Il
numero annuale di «Teatro e Storia» n. 38 nuova
serie è da poco uscito con una selezione di articoli raccolti sotto il
titolo Fantasmi e fascismo. Il primo
termine, come spiega Mirella Schino
nellIntroduzione allAnnale 2017
(pp. 7-20), allude allarte del teatro e, in particolare, alla figura
dellattore. “Fantasmi” è tutto ciò che il teatro evoca e fa rivivere
attraverso quel complesso sistema di emozioni che, di sera in sera, rende
possibile lo spettacolo: «Gli attori guardano la platea per vedere fantasmi.
Gli spettatori fissano il palcoscenico e se il teatro ha qualità vedono
spettri» (p. 7). Una immagine suggestiva, già evocata, come noto, ne La tempesta di Shakespeare: «Gli attori, come dissi, erano spiriti, e scomparvero
nellaria leggera» (così Prospero nel IV atto).
Al
legame tra platea e palcoscenico si riferisce anche la lettera in apertura di
volume (pp. 21-24). Scritta dallattrice Iben
Nagel Rasmussen a Ferdinando Taviani
ricorda i sentimenti del fare teatro, ma anche quel legame profondo e spesso
rissoso tra lo studioso e il teatrante.
Dopo
un omaggio a Dario Fo a un anno
dalla scomparsa (pp. 25-26), Franco
Ruffini propone unanticipazione del suo prossimo libro, Grotowski e Gurdjieff, in cui racconta
il primo confronto pubblico tra i due maestri sotto forma di intervista su Gurdjieff a Grotowski, con Peter Brook
nel ruolo dellintervistatore (pp. 27-58).
Il
saggio metodologico di Raimondo Guarino
si interroga sul valore e sullutilità della nozione di Cultural performance – introdotta dallantropologia intorno alla
metà del secolo scorso – e sul rischio degli attuali studi teatrali di
sottovalutare «il mestiere, gli strumenti, la prospettiva dello storico» (pp. 385-398:
385).
Matteo Casari riflette sul
valore artistico del waki nel teatro nō. Considerata una figura marginale,
lattore che lo interpreta trascorre la maggior parte del tempo immobile e in
silenzio nel lembo più periferico dello spazio scenico. La sua “lateralità”,
reale e metaforica, è invece parte di quella vitale rete di relazioni che
sostengono la centralità dello Shite,
ne motivano e rendono possibile lazione (pp. 399-422). Alloriente guarda
anche lintervento di Alessandra
Cristiani, dedicato alla danzatrice giapponese Yoko Muronoi (pp. 423-424) e quello di Vito Di Bernardi sui Dharma
Pawayangan, trattati “metafisici” sul teatro delle ombre di area balinese
(pp. 425-448).
Dopo
una lettera di Omar Valiño sul
teatro cubano (pp. 449-461), Nicola
Savarese ripropone lintroduzione al volume I cinque continenti del teatro (2017), curato in collaborazione con
Eugenio Barba (pp. 463-467).
Il
secondo termine del titolo, fascismo,
indica la presenza di un corposo dossier sul Ventennio (pp. 59-384), riletto
non ripercorrendo le iniziative politiche sul teatro, ma attraverso locchio
del pubblico e quello degli artisti: cosa leggevano e cosa ascoltavano gli
spettatori quando si parlava di teatro? Come si comportarono gli attori sotto
la pressione di un regime che intendeva sempre più disciplinarli? Per dare una
risposta Raffaella Di Tizio ha cercato
le tracce del teatro tra gli articoli delle riviste non teatrali; Andrea Scappa si è concentrato sulle
commedie di Achille Campanile;
mentre Patricia Goborick ha inseguito
la voce di Nicola De Pirro nelle
pagine della rivista «Scenario», da lui fondata assieme a DAmico. Lo sguardo
del gruppo di ricerca si è allargato anche alle altre forme dello spettacolo,
come il varietà (Doriana Legge) e la
danza (Giulia Taddeo, Francesca Ponzetti e Samantha Marenzi). Lavori in progress, qui presentati attraverso
interventi, materiali, approfondimenti e schede «volutamente disparate»,
«perché volevamo conservare limpressione di star fotografando un tavolo da
lavoro e il suo disordine» (p. 61). Chiudono
il numero i Summaries in italiano e
in inglese (pp. 469-478) e lindice dellAnnale 25, 2016 di «Culture teatrali»:
Pensare il teatro. Nuova teatrologia e
Performance Studies (pp. 479-480).
di Lorena Vallieri
Trascriviamo di seguito l'indice:
Mirella
Schino, Introduzione allAnnale 2017
Iben
Nagel Rasmussen, “Il retro del tappeto”.
Lettera a Ferdinando Taviani
La
redazione, Per Dario Fo
Dossier. Teatri nel fascismo. Sette storie utili.
A cura di Mirella Schino, Raffaella Di Tizio, Doriana Legge, Samantha Marenzi,
Andrea Scappa
Introduzione (M.S.); Mirella Schino, Dal punto di vista degli attori. 1915-1921 e
oltre (schede: DAmico-Tofano-Ridenti;
Teatro maggiore e teatro minore); Raffaella Di Tizio, Il teatro in riviste non
teatrali. La scena di Strapaese. 1926-1935 (scheda: Complessità di Silvio dAmico); Doriana Legge, Il café chantant. Quella sarabanda attorno al magro albero della
cuccagna. 1900-1928 (scheda: Anna
Fougez, diva del varietà); Andrea Scappa, Il caso Campanile. Lamore fa fare questo e altro. 1930-1933
(scheda: La compagnia Za-Bum); Patricia Gaborik, The Voice of the
Institutions. The Inspector General, Nicola De Pirro. 1932-1939 (scheda: Due interventi per «Scenario»); Giulia
Taddeo, Istituzione danza: una polemica
giornalistica. 1932-1934 (scheda: Danza
e fascismo. Una bibliografia); Francesca Ponzetti, Cesarina Gualino e i suoi diari degli anni Venti; Samantha Marenzi,
Danza e Teosofia sullo sfondo del
fascismo. La formazione di Cesarina Gualino nelle lettere dal 1922 al 1929 (schede:
I Sakharoff su «The Theosophist»; I Diari di Cesarina Gualino 1933-1937; Un articolo sulle danze di Cesarina Gualino); Il gruppo di ricerca; Teatri-di-matita (didascalie a cura di
M. S.);
Raimondo
Guarino, Osservando la performance nel
passato. Da “I re taumaturghi” a “Il grande massacro dei gatti”
Matteo
Casari, Waki. Il “nō” visto di lato
Alessandra
Cristiani, Una maestra invisibile.
Lettera sulla scomparsa di Yoko Muronoi
Vito
Di Bernardi, Il “Dharma Pawayangan”.
Attore e yoga in un trattato balinese
Omar
Valiño, Largo viaje hacia el teatro de
una Isla. “carta”
Nicola
Savarese, Al lettore. Introduzione a “I
cinque continenti del teatro”, di Eugenio Barba e Nicola Savarese
Summaries
Sommario
di «Culture teatrali»
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