Il numero di giugno della rivista berlinese si apre
con la consueta sezione Aufführungen,
in cui si raccolgono le recensioni delle principali produzioni dellarea
tedesca. Tra le proposte del Burgtheater di Vienna, Johan Simons interpreta Woyzeck di Georg
Büchner in
chiave circense sottolineando gli aspetti demenziali del personaggio del titolo
affidato a Stevan Scharf, affiancato da Falk Rockstroh, Daniel Jesch e Martin Vischer. Zelt di Herbert
Fritsch,
anche autore della regia, è invece ambientato in un campeggio con le tende
variopinte abitate da personaggi bizzarri e stravaganti che animano uno
spettacolo divertente e dai ritmi briosi interpretato da Hubert Wild, Markus Meyer, Michael Huth e Michael Masula.
Guidata da una rigorosa lettura filologica del testo,
attenta allanalisi delle pieghe psicologiche dei personaggi, Susanne Kennedy trasferisce sul palco dei
Kammerspiele di Monaco Drei Schwestern
(Tre sorelle) di Anton Čechov, inserendo nello spettacolo una serie di video
installazioni di Rodrik
Biersteker. I ruoli femminili principali spettano a Marie Groothof, Eva Löbau, Anna Maria Sturm. Allo Schauspielhaus di Zurigo Frank Castorf cura la drammaturgia e la regia di
Justiz, dallomonimo romanzo
poliziesco di Friedrich
Dürrenmatt, in cui si intrecciano denaro, donne e potere, animati dalla forza del
caos. Pregevole è risultata la prova degli attori, tra i quali si ricordano Alexander Scheer, Jan Bülow, Nicolas Rosat, Irina Kastrinidis.
Aufführungen prosegue con il programma dello
Schauspiel di Lipsia: Claudia
Bauer
affronta il tema del razzismo ambientando lallestimento di Süßer Vogel Jugend di Tennesse Williams nella nostra contemporaneità.
Loperazione è resa possibile, oltre che dallattualità del testo scritto nel
1959, dalle soluzioni registiche adottate per lesibizione tutta fisica di una
compagnia di bravi attori tra cui Michael Pempelforth, Julia Preuss e Andreas Dyszewski. La regia di Philipp Preuss inquadra Prinz Friedrich von Homburg di Heinrich von Kleist da una prospettiva sospesa tra
sogno e realtà, circondando Felix Axel Preissler, nel ruolo del titolo, di strane e selvagge figure.
Piuttosto interessante risulta Eine
Straße in Moskau dallomonimo romanzo di Michail Ossorgin in scena allo Staatsschauspiel di
Dresda per la regia di Sebastian
Baumgarten. Partendo dalla rivoluzione dOttobre, lopera si interroga sulle
eredità politiche e culturali pensando al crollo del muro di Berlino. In Neue Stücke
si parla di allestimenti di testi inediti contemporanei. Lesperto Thomas Ostermeier è il regista di abgrund di Maja Zade (produzione Schaubühne di
Berlino), storia incentrata sul rapporto di due coppie di amici compromesso
dalla morte improvvisa di un loro figlio. Di qualità risulta la prova dei
giovani attori impegnati con un testo dalla scrittura essenziale, asciutta: Isabelle Redfern, Laurenz Laufenberg, Alina Stiegler e Moritz Gottwald. Laltra novità è Drift di Ulrike Syha affidata alla cura scenica di Gustav Rueb per lo Stadttheater di Heidelberg.
Pubblicata in versione integrale nelle pagine di Das Stück di questo numero di «Theaterheute», la
commedia racconta con leggerezza e ironia le dinamiche interne a un gruppo di
amici dalle quali trapelano disagi e difficoltà comunicative. Convincono Christina Rubruck, Elisabeth Auer e Nicole
Averkamp nei ruoli di primo piano.
Akteure è dedicato al profilo
di Marcel Heuperman, giovane attore
berlinese scoperto da Frank Castorf
e da lui scritturato alla Volksbühne della capitale tedesca. Ingaggiato poi
presso il Deutsches Theater, dal 2015 è presente nella compagnia del
Residenztheater di Monaco che lo ha consacrato attraverso una serie di
interpretazioni di grande rilievo. Tra queste spiccano le partecipazioni allo
shakespeariano Richard III (regia di Michael Thalheimer, 2017), a Mensch Meier di Franz Xaver Kroetz (regia di David
Bosch, 2018), fino al recente Die
Möwe (Il gabbiano) di Čechov per la regia di Alvis Hermanis.
Lapertura della sezione dedicata ai Festivals estivi tedeschi questanno
spetta allHeidelberg Stückemarkt. Nel cartellone si leggono nomi di giovani
scrittori come Björn SC Deigner
autore di Der Reichskanzler von Atlantis,
laustriaca Magdalena Schrefel che
firma Ein Berg, viel, Nadja Wieser con Honig e Teresa Doplers
con Das Weiße Dorf, oltre ad alcuni artisti
turchi scelti da Gülhan Kadim
secondo criteri esposti nellintervista rilasciata alla redazione. Il
FIND-Festival organizzato dalla Schaubühne di Berlino concede molto spazio al
teatro politico. Tra i tanti artisti convocati si notano personalità di statura
internazionale: dalla compagnia newyorkese The Wooster Group con Dialogue on Womens Liberation a Anne-Cécile Vandalem con Arctique, dal cileno Teatro La Re-sentida
a Norman Mailer con il femminismo
umoristico di Town Bloody Hall.
Infine, larticolo Mission Burgtheater presenta il bilancio dellattività svolta da Karin Bergmann, prima direttrice donna
nella lunga storia del principale teatro austriaco e prossima a cedere il posto
a Martin Kusej. Nel corso dei cinque
anni del suo mandato si sono susseguite produzioni di successo come John Gabriel Borkman di Ibsen (regia di Simone Stone) e Die
lächerliche Finsternis di Wolfram
Lotz (regia di Dusan David Parizek). di Massimo Bertoldi
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