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Theaterheute, Nr. 10, Oktober 2018


80 pp., euro 15,00
ISSN 0040 5507

Il numero autunnale di «Theaterheute» si apre con un dettagliato resoconto dei principali festival della tarda estate tedesca. 

Si inizia con la rassegna Ruhrtriennale che si caratterizza per la trasformazione di spazi urbani in luoghi di spettacolo. Racconta la storia del capitalismo industriale Diamante del regista argentino Mariano Pensotti con il suo Grupo Marea impegnato nel capannone del Landschaftspark di Duisburg. Negli ambienti della Jahrhunderthalle di Bochum, Christoph Marthaler ha realizzato l’imponente Universe, incomplete liberamente ispirato a Universe Symphony del compositore americano Charles Ives, mentre Schorsch Kamerun ha firmato l’installazione-concerto Nordstadt Phantasien/Club Kohleausstieg. Infine, a dimostrazione della varietà dei linguaggi esibiti in questa importante rassegna di teatro di ricerca, è doveroso segnalare Das Floß der Medusa di Hans Werner Henze nella versione curata da Kornél Mundruczó e interpretata da Tilo Werner.

Ci si sposta a Salisburgo dove si è svolta l’annuale edizione della prestigiosa manifestazione fondata da Max Reinhardt e Hugo von Hofmannsthal (1920), ora diretta da Markus Hinterhäuser. Di scena il “tradizionale” Jedermann di Hofmannsthal con Tobias Moretti e Stefanie Reinsperger applauditi protagonisti. Il Landestheater ha ospitato una versione moderna, caratterizzata da marcate tensioni erotiche tra i personaggi, di Penthesilea di Heinrich von Kleist secondo la rigorosa regia di Johan Simons e la partecipazione dei talentuosi Sandra Hüller e Jens Harzer. Nello stesso teatro si è tenuta la messinscena di Die Persen (I Persiani) di Eschilo curata da Ulrich Rasche con un taglio corale sostenuto da installazioni video e musiche minimali. Tra gli attori si sono distinti Patrycia Ziółkowska, Max Bretschneider, Toni Jessen. Ha ottenuto lusinghieri consensi anche Kommt ein Pferd in die Bar di Dušan David Pařízek, dall’omonimo romanzo di David Grossmans (2014), affidato alle competenze di Samuel Finzi e Mavie Hörbiger. 

La sezione Festivals si conclude con la Wiesbaden Biennale curata da Maria Magdalena Ludewig e Martin Hammer, con una programmazione ricca di eventi distribuiti in diversi spazi e ambienti della città quali il City-Passage, parcheggi, cinema, magazzini. Seguendo il motto Bad News si sono susseguite accattivanti performances come Revisited di Roger Ballen e Creation (Pictures for Dorian) della compagnia Gob Squad. 

La sezione Aufführungen, spazio riservato alle recensioni degli spettacoli più importanti di recente produzione in area tedesca, inizia con Nathan der Weise di Lessing in scena al Theater di Hannover per la regia di Oliver Frljić che inserisce nel dramma settecentesco significativi riferimenti all’olocausto. Una recitazione fredda, quasi didascalica, ha contraddistinto l’esibizione di Andreas Schlager, Beatrice Frey, Hannah Müller e Johanna Bantzer. Lo stesso testo è stato affrontato da Monika Gintersdorfer e Knut Klaßen al Theater di Brema, prestando particolare attenzione ai conflitti religiosi che diventano terreno di scontro tra civiltà europea e civiltà africana. Gli interpreti erano Gotta Depri, Tucké Royale, Matthieu Svetchine, Ted Gaier, Justus Ritter. 

Dalla scena berlinese emergono allestimenti di inedite opere contemporanee, a partire da You Are Not the Hero of This Story di Lucien Haug e Suna Gürler, una produzione del Maxim Gorkij Theater affidata alla regia della stessa Gürler, in cui si dibatte il ruolo dell’uomo nella società contemporanea. Sul palco dello stesso teatro berlinese è stato allestito Yes but No della regista Yael Ronen in cui si portano alla luce con ironia le contraddizioni del movimento femminista #MeToo contro le molestie sessuali. Nei ruoli principali si sono distinti Svenja Liesau, Riah May Knight, Orit Nahmias, Lindy Larsson, Taner Sahintürk. Cabaret e commedia boulevard hanno impreziosito il movimentato Cry Baby di René Pollesch al Deutsches Theater con Sophie Rois nel ruolo della protagonista. 

Le pagine di Akteure sono dedicate al profilo artistico dello scenografo e regista Johannes Schütz recentemente salito alla ribalta per la messinscena presso lo Schauspielhaus di Düsseldorf di Die Göttliche Komödie (Divina commedia) di Dante Alighieri. Nel suo percorso creativo figurano importanti lavori allo Schiller Theater e ai Kammerspiele di Monaco, nonché al Deutsches Theater di Berlino dove, nel 2005, Schütz si è distinto per l’impianto scenografico di Peer Gynt di Ibsen

Lo scrittore e traduttore austriaco Clemens J. Setz, noto per il dramma Die Frequenzen (2016) che ha debuttato allo Schauspielhaus di Graz (regia di Alexander Eisenach), nell’intervista rilasciata a «Theaterheute» spiega il contenuto e le caratteristiche della sua nuova creazione, Die Abweichungen, pubblicata in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero. 

Le pagine dedicate a International si occupano della scena inglese, caratterizzata dalla produzione di parodie sul cinema, come Network di Paddy Chayefsky nell’adattamento firmato da Ivo van Hove e interpretato per il National Theatre di Londra da Tunji Kasim e Michelle Dockery, e The Prudes di Anthony Neilson in visione alla Royal Court con Jonjo O’Neill e Sophie Russell applauditi protagonisti.


di Massimo Bertoldi


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