Il numero primaverile di «Hystrio»
si apre con la consueta Vetrina. Nellintervista
concessa a Gherardo Vitali Rosati, Sandro Lombardi spiega il rapporto con
i testi di Thomas Bernhard, del
quale ricorrono i trentanni della morte, e individua in Werner Fritsch, Pascal
Rambert e Fabrizio Sinisi gli
eredi del dissacrante scrittore austriaco.
Marinella Guatterini si occupa di Alain Platel, originale esponente del teatro-danza che armonizza
nei suoi spettacoli ballerini e performers
di professione con soggetti diversamente abili e multietnici. La storia e lattività
artistica della compagnia comica I Legnanesi, che festeggia i settantanni, sono
oggetto di riflessione per Sandro Avanzo;
mentre Claudia Cannella affronta la
ricorrente polemica relativa alle presunte lobbies
dei premi teatrali: per smentire le voci maligne si pubblicano i regolamenti di
“Premio della Critica”, “Premio Hystrio”, “Premio Le Maschere del Teatro
Italiano”, “Premio Ubu”.
Attore teatrale, televisivo e
cinematografico, Peppino Mazzotta è
anche autore di testi, come il recente La
resa dei conti pubblicato in questo numero di «Hystrio» nella sezione Testi. Nellintervista rilasciata a Emilio Nigro lartista
calabrese racconta la sua carriera e si sofferma sulla sua concezione della
scrittura drammaturgica.
Il viaggio di Teatromondo inizia a Parigi, dove Giuseppe Montemagno ha assistito a due
spettacoli firmati da Thomas Ostermeier:
La Nuit des
rois ou Tout ce que vous voulez (La dodicesima notte) di Shakespeare
alla Comédie-Française, allestita con una
scena minimalista dove agiscono attori dai toni espressivi lievi e stranianti,
e Retour à Reims di Didier Eribon al Théâtre de la
Ville. Laura Caretti propone la
recensione di Kanata – Episode I – La
controverse, dramma dei nativi canadesi allestito da Robert Lepage e interpretato da trentadue attori della Compagnia
del Théâtre du Soleil.
Della scena londinese si occupa Jacopo Panizza. Dal ricco e variegato
panorama britannico emergono spettacoli di valore come When We Are Sufficiently Tortured Each Other di Martin Crimp per la regia di Katie Mitchell e linterpretazione di Cate Blanchett al National Theatre, e The Tragedy of Richard The Second (Riccardo II) diretto da Joe Hill-Gibbins con Simon Russell Beale protagonista e mattatore
sul palcoscenico dellAlmeida Theatre. Il Royal Court ha ospitato la
messinscena di The Cane, novità di Mark Ravenhill.
Non meno interessanti risultano
le proposte dei paesi dellarea tedesca, come illustra Claudia Cannella che si occupa
del successo di Antonio Latella nel
segno delle importanti regie da lui firmate recentemente a Monaco (Eine göttliche Komödie. Dante <> Pasolini
al Residenz Theater) e a Basilea (Die
drei Musketiere al Theater Basel). Merita particolare attenzione anche Medea da Euripide secondo la versione di Simon Stone per il Burgtheater di Vienna, che trasferisce la
tragedia nella nostra contemporaneità adattandola a un terribile fatto di
cronaca nera.
In che misura nelle tre sale
dello storico Teatro Bolšoj di Mosca lo spettacolo viva di continui impulsi
creativi, che spaziano dalla prosa alla musica da camera, è il tema scelto da Fausto Malcovati; mentre Franco Ungaro dimostra come a Skopie,
nella Macedonia del Sud, lesercizio delle arti sceniche conosca un notevole
sviluppo multiculturale per superare i rancori nazionalistici. La forza e la
diffusione del movimento femminista #MeToo si avverte anche in campo teatrale
grazie a spettacoli particolari caratterizzati dalla presenza di grandi attrici
nei ruoli solitamente maschili: in merito Laura
Caparrotti segnala Janet McTeer
impegnata nella novità Bernhardt/Hamlet
di Theresa Rebeck e Glenda Jackson nel ruolo di King Lear.
Teatromondo si conclude in India, visitata da Nicola Pianzola in veste di cronista del prestigioso International
Theatre Festival of Kerala. La partecipazione di compagnie provenienti da tutto
il mondo favorisce un proficuo confronto con i linguaggi tradizionali del
territorio.
Il teatro di realtà, ossia la rappresentazione della vita secondo i
canoni espressivi della scena, è il titolo del dossier curato da Roberto
Rizzente e Corrado Rovida. Lo
stesso Rizzente discute il problema con Antonio
Scurati, il quale riabilita, a proposito del ruolo dello scrittore nel
mondo dei reality, la diderotiana
consapevolezza critica della finzione della narrazione teatrale.
Il pregevole scritto di Renato Palazzi ricostruisce lo sviluppo
storico della drammaturgia legata alla realtà seguendo le esperienze di André Antoine, il teatro-documento
avviato da Peter Weiss, la pratica
degli happening di Tadeusz Kantor e la rivoluzione di Pina Bausch fino alle soluzioni estreme
di Rodrigo García influenzate dal
repertorio di Jan Fabre.
Un limpido esempio storico dello
scontro tra realtà e realismo è offerto dalle opposte vedute di Stanislavskij e Čechov, dalle quali, come dimostra Gerardo Guccini, si enucleano quelle manifestazioni performative
che, per superare tale contrasto, assumono lattore sociale comeperformer
epico secondo la linea seguita, tra i tanti, da Gabriele Vacis e Marco
Martinelli, da She She Pop e Kepler-452. Con il contributo di Rossella Menna si entra nellambito
dellattore-autore moderno attivo nel teatro di ricerca secondo una nuova
formula creativa e espressiva che prevede lallontanamento dalla finzione del
personaggio letterario a favore della «dimensione ostensiva della propria
presenza» (p. 39) con le proprie idee e visioni. Significative in merito sono
le esperienze di Chiara Bersani e
gli spettacoli di Motus e Teatro Sotterraneo.
Il teatro della realtà, spiega Maddalena Giovannelli, produce nello
spettatore un nuovo modo di essere in quanto lo vede partecipe del processo
creativo interagendo con lattore attraverso formule diversificate, dallsms
alla parola, sulle quali è doveroso avanzare riflessioni circa leffettiva
validità. Incide nellambito di queste problematiche la varietà degli spazi
urbani, dalle biblioteche ai centri commerciali e dagli alberghi alle stazioni
ferroviarie, che contestualizzano le nuove esplorazioni drammaturgiche:
è quanto illustra Francesca
Serrazanetti appoggiandosi a esempi qualificati come i progetti di Lotte van den Berg e Rimini Protokoll.
Di questi ultimi si occupa diffusamente Roberto
Canziani nellintervista a Cornelius
Puschke, cui compete la revisione drammaturgica dei lavori del collettivo
tedesco attivo dal 2000. In merito si parla di metodo, strategie e obiettivi
comunicativi riconoscibili, tra le tante proposte, in Experten, in Europa a domicilio e nel recente
Cè posto per tutti.
Altro importante esponente di
riferimento è Milo Rau che,
intervistato da Diego Vincenti,
sintetizza il suo percorso culturale in queste poche, illuminanti parole: «nel fare arte, ciò che mi spinge, è il
tentativo di comprendere lincomprensibile. E il reale è la cosa più
incomprensibile fra tutte» (p. 47). Lattenzione della drammaturgia italiana
verso la narrazione dellattualità si riconosce, come bene illustra Corrado
Rovida, nei testi di Stefano Massini,
nonché nei diversificati percorsi artistici basati sulla priorità del documento
(Filippo M. Ceredi e Muta Imago),
sulla rappresentazione oggettiva del reale attraverso i simboli (Daria Deflorian e Antonio Tagliarini), sullelemento biografico (Motus). Uno dei
fondatori del teatro della realtà è Rodrigo
García che nella conversazione con Rizzente si sofferma, tra laltro, sulla
ricaduta del suo linguaggio sperimentale sullattore chiamato a confrontarsi
con un testo-frammento privo di personaggi.
Carmen Pedullà si occupa della ricerca di Roger Bernat, drammaturgo regista e attore di spettacoli privi di
testo, basati sul gioco dellimprovvisazione e sulla partecipazione diretta e
costruttiva del pubblico.
Un altro modo altrettanto
singolare per raccontare la realtà è lassunzione del modello in scala in uso
in ambito museografico. Inteso anche come sottile polemica contro gli
spettacoli faraonici e contro la forza demistificatrice delle immagini, questo
procedimento trova nel teatro del catalano Señor
Serrano la sua punta di diamante, come bene dimostra Francesca Serrazanetti. Il depotenziamento della parola e la
contaminazione dei linguaggi costituiscono le fondamenta sulle quali il regista
e drammaturgo catalano Tiago Rodrigues
costruisce le proprie performances
analizzate da Graziano Graziani. Al
rapporto tra performer e spettatore
guarda con attenzione Marco Scotini
soffermandosi sullarte di Marina
Abramović, Anibal Lopez, ecc.
La consueta, corposa sezione
delle Critiche, preceduta dalle
pagine dedicate alla danza e alla lirica, ordina le tante recensioni degli
spettacoli secondo criteri regionali.Nella ricca Biblioteca Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo. Nella ricca Biblioteca Ilaria
Angelone e Albarosa Camaldo
raccolgono le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla
cultura dello spettacolo.
Le tante, utili informazioni de La società teatrale sono offerte da
Roberto Rizzente.
di Massimo Bertoldi
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