Il volume, a cura di Michela Graziani e Salomé
Vuelta García, raccoglie alcuni interventi presentati durante il
convegno internazionale El teatro español en Europa (siglos XVI –
XVIII) tenutosi nel settembre 2018 presso lUniversità di Firenze. La
due giorni, frutto di un progetto di ricerca che ha coinvolto importanti
istituzioni a livello nazionale, ha proposto unindagine a tutto campo sul
teatro spagnolo nel contesto europeo tra il 1570 e il 1700. Oggetto di analisi sono gli “incroci” teatrali e letterari nellarea
mediterranea, in particolare tra Italia e Spagna, non trascurando il meno
studiato rapporto con il Portogallo. Il dominio spagnolo nel nostro paese dalla
fine del Cinquecento, e insieme le rotte commerciali e gli scambi
economico-sociali tra i due territori, hanno posto le premesse per una fitta
rete di relazioni culturali spesso attestata in ambito drammaturgico. Si pensi
ai testi teatrali spagnoli e portoghesi che spesso circolavano in traduzioni o
ristampe italiane, garantendo una contaminazione di stilemi, temi, prospettive. In apertura, Valeria Tocco ricostruisce la vicenda di
Jorge Ferreira de Vasconcelos e della sua Comédia Eufrosina, grazie
al ritrovamento di inediti e attraverso unattenta analisi delle edizioni
seicentesche dellopera tra Italia e Portogallo. Parte dal teatro lusitano anche Michela Graziani, che tesse una fitta rete
di rimandi intertestuali tra la letteratura spagnola e italiana
mediante exempla, tra cui Auto do Duque de Florença di
autore ignoto (1560) e Tragédia do Marquês de Mântua attribuita a
Baltasar Dias (1535). Teresa Megale fa il punto sul teatro professionistico della Napoli
vicereale, approfondendo le relazioni impresariali tra compagnie italiane e
spagnole, queste ultime caratterizzate da una più cospicua presenza femminile. Mariagrazia Russo analizza laspetto “spettacolare” delle ambasciate di
obbedienza italiane e portoghesi nel mondo, spesso contraddistinte tra Cinque e
Seicento da sfarzose cerimonie ufficiali, anche di ambito religioso, seguite
da banchetti, performances e cortei. Héctor Urzáiz Tortajada analizza la censura teatrale che, a
partire dal 1600, si fa più pressante. Si pensi allArte nuevo de hacer
comedias en este tiempo di Lope de Vega (1609), in cui il drammaturgo
spagnolo espone le sue idee teoriche sulla scrittura teatrale, facendo spesso
riferimento allItalia e raccomandando un utilizzo parco della satira. Nicola Badolato si concentra su alcune opere di Ottaviano Castelli,
organizzatore e promotore di spettacoli per papa Urbano VIII, nonché autore di
pièces le cui trame attingono in buona parte al teatro spagnolo del Siglo
de oro, in particolare da Lope de Vega. Infine Salomé Vuelta García segue le vicende degli
adattamenti fiorentini di comedias spagnole e, in particolare,
di Amore, lealtà et amicizia (1632), traduzione del comico
professionista Francesco Antonazzoni dellomonima pièce attribuita
allo spagnolo Juan Pérez de Montalbán. Trascriviamo di seguito lIndice del volume:
Presentazione Valeria Tocco, La “Comédia Eufrosina” (1555) tra
Italia e Spagna: spunti per una rilettura Michela Graziani, Questioni autoriali e reminiscenze letterarie
ibero-italiane nel teatro portoghese del Cinquecento Teresa Megale, Relazioni culturali fra Spagna e Napoli: il teatro
delle attrici e degli attori alle origini del professionismo (XVI-XVII
secolo) Mariagrazia Russo-Carlo Pelliccia, Teatralità e ambascerie in
epoca moderna: luso del teatro in ambito diplomatico tra Portogallo, Italia ed
Estremo Oriente Héctor Urzáiz, «Se prohibieron las comedias en Italia»: Lope y el viejo
arte de la censura teatral Nicola Badolato, Da “Carlos el perseguido” a “Il
favorito del principe”: alle fonti di un dramma per musica di Ottaviano
Castelli Salomé Vuelta García, Juan Pérez de Montalbán a Firenze: “Amore,
lealtà e amicizia” Indice dei nomi
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