Questo numero di «Theaterheute» si apre con Aufführungen la ricca sezione dedicata alle recensioni degli
spettacoli più importanti di recente produzione realizzati nei paesi di lingua tedesca.
Si inizia dal Theater di Basilea dove Ewald
Palmetshofer ha rivisitato Vor
Sonnenaufgang di Gerhart Hauptmann
accordando ai personaggi tratti contemporanei nel clima di depressione
psicologica vissuto allinterno del nucleo famigliare. Interpreti efficaci Steffen Höld, Myriam Schröder, Michael
Wächter, Cathrin Störmer e Pia Händler.
Il medesimo dramma è stato allestito al Burgtheater di Vienna da Dušan David Pařízek nella
rielaborazione drammaturgica dello stesso Palmetshofer pubblicata integralmente
dalla rivista berlinese nella sezione Das
Stück. In scena si sono distinti Markus
Meyer, Dörte Lyssewski, Michael Maertens e Marie-Luise Stockinger. Con la messinscena di Radetzkymarsch dallomonimo romanzo di Joseph Roth si rimane nel principale teatro austriaco; la regia di Johann Simon trasferisce i segnali
della decadenza imperiale asburgica nel declino dellOccidente odierno utilizzando
due attori quali Philipp Hauss e Johann Adam Oest. In questa atmosfera di
declino con tocchi grotteschi si muove anche Die Zehn Gebote, riduzione dellomonimo film di Krzysztof Kieslowski per la regia di Stephan Kimmig, che si avvale del
contributo di pregevoli attori per questa riuscita produzione del Volkstheater:
da Peter Fasching a Jan Thümer, da Anja Herder a Gàbor Biedermann.
Al Residenztheater di Monaco si segnala lallestimento dello shakespeariano
Richard III rappresentato
con toni duri e aspri quali segni di isolamento politico da Michael Thalheimer che consegna il
ruolo del titolo a Norman Hacker
affiancato da Charlotte Schwab, Hanna Scheibe, Marcel Heuperman. Singolare e molto apprezzata la proposta di Christopher Rüing che ai Kammerspiele
ha allestito Trommeln in der Nacht di
Bertolt Brecht riproducendo con
rigore filologico la celebre edizione del 1922 ora affidata alle competenze
espressive di Hannes Hellmann, Wiebke Puls e Wiebke Mollenhauer.
Piuttosto movimentata e stimolante si presenta la scena berlinese a partire
dalla rappresentazione di Les Misérables
che Frank Castorf ha ricavato dallomonimo romanzo di Victor Hugo (produzione del Berliner Ensemble) per riflettere sulle
nuove forme di povertà contemporanea e per indagare il tormento esistenziale
dei vari personaggi interpretati da Stefanie
Reinsperger, Valery Tscheplanowa
e Aljoscha Stadelmann.
Dal cartellone del Deutsches Theater emergono due protagonisti della
drammaturgia francese. Il regista Ivan Panteleev ha scelto Die Zofen di Genet per sviluppare una lettura scenica focalizzata sullerotismo a
tratti trasgressivo del testo, interpretato con coerenza da Bernd Stempel, Samuel Finzi e Wolfram Koch
abili nel gioco di sdoppiamento dei personaggi. A
Das Missverständnis di Albert Camus la regia di Jürgen Kruse
si è rapportata con marcato rispetto testuale, indispensabile per trasferire
sulla scena le tante sfumature interiori dei vari personaggi recitati da Jürgen Huth, Linda Pöppel, Barbara
Schnitzler, Alexandra Finder.
Si ispira a Die Troerinnen di Euripide Beute Frauen Krieg della regista Karin Henkel, che trasforma gli eroi greci in personaggi
doggi attivi in un tormentato nucleo famigliare.
Christian Baumbach, Hilke Altefrohne, Isabelle Menke e Dagna
Litzenberger si sono esibiti con successo sul palcoscenico dello
Schauspielhaus di Zurigo, sul quale sono saliti anche gli interpreti di Mir nämeds uf öis di Christoph Marthaler, anche regista di uno spettacolo che proietta gli
attori in una dimensione eterea e quasi astratta.
Il percorso di Aufführungen si
conclude allo Schauspielhaus di Düsseldorf. Qui gli allestimenti condividono in
modo trasversale lanalisi della borghesia nel suo percorso storico. Il
discorso prende le mosse da Stützen der
Geselschaft di Henrik Ibsen per la regia asciutta e essenziale di Tilmann Köhler caratterizzata da una
pregevole impostazione realistica ben assimilata
da Sebastian Tessenow, Stefan Gorski, Judith Bohle, Alexej
Lochmann. Si prosegue con Dreigroschenoper
di Brecht: spettacolo affidato alle competenze di Andrea Kriegenburg che sviluppa un taglio comico di sapore circense
e cabarettistico impegnando gli attori a (Wolf
Danny Homann, Jonas Friedrich
Lombardi, Lou Strenger) in
unintensa prova fisica. A Die Tage, die
ich mit Gott verbrachte, cupa riflessione sullesistenza di Dio, segue Jeff Koons di Rainald Goetz, in cui si parla della funzione dellarte nella
società contemporanea in rapporto ai valori borghesi. André Kaczmarczyk, Florenze
Schüssler e Jona Hackmann ne sono stati i tre applauditi protagonisti.
Akteure è dedicato al profilo artistico di Rainer
Galke attore di punta del Volkstheater di Vienna recentemente affermatosi
in Kasimir und Karoline di Ödön von Horváth per la regia di Philipp Preuss. Galke ha esibito il suo estro espressivo in altri titoli
di successo quali Hangmen di Martin Mcdonagh (regia di Lukas Holzhausen) e Alte Meister di Thomas Bernhard (regia di Dušan David Pařízek).
In Theaterkulinarik si legge un
interessante articolo in cui si analizza il linguaggio artistico caratterizzante lallestimento dei buffet offerti al pubblico durante
lintervallo di uno spettacolo. Gli addetti alla gastronomia del viennese
Burgtheater dimostrano particolare gusto e attenzione allestetica sia nella composizione
dei piatti sia per la loro disposizione sui tavolini.
Le pagine di International
osservano lincidenza della Brexit a Londra nellambito della produzione
drammaturgica. Da segnalare lo sviluppo di un filone tematico caratterizzato da
riflessioni critiche che diventano visioni metaforiche della contemporaneità. È
il caso dellisolamento vissuto da una famiglia inglese come raccontato da Mike Bartlett in Albion. Con amarezza e ironia Rory
Mullarkey solleva la questione dellidentità inglese riscrivendo la celebre
leggenda di Saint George and the Dragon;
mentre Rob Drummond in The Majority ipotizza una preoccupante rinascita
di correnti reazionarie e neonaziste. Gli altri testi presi in esame sono An Octoroon di Branden Jacobs-Jenkins, Barber
Shop Chroniches di Inua Ellams, Heisenberg di Simon Stephen e Young Marx
di Richard Bean.
di Massimo Bertoldi
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