Questo
studio costituisce un contributo importante alla messa in luce della
storiografia teatrale settecentesca con particolare riferimento al repertorio
tragico del tempo: degli italiani sono studiati soprattutto Giovanni Mario Crescimbeni, Gian Vincenzo Gravina e Ludovico Antonio Muratori; tra i francesi
di particolare interesse sono i riferimenti a Pierre Corneille e allabate François
Hédelin dAubignac.
Enrico Zucchi ha il merito di
sottolineare come le opere di Scipione
Maffei (Verona, 1675-1755) registrino un felice «adattamento del codice
compositivo tradizionale alle esigenze sceniche che venivano colte dai
professionisti del teatro», tanto che nel dramma di maggiore interesse dello
scrittore veronese (Merope, opera
composta nel 1713 ma edita solo nel 1730, insieme ad altri lavori) pare di
poter rilevare che resista «quanto della Poetica
di Aristotele si confaceva alle
esigenze di un pubblico moderno». Libridazione di antico e moderno, dovuta
anche al contributo scenico degli attori, avrebbe consentito una felice
trasgressione delle norme di quella «scrittura regolata» che era invece ricercata
con una certa ostinazione da altri drammaturghi del primo Settecento (p. 40).
Se
lautore del saggio ricorda opportunamente quanto i testi di quel periodo obbedissero
alle riserve moralistiche (soprattutto di fonte italiana) avverse alle
rappresentazioni erotiche del repertorio francese, daltro canto rileva come
quellatteggiamento non ripiegasse verso lesile sentimentalismo che era uno
dei caratteri distintivi del genere letterario e teatrale a quel tempo in voga:
la pastorale dispirazione seicentesca. Per la rappresentazione delle tensioni
passionali e tragiche i testi di quella drammaturgia si servono di uno stile di
ispirazione “classicista”. Un tema – questo dei contenuti e delle forme
espressive delle passioni messe in scena e sulla carta – su cui si sono
soffermati, in altre occasioni e con ottimi contributi, studiosi quali Giovanna Gronda, Silvia Contarini, Arnaldo Di
Benedetto, Paola Luciani e Enrico Mattioda: tutti, in questo
libro, opportunamente utilizzati e menzionati. Si tratta, del resto, di uno dei
motivi cardine dellevoluzione drammaturgica che segnò la riflessione teorica e
la sperimentazione di quel tempo.
Nel
libro lautore suggerisce anche alcune utili correzioni intorno alla biografia
calepiana.
di Siro Ferrone
|
|