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Elena Mazzoleni

George e Maurice Sand sulle scene di Nohant. Il rinnovamento della Commedia dell’Arte


Milano-Udine, Mimesis, 2017, 312 pp., euro 24,00
ISBN 9788857540382

Il libro propone, sotto un titolo complessivo (Il teatro di Nohant), un’antologia costituita dalla trascrizione di sei testi manoscritti. Di questi, cinque sono firmati da Maurice Sand: risale al 1850 Le Mort-vivant; al 1851 L’Alchimiste; al 1862 La Farce du petit bossu;  al 1871 Jouets et mystères; al 1886 Balandard aux Enfers. Il sesto manoscritto, Le Spectre. Mélodrame en deux actes pour le théâtre de Nohant (1850), è invece opera di George Sand e risale al 1850.

I testi – accompagnati da sobrie note esplicative circa la loro grafia manoscritta – così come gli interventi a matita inseriti da Maurice Sand e l’uso diacritico del colore rosso – sono sempre preceduti dalla riproduzione fotografica della prima pagina di ogni manoscritto. Le frasi evidenziate in rosso paiono con evidenza corrispondere a ipotesi registiche degli autori: tra queste, di particolare interesse quelle relative a rappresentazioni da farsi in forma di pantomima. La natura della scrittura pare quindi essere quella di una vera e propria progettazione di arte performativa in azione.

Si prenda ad esempio il manoscritto contrassegnato dal titolo L’Alchimiste. Pantomime drôle» (pp. 150-169) per il quale i due Sand precisano che – come in tutti gli altri analoghi testi – «il ne s’agit pour nous que d’une chose, c’est d’être créateurs et non interprètes serviles» (p. 106). Deriva da questo punto di vista l’idea di una riforma letteraria che non doveva riguardare solo l’interpretazione degli scrittori, ma anche la conseguente (o autonoma) creatività messa in opera dagli attori.

Partendo da questo punto di vista si propone la necessità di una revisione totale delle forme dell’interpretazione recitativa: questa è chiamata – secondo il metodo proposto dai Sand – non a imitare la vita secondo le teorie aristoteliche e per il tramite delle emozioni, ma a interpretarla per via simbolica. Non solo. Da qui nasce anche l’idea drammaturgica fondata sul protagonismo della Super-marionetta come prototipo dell’attore perfetto: un’idea destinata a un grande successo nei circoli delle avanguardie novecentesche. Anche per questo la lettura del libro è consigliata per chi voglia coltivare idee non di maniera o scolastiche sullo spettacolo novecentesco.



di Siro Ferrone


La copertina

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Vedi qui anche la segnalazione di Lorena Vallieri

 
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