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Arte Veneta, n. 74, 2017
Rivista di storia dell’arte fondata nel 1947

253 pp., euro 95,00

A settant’anni esatti dalla sua fondazione (1947-2017), la rivista diretta da Luca Massimo Barbero propone un’altra pubblicazione densa, impreziosita da splendide illustrazioni a colori e in bianco e nero, con otto saggi sull’arte veneta in un arco cronologico che va dal Quattrocento fino alle soglie dell’età contemporanea.

In apertura, Chiara Ponchia fa il punto sul manoscritto n. 857 della Biblioteca Universitaria di Padova, codice ornato contenente le Regulaes monachorum Aegyptiorum e le Collationes di Giovanni Cassiano esposto nella recente mostra La bellezza nei libri all’Oratorio di San Rocco della cittadina veneta (8 aprile-7 maggio 2017). Mediante una minuziosa ricognizione dei rapporti tra l’abate di San Giorgio Maggiore Giovanni Michiel e la Congregazione di Santa Giustina, è stato possibile datare l’opera tra il secondo e il terzo decennio del secolo XV attribuendone la commissione allo stesso monastero.

Elena Cera avanza nuove ipotesi sulla formazione di Bartolomeo Buon a partire dallo studio di un’opera giovanile, la vera da pozzo del Bode Museum di Berlino, messa a confronto con altri analoghi dello scultore e con il plasticismo ghibertiano della Porta Nord del Battistero fiorentino. Sempre in area quattrocentesca, Roberta Battaglia si occupa del restaurato San Crisogono di Michele Giambono nella chiesa di San Trovaso a Venezia, analizzando la pala agiografica e le reliquie anche in rapporto alla committenza e all’iconografia del santo.



Michele Giambono, San Crisogno, particolare dopo il restauro. Venezia, chiesa di San Trovaso

L’attività bolognese dello scultore veneziano Jacopo Fantoni detto Dalle Colonne è al centro delle indagini di Luca Annibali, che documenta attraverso inediti la complessa vicenda dell’altare in marmo cinquecentesco per la chiesa di Santa Maria di Galliera; e di Andrea Bacchi, che propone lo stato dell’arte sul Monumento di Giovanni dei duchi di Baviera nella basilica di San Petronio alla luce del dibattito sulla rinascita del “busto all’antica” nella scultura della prima metà del XVI secolo. 

In ambito veneziano, Raffaele Niccoli Vallesi rintraccia elementi della maniera tosco-romana nell’illustrazione libraria già prima dell’attività di Salviati e Vasari nella Serenissima (1539-1542): si pensi al frontespizio del Triompho di Fortuna del ferrarese Sigismondo Fanti (1527) oppure a quello in quarto de Il primo libro di Sacripante di Ludovico Dolce (1536). 

Fernando Rigon Forte prova a decifrare i complessi codici interpretativi di Aglaia sbenda Cupido di Tiziano, mentre Olga Piccolo entra nell’“officina” di Giovanni Battista Cavalcaselle soffermandosi su alcune ricognizioni di dipinti veneti della Collezione Lochis e dell’Accademia Carrara da parte del critico d’arte legnaghese. 



Tiziano, Aglaia sbenda Cupido. Roma, Galleria Borghese

Nelle Segnalazioni, Anne Tüskés dà conto di tre vere da pozzo medievali attualmente conservate nei castelli di Wartburg, Kreuzenstein e Bran; Anna Sgarrella ricostruisce l’originale allestimento di sculture medievali di area veneziana nella collezione Mozzi-Bardini di Firenze; Federica Toniolo punta una lente su un ritaglio miniato del Museo Correr riconducibile ai libri corali realizzati nel XV secolo per l’abbazia di San Giorgio Maggiore; Stefania Mason pone l’attenzione su recenti ritrovamenti documentari relativi alla villa “La Soranza” nei pressi di Castelfranco Veneto; Mattia Biffis ricostruisce le fasi di esecuzione del ciclo pittorico nel cantiere cinquecentesco della Libreria Marciana; Lorenzo Giffi contribuisce a restituire la vicenda biografica e professionale dei pittori trentini Jacopo, Francesco e Giovanni Ermanno Ligozzi; Stefano L’Occaso analizza due inedite pale d’altare primo-seicentesche riferibili ad Alessandro Varotari e a Pietro della Vecchia; Damir Tullić approfondisce la produzione scultorea di angeli e putti per cimase d’altare a opera di Clemente Molli, Pietro Baratta e Giovanni Marchiori tra Venezia, Vicenza e Conselve; Andrea Bacchi attribuisce a Michelangelo Venier due rilievi bronzei raffiguranti Storie del martirio di San Daniele del Metropolitan Museum di New York; Sara Grinzato offre alcune considerazioni su due semisconosciute pale realizzate da Giambattista Tiepolo per Piove di Sacco. 



Giovanni Battista Berti, Villa Soranza. Verona, Biblioteca civica, Ms. 1784, I, f. 5

Per le Carte d’archivio, Chiara Busin fa nuova luce sull’attività di Giovanni Demio, autore dei cartoni per i mosaici cinquecenteschi della basilica di San Marco a Venezia realizzati da Vincenzo e Domenico Bianchini. Chiude il volume la pubblicazione a cura di Chiara Lo Giudice di un inedito testamento, datato 1763, del pittore Giuseppe Nogari, in quegli anni presidente dell’Accademia di Belle Arti della Serenissima. 

Si segnala, infine, la consueta Bibliografia dell’arte veneta, disponibile in ebook, firmata da Paolo Delorenzi e Meri Sclosa.



di Gianluca Stefani


La copertina

cast indice del volume


 
Miniatore veneziano, Giovanni Cassiano, Istituzioni cenobitiche. Padova, Biblioteca Universitaria, ms. 857, c. 45r.

























Frontespizio della Commedia di Magrino (da un artista vicino a Bartolomeo di David) di Niccolò Campani, Siena 1524





























Belbello da Pavia, Iniziale B ritagliata da Antifonario, Il leone di San Marco. Venezia, Museo Correr, Cl. II n. 529 (ex n. 340)


 
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