Il
libro propone, sotto un titolo complessivo (Il
teatro di Nohant), unantologia costituita dalla trascrizione di sei testi
manoscritti. Di questi, cinque sono firmati da Maurice Sand: risale al 1850 Le
Mort-vivant; al 1851 LAlchimiste;
al 1862 La Farce du petit bossu; al 1871 Jouets
et mystères; al 1886 Balandard aux Enfers. Il sesto
manoscritto, Le Spectre. Mélodrame en deux actes pour le théâtre de
Nohant (1850), è invece opera di George
Sand e risale al 1850.
I
testi – accompagnati da sobrie note esplicative circa la loro grafia
manoscritta – così come gli interventi a matita inseriti da Maurice Sand e
luso diacritico del colore rosso – sono sempre preceduti dalla riproduzione
fotografica della prima pagina di ogni manoscritto. Le frasi evidenziate in
rosso paiono con evidenza corrispondere a ipotesi registiche degli autori: tra
queste, di particolare interesse quelle relative a rappresentazioni da farsi in
forma di pantomima. La natura della scrittura pare quindi essere quella di una
vera e propria progettazione di arte performativa in azione.
Si
prenda ad esempio il manoscritto contrassegnato dal titolo LAlchimiste. Pantomime drôle» (pp. 150-169)
per il quale i due Sand precisano che – come in tutti gli altri analoghi testi –
«il ne sagit pour nous que dune chose, cest dêtre créateurs et non interprètes
serviles» (p. 106). Deriva da questo punto di vista lidea di una riforma
letteraria che non doveva riguardare solo linterpretazione degli scrittori, ma
anche la conseguente (o autonoma) creatività messa in opera dagli attori.
Partendo
da questo punto di vista si propone la necessità di una revisione totale delle
forme dellinterpretazione recitativa: questa è chiamata – secondo il metodo
proposto dai Sand – non a imitare la vita secondo le teorie aristoteliche e per
il tramite delle emozioni, ma a interpretarla per via simbolica. Non solo. Da
qui nasce anche lidea drammaturgica fondata sul protagonismo della
Super-marionetta come prototipo dellattore perfetto: unidea destinata a un
grande successo nei circoli delle avanguardie novecentesche. Anche per questo
la lettura del libro è consigliata per chi voglia coltivare idee non di maniera
o scolastiche sullo spettacolo novecentesco.
di Siro Ferrone
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