Sono sei gli Studi
che rendono appetitoso il nuovo volume della rivista diretta da Cesare De Michelis
e Gilberto Pizzamiglio.
Anna Sansa approfondisce la componente “giuridica” nelle commedie di Goldoni analizzando
le scelte lessicali, i contenuti e i procedimenti retorici de La bancarotta
o sia Il mercante fallito, vicenda drammatica dai risvolti comici
ambientata nella sordida società mercantile della Serenissima. Lesperienza del
professionista legale affiora negli articolati riferimenti a istituti di
diritto civile e penale profusi nella vicenda, messa in scena nel 1741 al
teatro San Samuele, poi riscritta e data alle stampe nel 1757. Drammaturgia
consuntiva. I circostanziati richiami alla legge servono al drammaturgo-avvocato
per rendere più “realistica” – e dunque più pungente – la sua critica, affilata
nel passaggio dal semi-canovaccio della prima versione alla stesura della
seconda attraverso una maggiore responsabilizzazione del protagonista
Pantalone, fraudolento mercante fautore della rovina finanziaria di impresa e
famiglia.
Paolo Farina indaga il rapporto di Gasparo Gozzi junior con la cultura dei
Lumi per ridimensionare limmagine – in parte accreditata dallo stesso conte – di
intellettuale ripiegato sul passato, insensibile alle ventate della modernità.
Dalle riflessioni gozziane sulla storia e sulla ragione contenute nei suoi
scritti letterari e giornalistici emerge una irrequietezza ancora poco esplorata,
in bilico tra conservazione e innovazione.
Fabio Soldini dà conto di un inedito inventario degli oggetti conservati a palazzo
Gozzi in calle della Regina a Venezia. Un patrimonio famigliare ragguardevole
accumulato con dedizione da Gasparo Gozzi senior e registrato alla sua
morte dai giudici del Petizion (19 marzo 1697) prima che il figlio Jacopo
Antonio lo dissipasse. La documentazione darchivio, integralmente registrata nellAppendice,
rivela la presenza di una cospicua quadreria (confermando quanto raccontato dal
nipote Carlo nelle sue Memorie inutili), nonché, curiosamente, lassenza
di libri.
Piermario Vescovo parte da un incompiuto saggio di Giuseppe Ortolani (Settecento.
Per una lettura dellabate Chiari) per sostenere che la voga romanzesca
introdotta da Pietro Chiari sui palcoscenici veneziani di metà Settecento costituisce
il nucleo propulsore di quella celebrata riforma che ha cambiato le sorti del
teatro italiano ed europeo. La palma goldoniana del riformatore va dunque quantomeno
spartita con labate bresciano: la sua Trilogia dellorfano (dal Tom
Jones di Fielding nella traduzione francese di La Place), così come la Pamela
di Goldoni-Richardson hanno spianato il terreno su cui si sono innestati
capolavori della drammaturgia riformata quali La locandiera e la Trilogia
della villeggiatura.
Lorenzo Galletti restituisce a Goldoni la paternità del Pomponio affettato, intermezzo
messo in scena dalla compagnia Imer nel teatro San Samuele nellautunno del
1734, il cui unico testimone si conserva alla Biblioteca Braidense di Milano.
La trascrizione filologica dellinedito manoscritto in Appendice è preceduta
da un denso saggio dedicato alla fortuna degli intermezzi a Venezia nel primo
Settecento con preziosi aggiornamenti cronologici e nuovi apporti documentari.
Stefania Onesti analizza i meccanismi di trasposizione di preesistenti soggetti
letterari nel ballo pantomimo mediante il caso dellAdelasia di Antonio Muzzarelli
che debuttò nellestate del 1777 al teatro dellAccademia degli Intronati di
Siena e rimase nel repertorio del coreografo bolognese per nove anni circa.
In Rassegne Elena
Dekic ricostruisce le fasi di progettazione e sceneggiatura di un
irrealizzato film di Francesco Pasinetti su Carlo Goldoni e il suo teatro,
mettendo a confronto appunti autografi, schizzi, negativi e materiali vari del Fondo
intitolato al geniale pioniere del cinema e attualmente custodito presso
lArchivio Carlo Montanaro di Venezia.
Chiudono il volume le
consuete pagine della Bibliografia goldoniana (biennio 2013-2014) curate
da Sandro Frizziero.
di Gianluca Stefani
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