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«Per archi. Rivista di storia e cultura degli strumenti ad arco», a. XIII, n. 10, marzo 2018 Riviste

Il decimo numero di «Per archi» – rivista diretta da Maurizio Agamennone e dedicata al mondo degli strumenti ad arco – si apre con un intervento di Antonella D’Ovidio sulle forme e i modi della scrittura e della prassi violinistica a Roma tra il 1650 e il 1670 (pp. 13-38). Una produzione oggi poco nota perché trasmessa da una tradizione prevalentemente manoscritta che ha scoraggiato approfondite indagini storico-analitiche. La sua conoscenza si rivela invece essenziale per meglio comprendere anche la successiva produzione di un virtuoso come Arcangelo Corelli (1653-1713), giunto a Roma nel 1675.   

Morgan Davies, esperto di cordofoni di tradizione hindustani, mette a confronto il moderno sāraṅgī, utilizzato nella musica cólta dell’India del nord, con il Sindhi sāraṅgī, strumento di tradizione folklorica suonato dai Sāraṅgīyā Laṅgā del Rajasthan occidentale (pp. 39-55).   

Giulia Sarno, seguendo un suggerimento di Siro Ferrone, che invita a cercare nella tradizione iconografica della Commedia dell’Arte le tracce più cospicue dell’attività musicale degli attori professionisti, nota la ricorrenza di determinati strumenti musicali. Tra questi la lira da braccio (pp. 57-87). La comparazione dei documenti figurativi e delle fonti letterarie del XVI secolo ha condotto la studiosa a ipotizzare le prassi performative in cui essa veniva impiegata.   

La rubrica Musiche “per archi” presenta un brano per violoncello e pianoforte composto nel 2016 da Luigi Pecchia: Three for Two (pp. 91-94). Mentre Storie di oggi propone un contributo di carattere metodologico sulle risposte psicologiche e fisiologiche allo stress nell’attività dei musicisti (pp. 97-123).   
 
La sezione Didattica ospita uno studio di Giulia Guardenti sulla violinista e compositrice britannica Rebecca Clarke (1886-1979). La trattazione segue una prospettiva critica attenta all’esperienza e alla sensibilità femminile nello strumentalismo e nella composizione (pp. 127-144).   
 
Chiude il numero la rubrica “Soli” d’autore in cui Vincenzo Caporaletti trascrive e analizza Ekim, una cadenza improvvisata alla violectra di Michał Urbaniak (1943- ), violinista polacco-americano felicemente impegnato nell’ibridazione del jazz con le pratiche del rock (pp. 147-161). 

                                                                       di Lorena Vallieri


Di seguito riportiamo l'indice del volume:


Presentazione di Maurizio Agamennone   

SAGGI   

Corelli e il “violinismo romano”: un’indagine quasi indiziaria 
di Antonella D’Ovidio   

The sāraṅgī in contemporary North Indian music practice: A comparison of classical and folk contexts 
di Morgan Davis   

Strumenti ad arco nell’iconografia della Commedia dell’Arte cinquecentesca: la lira da braccio 
di Giulia Sarno

MUSICHE “PER ARCHI”   

“Three for Two”. Per violoncello e pianoforte (2016)
di Luigi Pecchia   

Il terzo ciclo di studi superiori e la ricerca in campo musicale: un’esperienza su quando e quanto “pensare con il corpo” può diventare importante per un musicista
di Fiammetta Facchini   

DIDATTICA   

Una compositrice: Rebecca Clarke 
di Giulia Guardenti   

“SOLI” D’AUTORE   

Audiotattilità visiva  di Michał Urbaniak. La cadenza di violectra in “Ekim” 
di Vincenzo Caporaletti   

Gli autori   

Indice dei numeri precedenti 


 
La copertina



 
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