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Moreno Bucci

I disegni del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Inventario IV (1963-1973)


Firenze, Olschki, 2017, 2 voll., 790 pp., 2.333 figg., euro 195,00
ISBN 9788822265241

Grazie al sostegno economico della Fondazione Carlo Marchi e all’impegno della casa editrice Olschki, l’inventario dei disegni del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si è arricchito di un nuovo volume in due tomi, dedicati rispettivamente agli anni 1963-1969 e 1970-1973. Una pubblicazione attesa da tempo e accolta con entusiasmo quale valido strumento di lavoro per gli storici dello spettacolo e non solo. Si pensi al valore di quei documenti per chi si interessa alla grafica del Novecento. O ai nuovi orizzonti di indagine per la storia dell’arte, grazie alla possibilità di avvicinarsi alle creazioni per la scena di pittori come Primo Conti, Corrado Cagli e Felice Casorati.

Bozzetti, modellini di scena, figurini per i costumi e studi per l’attrezzeria sono puntualmente inventariati. Una sorta di «carta d’identità» (p. IX) registra autore, numero di inventario, soggetto, dati tecnici, misure, postille, timbri della collezione, mostre e bibliografia, nonché una riproduzione fotografica di alta qualità, per un totale di oltre duemila immagini. Ogni scheda è preceduta dall’indicazione dello spettacolo di riferimento in cui sono specificate le maestranze. Apprezzabile la scelta di adottare nella schedatura un ordine cronologico anziché isolare i diversi artisti, permettendo così di seguire, stagione dopo stagione, la storia di quell’importante palcoscenico.

Fernando Farulli, Atto unico: fondale, per Volo di notte di Luigi Dallapiccola, 1964, MMF, 5161. inv. 535
Fernando Farulli, Atto unico: fondale, per Volo di notte di Luigi Dallapiccola, 1964, MMF, 5161. inv. 535

La pubblicazione sarà apprezzata anche dagli amanti del Maggio, ché in quelle pagine rivivranno gli anni cruciali dell’istituzione fiorentina, punto di riferimento imprescindibile per la vita culturale italiana e non solo. Merito della direzione artistica di Roman Vlad (1964, 1968-1972) che, sostenuta dai sindaci Giorgio La Pira e Luciano Bausi e dai sovrintendenti Remigio Paone e Nicola Pinto, aveva aperto la programmazione del Maggio anche alle arti non sceniche. Organizzato mostre, rassegne cinematografiche, convegni internazionali multidisciplinari. Assicurando inoltre il contributo artistico di importanti teatri dell’Est europeo e chiamando registi come René Clair. Un cantiere vitale che vide un giovanissimo Riccardo Muti diventare direttore stabile dell’orchestra, mentre si avviavano proficue collaborazioni con direttori quali Claudio Abbado e Zubin Mehta e si confermavano quelle con Vittorio Gui e Bruno Bartoletti. Infine, nel 1967, il debutto del corpo di ballo stabile del Maggio Musicale Fiorentino.

Giulio Coltellacci, Quadro quarto:
Giulio Coltellacci, Quadro quarto: «Prodigi della invenzione», per Excelsior di Luigi Manzotti, 1967, MMF, inv. 590

L’inventario, avviato nel 2010 con un primo catalogo che copre il decennio 1933-1943 e proseguito grazie al paziente lavoro di Moreno Bucci, scrupoloso responsabile della collezione e promotore dell’iniziativa, conferma la necessità di creare un Museo del Maggio Musicale Fiorentino, come auspicato dall’attuale sovrintendente Cristiano Chiarot (p. VII). Nonché l’esigenza di una maggior tutela e conservazione di un inestimabile patrimonio artistico. Spiace la troppo frequente formula «scomparsi in circostanze ignote e in data non precisabile. La loro collocazione è sconosciuta». Emblematico il caso dei disegni di Alberto Savinio e Gregorio Sciltian «rubati, ritrovati e restituiti al Teatro» (p. 10). Una preoccupazione espressa anche nella Premessa di Bucci (pp. IX-XV) in cui si ricordano progetti di recupero puntualmente abbandonati e opere ancora in attesa di adeguata collocazione dopo il trasferimento della Fondazione dagli storici ambienti del Teatro Comunale alla nuova sede dell’Opera di Firenze.



            Mino Maccari, Atto I scena 1 e atto II scena 2, elementi scenici: cannone, tamburi, alabarde, damigiane, botti e catino (dodici studi), per Falstaff di Giuseppe Verdi, 1970 (particolare), MMF, inv. 1119

Nell’Appendice (pp. 701-739) si ricordano le donazioni di Ebe Stignani e Raffaele Del Savio, i citati disegni di Savinio e Sciltian, nonché una serie di oggetti, bozzetti e figurini mai inventariati. Tra questi il modello del glorioso Politeama fiorentino di cui sono ricostruiti anche i meccanismi scenotecnici, i fondali, le quinte e la graticcia, ma anche la cupola di Mariano Fortuny, un innovativo sistema di illuminazione teatrale brevettato nel 1901 a Parigi. Chiude il volume una selezionata Bibliografia (pp. 741-750) e l’indispensabile Indice dei nomi, dei luoghi e delle opere (pp. 751-783).

Non resta che augurarsi la tempestiva pubblicazione dei prossimi volumi. Gli studiosi disporranno così di un importante, organico repertorio.


di Lorena Vallieri


La copertina

cast indice del volume


 


Vol. II













Giulio Coltellacci, Sipario, per Excelsior di Luigi Manzotti, 1967, MMF, inv. 914
Giulio Coltellacci, Sipario, per Excelsior di Luigi Manzotti, 1967, MMF, inv. 914


Fernando Farulli, Il pilota Pellerin e particolare del cappello (tre studi), per Volo di notte di Luigi Dallapiccola, 1964, MMF, inv. 2426
Fernando Farulli, Il pilota Pellerin e particolare del cappello (tre studi), per Volo di notte di Luigi Dallapiccola, 1964, MMF, inv. 2426












Mino Maccari, Atto III scena 2, elementi scenici: Quercia e Diavoletti (tre studi), per Falstaff di Giuseppe Verdi, 1970, MMF, inv. 1159
Mino Maccari, Atto III scena 2, elementi scenici: Quercia e Diavoletti (tre studi), per Falstaff di Giuseppe Verdi, 1970, MMF, inv. 1159




 
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