Vede
finalmente luce editoriale lultratrentennale progetto di catalogazione dei
ritratti di musicisti italiani e stranieri tra Cinque e Novecento conservati al
Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna. Oltre trecento
esemplari tra pitture e disegni a pastello o a gessetto affidati alle cure di
un team di musicologi e storici
dellarte che, con rigore filologico, rende fruibile per un pubblico di
specialisti e appassionati quellinestimabile tesoro incardinato sulla celeberrima
quadreria tardo-settecentesca di padre
Martini.
Teorico,
didatta, musicista egli stesso, Giambattista Martini iniziò a raccogliere intorno
alla metà del Settecento una serie di dipinti di interesse musicale. Animato dallo
scopo di completare la sua Storia della
musica in più tomi (1757-1781) con un ulteriore volume a carattere
iconografico, il minore conventuale compose a partire dal 1770 una monumentale iconoteca
pittorica nelle stanze del convento bolognese di San Francesco. Tale
patrimonio, trasferito in età napoleonica presso il Liceo musicale locale, si
arricchì tra Otto e Novecento dei ritratti di personalità più o meno insigni
della cultura coeva, appartenenti in buona parte al milieu cittadino.
I
dipinti di padre Martini e le addizioni seriori della quadreria offrono una
impareggiabile testimonianza dellattività musicale di Bologna nel corso dei
secoli. Trainata dal prestigio dellAccademia Filarmonica, fin dalla metà del
Seicento la città felsinea si era imposta come una vera e propria capitale
della musica. Snodo imprescindibile di una rete internazionale di corti,
teatri, cappelle e accademie musicali, fu crocevia di compositori, cantanti,
suonatori provenienti da tutta Europa.
Gli
esemplari predisposti dal frate francescano per la sua collezione sono scelti
più per il loro valore documentale che per la qualità artistica. Non di rado la
galleria restituisce lunica effigie pittorica a oggi nota di taluni soggetti, tra
cui musicisti di prima grandezza quali Gioseffo
Zarlino, Giovanni Legrenzi, Antonio Maria Bononcini, Giovanni Battista Sammartini. Si
registrano inoltre rari ritratti certificati di Alessandro Scarlatti, Caldara,
Gluck, Mozart nonché, tra i post-martiniani, di Isabel Colbran. Non mancano i capolavori: si pensi allo splendido olio
su tela del castrato Carlo Broschi detto il Farinelli eseguito alla corte di Madrid da Corrado Giaquinto
(1753-1755 ca.); oppure alle celebri ante di libreria con scaffali di libri
musicali frutto della maestria di Giuseppe
Maria Crespi (1725 ca.). Un posto donore spetta al ritratto di Johann Christian Bach realizzato da Thomas Gainsborough, unico quadro del
pittore inglese posseduto da un museo italiano (1776 ca.). Altro fiore allocchiello
il misterioso ritratto anonimo di violinista e compositore identificato in
passato con Antonio Vivaldi in virtù
di un presunto ciuffo di capelli rossi che spunterebbe da sotto la parrucca.
La
catalogazione dei quadri, tutti riprodotti a colori in ottima risoluzione, è
introdotta da tre studi di Angelo Mazza
e Alfredo Vitolo che ricostruiscono la
storia delliconoteca di padre Martini, soffermandosi sullintreccio di uomini
e di cose che diedero vita a quel grandioso progetto, stilando un inventario
della fitta corrispondenza martiniana con quanti condivisero limpresa e delineando
un prospetto relativo alla gestione e alla catalogazione della quadreria nel
Liceo musicale di Bologna. A seguire gli ottimi approfondimenti sui citati
dipinti di Giaquinto (di Lorenzo
Bianconi e Maria Cristina Casali
Pedrielli) e di Crespi (dello stesso Mazza), più un contributo a firma di Giovanna Degli Esposti sulla quadreria
post-martiniana in rapporto alla ritrattistica bolognese a cavallo tra Ottocento
e i primi decenni del secolo successivo.
Il
catalogo dei ritratti, raggruppati per campiture cronologiche e ordinati
alfabeticamente per soggetto, prevede schede singole per un totale di
trecentoundici unità. Ogni scheda, più o meno corposa, presenta una
intestazione con i dati essenziali del dipinto: soggetto, autore, tecnica,
supporto, formato, eventuali iscrizioni. Seguono
dettagliate notizie storico-critiche, informazioni sullo stato di conservazione
del ritratto e una bibliografia aggiornata.
In appendice, Angelo
Mazza propone una ulteriore schedatura di ritratti alienati, danneggiati,
dispersi: in seguito alle confische dei beni ecclesiastici ordinate in età
napoleonica, o per le condizioni di degrado, oppure a causa di vendite e
cessioni effettuate dal Comune di Bologna nel corso del tempo. Chiudono il
volume la ricca bibliografia e gli indici dei soggetti e degli artisti.
di Gianluca Stefani
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