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Theaterheute, Nr. 1, Januar 2019


72 pp., euro 15,00
ISSN 0040 5507

Si apre con Vögel di Wajdi Mouawad la serie di recensioni dei principali spettacoli realizzati nei paesi di lingua tedesca raccolte nelle pagine di Aufführungen. Si tratta di una fiaba moderna contaminata da elementi thriller che, con la forza della tragedia greca, racconta violenze e tensioni familiari sullo sfondo del conflitto medio orientale.   
 
Evgenia Dodina, Martin Bruchmann e Silke Bodenbender sono alcuni tra gli attori scelti dal regista Burkhard C. Kosminski per due importanti produzioni dello Schauspielhaus di Stoccarda: l’Orestea di Eschilo, reinterpretata in chiave contemporanea da Robert Icke e affidata alle competenze di Matthias Leja, Ruben Kirchhauser, Sylvana Krappatsch e Salome Sophie Roller; e Die Abweichungen di Clemens J. Setz, per la regia di Elmar Goerden, una sorta di thriller metafisico e al contempo una satira sull’arte contemporanea.   
 
Piuttosto interessanti sono le proposte di Berlino, quali ad esempio la rappresentazione di Die Verdammten che David Bösch ha ricavato dal film La caduta degli dei di Luchino Visconti. Lo spettacolo, che fa riferimento all’ondata reazionaria presente in Europa, è ben interpretato sul palcoscenico del Berliner Ensenble da un cast di grandi attori tra cui spiccano Peter Moltzen, Sina Martens, Martin Rentzsch, Nico Holonics, Wolfgang Michael. La Schaubühne ha inserito nella propria programmazione  Italienische Nacht di Ödön von Horváth per la regia di Thomas Ostermeier, con Alina Stiegler e Sebastian F. Schwarz impegnati nei ruoli principali. Incontri notturni ambientati in una periferia urbana, in cui memorie e desideri segnano l’esistenza di anime solitarie, costituiscono l’intreccio di Die stillen Trabanten, che Armin Petras ha ricavato dai racconti di Clemens Meyer per il Deutsches Theater, con interpreti Božidar Kocevski, Maike Knirsch, Katrin Wichmann e Peter Kurth
 
Ha sorpreso pubblico e critica presenti allo Schauspiel di Colonia l’allestimento ironico e brioso di Der grüne Junge, adattamento drammaturgico dell’omonimo romanzo di Fedor Dostojevskij a cura di Frank Castorf, che firma una regia impostata su ritmi incalzanti e movimenti esagitati. Tra gli attori si sono distinti Tiphanie Raffier, Nikolay Sidorenko, Nicolas Lehne, Sabine Waibel. Lo stesso teatro ha prodotto l’allestimento di Reinische Rebellen di Arnolt Bronnen in cui si ricostruisce il tentativo di fondare una repubblica renana al tempo della Repubblica di Weimar. Affidato alla regia di Sebastian Baumgarten, lo spettacolo stimola riflessioni sulle tendenze autonomistiche oggi serpeggianti in Europa.  Falk Richter omaggia David Bowie con il suo Lazarus, andato in scena allo Schauspielhaus di Amburgo. Il testo è la riduzione teatrale del romanzo The Man Who Fell to Heart di Walter Tevis a firma di Enda Walsh per uno spettacolo basato su musiche e video della star inglese interpretata da Alexander Scheer, con Johanna Lemke, Nina Wollny, Chris Scherer e Gala Othero Winter.
   
Dritte Republik è la novità di Thomas Köck allestita al Thalia Theater da Elsa-Sophie Jach e dallo stesso Köck. Bekim Latifi, Björn Meyer e Barbara Nuts interpretano una storia fantastica ambientata nel 1918 in cui si disegnano i confini di una nuova Europa.   
 
Aufführungen conclude il suo viaggio allo Schauspiel di Lipsia per dare notizia di Atlas dello stesso Thomas Köck. Il testo, pubblicato in versione integrale in questo numero di «Theaterheute», prende spunto dai fenomeni migratori per incrociare racconti di esistenze alla ricerca della propria identità. La regia è di Philipp Preuss; gli interpreti sono Ellen Hellwig, Sophie Hottinger, Denis Petrovič, Marie Rathscheck.     
 
Le pagine di Akteure ospitano due importanti interviste. La prima chiama in causa Veronica Kaup-Hasler, in passato dramaturgin allo Stadttheater di Basilea e alle Wiener Festwochen e oggi assessore alla cultura di Vienna. Si parla di progetti culturali condivisi tra i vari teatri della città e dell’importanza del teatro indipendente come contenitore di linguaggi sperimentali a livello testuale e scenico. La conversazione con Stefanie Carp, direttrice del festival Ruhrtriennale, approfondisce tematiche di primaria importanza quali il rapporto tra politica e teatro e l’urgenza da parte dello spettacolo di farsi portavoce di istanze di libertà e di democrazia.  
 
La sezione International si apre con il racconto di una singolare esperienza vissuta da alcuni attori e attrici dello Schauspielhaus di Graz in Burkina Faso, dove si sono recati per raccogliere materiali utili per la realizzazione dello spettacolo Die Revolution frisst ihre Kinder! di Jan-Christoph Gockel recentemente presentato nella città stiriana. Segue un contributo che si occupa della scena parigina con le rappresentazioni di La Nuit des Rois (La dodicesima notte) di Shakespeare a cura di Thomas Ostermeier alla Comedie Française e di Tartuffe di Molière nella versione di Peter Stein al Théâtre de la Porte du Saint Martin.   
 
Ampio spazio viene riservato ai Festivals. Il Fast-Forward di Dresda, rivolto a giovani registi europei,  ha proposto sedici spettacoli tra cui Orchiektomie Rechts di Noam Brusilovsky, Yvonne, prinses van Bourgondië di Witold Gombrowicz per la regia di Timeau De Keyser, Mining Stories di e con Silke Huysmans e Hannes Dereere.   
 
Il problema della distribuzione della ricchezza nella contemporaneità è stato il leitmotiv della decima edizione della rassegna Politik im Freien Theater ai Kammerspiele di Monaco. Linguaggi sperimentali e innovativi hanno caratterizzato The End of the World as We Know It di Corinne Maier, Oratorium. Kollektive Andacht zu einem Wohlgehüteten Geheimnis delle She She Pop e Creation (Pictures for Dorian) di Gob Squad. Save your Soul è il titolo del festival alla Sophiesaele di Berlino che ha ospitato, tra i tanti, il collettivo The Agency con Quality Time e Ann Liv Young e Marissa Mickelberg con Good Sherry

di Massimo Bertoldi


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