«Il
Verismo […] fu come la Spagnola, che cera solo da augurarsi di prenderla in
forma non letale. La prima febbre fu I gioielli della Madonna, del 1911, con una
protagonista in similcarmen di nome Maiella. Da quel 1911 lhanno rivista
in pochi» (p. 90). È una delle tante “punture” che rallegrano questo libro, sostanziato
da una robusta conoscenza del teatro dopera, ascoltato a lungo, tanto dal vivo
quanto in vinile o in compact, da un autore peraltro docente universitario di Letteratura
italiana. E infatti, nella Prefazione, Alessandro Duranti, nel rammentare i suoi maestri, mette accanto a Lanfranco Caretti, filologo e storico
della letteratura ma anche cultore del melodramma, un altro grande protagonista
della cultura come Gianandrea Gavazzeni,
indimenticabile musicista e direttore dorchestra.
Se
poi, dallassaggio proposto in hors doeuvre passiamo a
consumare lintero banchetto offerto da Duranti, non potremmo che
commentarlo con lentusiasmo che fu del Bonaventura di Sergio Tofano: «Pancia mia, fatti capanna!». Avvertendo tuttavia i
commensali che non saranno saziati dalla quantità delle informazioni (centosessanta
pagine più indice dei nomi), quanto piuttosto dalla raffinata intelligenza
della materia e dal garbo con cui questa viene trasmessa dalla scrittura alla
lettura.
A
differenza delle ardue cordate alpinistiche a cui costringono tanti
stimabilissimi e corposi volumi innalzati dallesacerbato specialismo
melomaniaco, siamo qui in compagnia di un «melomane domestico» – come si
definisce lo stesso autore – i cui scritti, apparsi in precedenti pubblicazioni
tra il 1981 e il 2007 e ora rielaborati «con molte e sensibili varianti» – è
sempre lautore che lo certifica –, si presentano come una conversazione
amabile e cólta, talvolta interrotta da digressioni narrate davanti al fuoco di
un caminetto o, se si preferisce, in una carrozza del treno da Mosca a San
Pietroburgo.
di Siro Ferrone
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