglesi nella Riviera ligure di Ponente tra il 1875 e il 1935 (pp. 359-381). Dimostrando come si debba alle comunità britanniche sia la nascita di teatri e presidi culturali quali la Hanbury Hall di Alassio, sia l’importazione di tipologie di spettacolo come pantomimes ed extravaganzas, fino a quel momento sostanzialmente sconosciute in Italia.

In occasione dei trent’anni de Il ponte dei Venti – una sperimentazione pedagogica voluta da Iben Nagel Rasmussen per lavorare sulla pratica del training fisico e vocale con un gruppo fisso di attori, danzatori, musicisti e cantanti provenienti da diversi paesi ed esperienze –, Francesca Romana Rietti e Mirella Schino propongono alcune riflessioni autobiografiche della fondatrice (pp. 29-49).

Uno dei due approfondimenti è dedicato alla storia della storiografia teatrale con alcuni contributi di Rietti e Raffaella di Tizio sul magistero di due “storici militanti” quali Fabrizio Cruciani e Claudio Meldolesi (pp. 389-443). Un’occasione per riproporre le pagine premesse da Meldolesi alla ristampa del 1995 del volume di Cruciani: Registi pedagoghi e comunità teatrali nel Novecento (edizione postuma con l’aggiunta di scritti inediti a cura di Clelia Falletti e Ferdinando Taviani). Precede il dossier un ricordo di Franco Ruffini dedicato all’attore Vincenzo Canavacciuolo, scomparso il 1° febbraio 2019 (pp. 383-387). 

Il cuore del numero è però la vasta indagine curata da Matteo Casari, Monica Cristini, Samantha Marenzi e Gabriele Sofia sulla rivista «The Mask» di Edward Gordon Craig, i cui settanta numeri sono da qualche anno accessibili on line grazie al Blue Mountain Project (Historic Avant-Gard Periodicals for Digital Research) (pp. 71-357). La ricerca, basata su una ricognizione di prima mano dei tre fondi europei dedicati a Craig (quello conservato presso il Département del Arts du spectacle della Bibliothèque Nationale de France, la Edward Gordon Craig Collection del British Institute of Florence e i fondi Edward Gordon Craig e Dorothy Nevile Lees del Gabinetto Viesseux), prende in considerazione differenziate tipologie di documenti: carteggi, prove di stampa, articoli non pubblicati, appunti annotati sui quaderni, ricevute d’acquisto dei materiali, numeri fantasma progettati e mai realizzati, oltre all’inedito diario di Dorothy Nevile Lees, probabile bozza di un libro di memorie mai scritto. Indagini fruttuose, da cui è emerso anche un carteggio con Sarah Bernhardt, Ellen Terry e Eleonora Duse su una possibile messa in scena di Hamlet. Un tassello imprescindibile per capire il rapporto tra Craig e il Grande Attore (pp. 347-357).

In apertura di dossier Sofia analizza il modo in cui le condizioni materiali di produzione e diffusione di «The Mask» influirono sul taglio editoriale e sulla scelta dei contenuti della rivista, senza trascurare il lavoro di Lees che, considerato per lungo tempo ausiliario, garantì alla pubblicazione la popolarità e la longevità che la contraddistinsero (pp. 85-103). Anche a livello internazionale, come dimostrato da Casari, che ricostruisce il legame diretto di Craig con il Giappone (pp. 105-147). Mentre la scheda di Clizia Toscano approfondisce criticamente la presenza nella rivista delle diverse forme teatrali orientali (pp. 149-159).

Marenzi si concentra sulle immagini di danza pubblicate su «The Mask», legandole all’interesse di Craig per la coreutica e la grafica (pp. 161-189), attestato anche dalla sua amicizia con Edward Steichen, protagonista del cosiddetto movimento della fotografia artistica (pp. 191-205). Senza dimenticare che in varie occasioni Craig intervenne in difesa del teatro dalle invasioni degli scrittori e dei pittori, come analizzato da Marco Consolini e da Marenzi (pp. 207-236). Ma è con Lorenzo Mango che il dossier entra nel vivo del rapporto di «The Mask» con le tracce concrete dello spettacolo (pp. 237-260). A partire dal 1923 cominciarono a essere pubblicati in maniera sempre più serrata documenti d’archivio sulla storia materiale dello spettacolo, privilegiando il Cinque e Seicento e il teatro di figura (pp. 261-269). Su quelle pagine trovarono spazio anche la scuola inaugurata nel 1913 presso l’Arena Goldoni di Firenze (pp. 271-292) e la società degli incisori di San Leonardo (pp. 293-303). Non bisogna infatti sottovalutare la stretta relazione tra scenografia e incisione e l’importanza delle tecniche artigianali nelle riflessioni teoriche di Craig (pp. 305-320). In conclusione, Patrick Le Boeuf ripercorre le vicende della rivista dopo il 1929 (pp. 321-345).

Si segnala, infine, che il sito di «Teatro e Storia» www.teatroestoria.it è stato recentemente aggiornato ed è possibile leggere in open access i numeri fino al 38 incluso. Vi si trovano inoltre Materiali liberamente scaricabili, come il volume di Eugenio Barba Il prossimo spettacolo (1999), gli scritti di Ferdinando Taviani e la bibliografia completa dei già ricordati Meldolesi e Cruciani. 



di Lorena Vallieri


La copertina

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