Il
sesto numero della nuova serie degli «Studi goldoniani» si presenta
snello, corredato di contributi interessanti e arricchito di nuovi
apparati: abstracts (in italiano e inglese) e indice dei nomi
e delle opere.
Roberto Alonge analizza Una delle ultime sere di carnovale individuando una serie di piccoli elementi conflittuali disegnati con
minuzia da Carlo Goldoni: da un lato la trama sottile di rapporti
gerarchici allinterno del nucleo borghese di cui fanno parte i
personaggi; dallaltro lopposizione amore/lavoro che emerge in
ogni rapporto tra le figure femminili, portatrici del desiderio
sentimentale e fisico, e quelle maschili, esempi concreti di
ambizione professionale.
Anna
Laura Bellina
fornisce un aggiornamento sui lavori del sito www.variantiallopera.it, che raccoglie le molteplici redazioni per la scena di sei
libretti goldoniani ( La
favola de tre gobbi,
LArcadia
in Brenta,
Il
negligente,
Il
mondo della luna,
Il
mondo alla roversa,
Il
filosofo di campagna).
Il saggio si concentra sullutilità di due strumenti informatici:
il programma per la scansione metrica, che consente di ricavare il
rimario e di esaminare la correttezza di versi e strofe; nonché i
dispositivi per la collazione automatica dei testi verbali, per un
confronto tra microvarianti tematiche in edizioni diverse del
medesimo libretto.
Il
saggio di Pervinca Rista è dedicato al mezzo carattere come
“evoluzione” del personaggio teatrale verso il realismo e la
verità psicologica. Vi si esamina il contributo di Goldoni alla
creazione di una figura mediana tra il serio e il buffo che, come i
protagonisti della nascente commedia di carattere, asseconda i gusti
sempre più moderati sia del pubblico italiano sia di quello europeo.
Rigoroso
e ricco di interesse lo studio di Valeria Tavazzi sullo
scritto anonimo Lettere sopra la nuova commedia. Il testo,
edito nel 1755 a Venezia, è una sorta di manuale per lo “spettatore
critico”, con qualche suggerimento agli autori. Con i riferimenti
ad alcune commedie di Pietro Chiari e di Goldoni, le Lettere contribuiscono a scrivere un nuovo capitolo sulle “gare teatrali”
tra i due drammaturghi, oltre a fornire un ulteriore esempio della
dimestichezza del pubblico della Serenissima con il teatro.
Cristina Cappelletti studia Li poeti comici di Giulio Cesare
Becelli. Autore minore, è noto, sostenitore della “riforma”
goldoniana, Becelli elegge questa sua pièce a piccolo
trattato-manifesto della nuova drammaturgia comica.
Le indagini di Giovanni Polin sul teatro musicale veneziano
nel XVIII secolo si arricchiscono di un nuovo studio su Le nozze di Paride di Pietro Chiari rappresentato nellautunno 1756 al
teatro San Giovanni Grisostomo con musiche (perdute) di Baldassarre
Galuppi. Lopera, un misto di serio e buffo, combinava attori e
cantanti in unalternanza consueta per le composizioni del tempo,
in aggiunta alle scenografie sfarzose tipiche dellopera seria e
agli interventi danzati. Loriginale tentativo di Chiari si
risolse tuttavia in unoperazione drammaturgica dalle forme
confuse. Un fiasco.
Chiudono
il volume un breve intervento di Cesare De Michelis dedicato a
Sergio Romagnoli e la consueta bibliografia goldoniana (2015) a cura
di Sandro Frizziero, oltre allutilissimo citato indice dei
nomi e delle opere.
di Lorenzo Galletti
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