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Theaterheute, Nr. 6, Juni 2019


72 pp., euro 15, 00
ISSN 0040 5507

Il numero di giugno della rivista berlinese si apre con la consueta sezione Aufführungen, in cui si raccolgono le recensioni delle principali produzioni dell’area tedesca. Tra le proposte del Burgtheater di Vienna, Johan Simons interpreta Woyzeck di Georg Büchner in chiave circense sottolineando gli aspetti demenziali del personaggio del titolo affidato a Stevan Scharf, affiancato da Falk Rockstroh, Daniel Jesch e Martin Vischer. Zelt di Herbert Fritsch, anche autore della regia, è invece ambientato in un campeggio con le tende variopinte abitate da personaggi bizzarri e stravaganti che animano uno spettacolo divertente e dai ritmi briosi interpretato da Hubert Wild, Markus Meyer, Michael Huth e Michael Masula.

Guidata da una rigorosa lettura filologica del testo, attenta all’analisi delle pieghe psicologiche dei personaggi, Susanne Kennedy trasferisce sul palco dei Kammerspiele di Monaco Drei Schwestern (Tre sorelle) di Anton Čechov, inserendo nello spettacolo una serie di video installazioni di Rodrik Biersteker. I ruoli femminili principali spettano a Marie Groothof, Eva Löbau, Anna Maria Sturm. Allo Schauspielhaus di Zurigo Frank Castorf cura la drammaturgia e la regia di Justiz, dall’omonimo romanzo poliziesco di Friedrich Dürrenmatt, in cui si intrecciano denaro, donne e potere, animati dalla forza del caos. Pregevole è risultata la prova degli attori, tra i quali si ricordano Alexander Scheer, Jan Bülow, Nicolas Rosat, Irina Kastrinidis.

Aufführungen prosegue con il programma dello Schauspiel di Lipsia: Claudia Bauer affronta il tema del razzismo ambientando l’allestimento di Süßer Vogel Jugend di Tennesse Williams nella nostra contemporaneità. L’operazione è resa possibile, oltre che dall’attualità del testo scritto nel 1959, dalle soluzioni registiche adottate per l’esibizione tutta fisica di una compagnia di bravi attori tra cui Michael Pempelforth, Julia Preuss e Andreas Dyszewski. La regia di Philipp Preuss inquadra Prinz Friedrich von Homburg di Heinrich von Kleist da una prospettiva sospesa tra sogno e realtà, circondando Felix Axel Preissler, nel ruolo del titolo, di strane e selvagge figure. Piuttosto interessante risulta Eine Straße in Moskau dall’omonimo romanzo di Michail Ossorgin in scena allo Staatsschauspiel di Dresda per la regia di Sebastian Baumgarten. Partendo dalla rivoluzione d’Ottobre, l’opera si interroga sulle eredità politiche e culturali pensando al crollo del muro di Berlino.

In Neue Stücke si parla di allestimenti di testi inediti contemporanei. L’esperto Thomas Ostermeier è il regista di abgrund di Maja Zade (produzione Schaubühne di Berlino), storia incentrata sul rapporto di due coppie di amici compromesso dalla morte improvvisa di un loro figlio. Di qualità risulta la prova dei giovani attori impegnati con un testo dalla scrittura essenziale, asciutta: Isabelle Redfern, Laurenz Laufenberg, Alina Stiegler e Moritz Gottwald. L’altra novità è Drift di Ulrike Syha affidata alla cura scenica di Gustav Rueb per lo Stadttheater di Heidelberg. Pubblicata in versione integrale nelle pagine di Das Stück di questo numero di «Theaterheute», la commedia racconta con leggerezza e ironia le dinamiche interne a un gruppo di amici dalle quali trapelano disagi e difficoltà comunicative. Convincono Christina Rubruck, Elisabeth Auer e Nicole Averkamp nei ruoli di primo piano.

Akteure è dedicato al profilo di Marcel Heuperman, giovane attore berlinese scoperto da Frank Castorf e da lui scritturato alla Volksbühne della capitale tedesca. Ingaggiato poi presso il Deutsches Theater, dal 2015 è presente nella compagnia del Residenztheater di Monaco che lo ha consacrato attraverso una serie di interpretazioni di grande rilievo. Tra queste spiccano le partecipazioni allo shakespeariano Richard III (regia di Michael Thalheimer, 2017), a Mensch Meier di Franz Xaver Kroetz (regia di David Bosch, 2018), fino al recente Die Möwe (Il gabbiano) di Čechov per la regia di Alvis Hermanis.

L’apertura della sezione dedicata ai Festivals estivi tedeschi quest’anno spetta all’Heidelberg Stückemarkt. Nel cartellone si leggono nomi di giovani scrittori come Björn SC Deigner autore di Der Reichskanzler von Atlantis, l’austriaca Magdalena Schrefel che firma Ein Berg, viel, Nadja Wieser con Honig e Teresa Doplers con Das Weiße Dorf, oltre ad alcuni artisti turchi scelti da Gülhan Kadim secondo criteri esposti nell’intervista rilasciata alla redazione. Il FIND-Festival organizzato dalla Schaubühne di Berlino concede molto spazio al teatro politico. Tra i tanti artisti convocati si notano personalità di statura internazionale: dalla compagnia newyorkese The Wooster Group con Dialogue on Women’s Liberation a Anne-Cécile Vandalem con Arctique, dal cileno Teatro La Re-sentida a Norman Mailer con il femminismo umoristico di Town Bloody Hall.

Infine, l’articolo Mission Burgtheater presenta il bilancio dell’attività svolta da Karin Bergmann, prima direttrice donna nella lunga storia del principale teatro austriaco e prossima a cedere il posto a Martin Kusej. Nel corso dei cinque anni del suo mandato si sono susseguite produzioni di successo come John Gabriel Borkman di Ibsen (regia di Simone Stone) e Die lächerliche Finsternis di Wolfram Lotz (regia di Dusan David Parizek). 

di Massimo Bertoldi


Theaterheute, Nr. 6, Juni 2019

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