Un pregio del volume di Anna Di Noto e Francesco Montuori è il ricco apparato iconografico. Fotografie,
schizzi, ipotesi di ricostruzione raccontano per immagini la storia della scena
prospettica del teatro di Sabbioneta dalla sua ideazione nel 1588 alla restituzione
alla fine degli anni Novanta del secolo scorso. Una decisione presa dal Comune
di Sabbioneta nel 1995, quando partecipò a un concorso della Commissione delle
Comunità Europee e ottenne i finanziamenti necessari a completare il restauro delledificio
e ricostruire la perduta scena prospettica. La scenografia, realizzata con la
consulenza di Stefano Mazzoni, fu inaugurata il 9 novembre 1996.
Un compito non facile. Come è noto la
scena plastica e policroma realizzata in legno da Vincenzo Scamozzi è andata perduta e il riferimento principale per il
suo studio è lo schizzo autografo 191A del Gabinetto Disegni e Stampe degli
Uffizi. La didascalia in calce al documento ci informa che esso fu stilato nel maggio
1588 come progetto provvisorio da sottoporre allapprovazione del committente Vespasiano Gonzaga. Il foglio, ricco di
preziosi appunti e puntuali suggerimenti, raffigura la pianta del teatro e una sezione
longitudinale della cavea sormontata dal peristilio, dellorchestra inclinata e dellimpianto del palcoscenico. Su un tradizionale palco a scena fissa con prospettiva
monofocale a lontananza limitata, privo sia di arcoscenico che di scenafronte, è
proposta una veduta di città con uninedita sintesi delle tre scene
vitruviano-serliane: gli edifici nobili tipici della tragica convivono con
quelli più modesti della comica, cui si aggiunsero in fase esecutiva gli
affreschi delle pareti del proscenio (di cui resta la bottega del Cerusico) e la
veduta boschereccia sul fondo del palco, ancora oggi parzialmente visibile. Per
opportuni approfondimenti storico-filologici rinviamo il lettore al saggio di
Mazzoni, «Oltre le pietre»: Vespasiano
Gonzaga, Vincenzo Scamozzi y el teatro de Sabbioneta, in Teatro clásico italiano y español. Sabbioneta y los lugares del teatro, a
cura di M. del V. Ojeda Calvo, M. Presotto,
València, Universitat de València, 2013, pp. 11-63. Un impianto scenico che suscitò forti emozioni
negli spettatori, ma di cui abbiamo perduto il progetto esecutivo. I moderni
progettisti si così trovati a dover rispondere a non pochi interrogativi: come
risolvere alcune incongruenze tecniche e libertà geometriche dettate dal
carattere preparatorio del disegno degli Uffizi? E soprattutto, come sopperire
alla mancanza di testimonianze per uno dei due lati della scena prospettica? Da
qui la condivisibile decisione di non perseguire impossibili intenti filologici,
ma di realizzare una scena “nuova” che, pur marcando nelle tecniche impiegate
il distacco temporale con loriginale, restituisce lo spazio unitario
progettato da Scamozzi e riflette il sogno di Vespasiano Gonzaga: una
Sabbioneta città esemplare da raffigurare attraverso i suoi edifici simbolici.
di Lorena Vallieri
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