Il
volume che qui si presenta è stato pensato per celebrare i ventanni di
attività di Herla, larchivio
informatico ideato nel 1999 per raccogliere e catalogare i documenti relativi
alla scena dei Gonzaga nellepoca del loro massimo splendore (1480-1630), con
una particolare attenzione alle testimonianze sulla Commedia dellArte.
Progettato da Umberto Artioli e Francesco Bartoli con laiuto di Siro Ferrone e Daniela Ferrari, è stato portato avanti grazie al rigoroso e
paziente lavoro déquipe sostenuto dalla Fondazione “Umberto Artioli”-Mantova
Capitale Europea dello spettacolo e coordinato da Cristina Grazioli, Licia
Mari e Simona Brunetti.
Liberamente
consultabile on
line, Herla ha permesso, da una parte, di avviare
il dibattito sui modelli di acquisizione informatica delle fonti dello
spettacolo, anche grazie alla proficua interazione con analoghe iniziative come
lArchivio Multimediale
degli Attori Italiani
(AMAtI) dellUniversità di Firenze; dallaltra, di definire specifici nuclei di
indagine rispetto al tema complessivo del progetto. Penso ai rapporti con i
territori di lingua tedesca dellimpero asburgico, come illustrato ne I Gonzaga e lImpero. Itinerari dello spettacolo, edito nel 2005 nella
collana «Storia dello spettacolo. Fonti» diretta da Ferrone. O, ancora, agli approfondimenti su Giulio Romano e sulle maestranze,
gli artisti e gli apparatori per la scena dei Gonzaga (1480-1630), confluiti
nel 2016 in un omonimo volume.
Argomenti che tornano nella presente pubblicazione,
in cui vengono riproposti articoli già editi in riviste e atti di convegni raggruppandoli
in tre sezioni tematiche, a cominciare dalla riscoperta di figure minori al
soldo dei Gonzaga. Se le indagini presso lArchivio Storico Diocesano di
Mantova hanno gettato nuova luce sui musici e gli intrattenitori del tempo di Ludovico
Gonzaga (1480-1511) (Mari, pp. 19-31); una novantina di documenti ha permesso di
tracciare i viaggi di Don Geronimo
Fonati, un buffone spagnolo al servizio dei Gonzaga per quasi trentanni.
Attivo tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, si svela
intrigante intrattenitore e giocatore impenitente, apprezzato nelle principali
corti europee fino alla sua improvvisa incarcerazione (Brunetti, pp. 33-48). È
il caso anche dellambigua figura di Giovanni
Paolo Agucchia, detto il Dottore da Bologna. Instancabile viaggiatore tra
le corti di Baviera, di Mantova e dei Savoia, probabile spia al servizio dei
Gonzaga, ma anche intermediario non sempre apprezzato tra le compagnie dei
Comici e i potenti mecenati, come emerge dalle parole di Pier Maria Cecchini:
«intrigante, ex-buffone, inaffidabile […] come attore e come confidente»
(Grazioli, pp. 49-60: 55). Figure affascinanti che riemergono dalle carte della
storia.
Meno
convincente la seconda sezione: Compagnie
comiche e avvento dellattrice. È quella che maggiormente risente del
mancato aggiornamento bibliografico dei saggi riproposti (Brunetti, Tamalio e
Grazioli, pp. 61-114). Sarebbe stata proficua sia una verifica della ricaduta
dei ritrovamenti documentali legati a Herla
nella storiografia successiva, sia un confronto con altri campi di indagine. Penso
al ruolo della donna in scena e agli studi di Francesca Simoncini su Barbara
Flaminia, ma anche alle indagini sulla ricezione della Commedia dellArte
in Europa e sui reciproci scambi e arricchimenti tra i nostri attori
professionisti e le coeve culture teatrali europee. Infine, il volume affronta Viaggi, giostre e allegorie approfondendo alcune tipologie
spettacolari realizzate in occasione di eventi e occasioni festive, come il
soggiorno di Vincenzo Gonzaga nelle
Fiandre nel 1599 (Brunetti, pp. 117-130) e lavvincente capitolo degli
spettacoli dacqua (Volponi, pp. 131-145) e di fuoco (Grazioli, pp. 147-166) su
cui tanto è ancora da scrivere.
di Lorena Vallieri
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