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Theaterheute, Nr. 1, Januar 2017


64 pp., euro 15,00
ISSN 0040 5507

L’elezione di Donald Trump pone al teatro americano nuove e urgenti domande circa il suo futuro: di questo si occupa il servizio Theater mit Trump con cui si apre questo numero di «Theaterheute». Oltre alla stampa specializzata sono portavoce di prospettive piuttosto inquietanti le dichiarazioni di due drammaturghi di colore, Branden Jacobs-Jenkins e Ayad Akhtar affiancati da Kelly Cooper e Pavol Liska del gruppo Nature Theater of Oklahoma.

La consueta rassegna Aufführungen, che raccoglie le recensioni degli spettacoli più importanti prodotti in area tedesca, si apre con la commedia Pfusch di Herbert Fritsch presentata in prima assoluta alla Volksbühne di Berlino. Si tratta di uno spettacolo ironico e grottesco, prevalentemente costruito sul movimento degli attori tra danze e performances mimiche per parodiare la banalità della vita quotidiana. Dai due spettacoli in scena al Deutsches Theater emergono ricordi di esperienze legate alle rivoluzioni storiche.

Tra le pieghe narrative di Der Untergang des Egoisten Johann Fatzer (La rovina dell’egoista Johann Fatzer) di Bertolt Brecht echeggiano i fermenti rivoluzionari europei del 1917, come ha sapientemente sviluppato la regia a due mani di Jürgen Kuttner e Tom Kühnel, abili nell’orchestrare l’azione scenica di Andreas Döhler, Bernd Stempel e Edgar Eckert. A Stefan Pucher compete l’allestimento di Marat/Sade di Peter Weiss secondo la riuscita formula del teatro nel teatro in versione marionettistica, assunta con competenze artistiche da Katrin Wichmann, Michael Goldberg, Daniel Hoevels.

Allo Schauspiel di Francoforte Alexander Eisenach è autore e regista di Der kalte Hauch des Geldes, commedia ambientata in un saloon in stile Far West che diventa piccante metafora della condizione finanziaria contemporanea con venature satiriche. Nel cast figurano i nomi di Christian Kuchenbuch, Christoph Pütthoff, Verena Bukal, Sina Martens e Lukas Rüppel. Nello stesso teatro è stata applaudita la messinscena di Der Prinz von Homburg di Kleist che Michael Thalheimer legge in chiave moderna mettendo in evidenza i drammi edipici dei personaggi che competono a Felix Rech, Wolfgang Michael, Yohanna Schwertfeger nei ruoli principali.

Al Thalia Theater di Amburgo Johan Simons ha firmato l’allestimento di Der Schimmelreiter, tragedia pietistica di Theodor Storm: qui il regista mantiene il clima cupo osservando l’anima tormentata dei personaggi affidati a Jens Harzer, Barbara Nüsse, Kristof van Boven. Con Der Spieler (Il giocatore) di Dostoevskij, Jan Bosse affronta il tema del gioco d’azzardo inteso come paradigma delle relazioni umane. Tra gli interpreti spiccano Sebastian Zimmler, Sven Schelker, Romy Victoria Lambez.

In Neue Stücke, la sezione della rivista berlinese riservata alla segnalazione di spettacoli ricavati da testi inediti di autori contemporanei, primeggia il dramma Ännie di Thomas Melle pubblicato in versione integrale nelle pagine di Das Stück. Allestito allo Stadttheater di Brema, il testo racconta le contraddizioni morali e le difficoltà di una famiglia moderna, come hanno reso sulla scena Alexander Sowoboda, Susanne Schrader, Thorge Just e Lisa Guth. La regia è di Nina Mattenklotz. L’altra novità è Ich, dein großer, analoger Bruder, sein verfickter Kater und du di Felicia Zellers allestito allo Staatstheater di Saarbrücken per la regia di Marie Bues e la partecipazione di un gruppo di qualificati attori quali si sono dimostrati soprattutto Niko Eleftheriadis, Barbara Behrendt e Cino Djavid.

Interessanti novità arrivano anche dall’Austria: Thomas Arzt consegna alla regista Nina Gühlstorff il testo di Die Neigung des Peter Rosegger, commedia ispirata alla vita dell’omonimo scrittore stiriano e allestita sul palcoscenico dello Schauspiel di Graz da Florian Köhler, Nico Link, Evamaria Salcher, Henriette Blumenau e Franz Xavier Zach. Lo Schauspielhaus di Vienna ha prodotto l’allestimento di Kudlich di Thomas Köck: al centro dell’intreccio narrativo si pone la figura storica di Hans Kudlich, implicato nella rivoluzione viennese del 1848, interpretato con convinzione da Nicolaas Van Diepen affiancato da Peter Elter, Katharina Haudum, Lisa-Maria Sexl.

In Akteure si legge il profilo artistico di Ruth Reinecke, attrice attiva da trentasette anni al Maxim Gorki Theater di Berlino dove è stata protagonista di molti spettacoli di successo tra cui Drei Schwestern di Čechov (1979) e Die Übergangsgesellschaft di Volker Braun (1988) per la regia di Thomas Langhoff, per arrivare ai più recenti Kirschgarten (regia di Nurkan Erpulat, 2013), Angst essen Seele auf di Hakan Savas Mican da Fassbinder e Atlas des Kommunismus di Lola Arias.

Dalle pagine di Kinder-und Jugendtheater si apprende una notizia che lascia allibiti: il viennese Theater der Jigend, frequentato prevalentemente da un pubblico compreso tra i sei e i quattordici anni, conta più abbonati dello storico e prestigioso Burgtheater. Indovinate strategie promozionali, studiate programmazioni e oculate scelte dei repertori attenti ai gusti e alla sensibilità della giovane platea hanno determinato questo clamoroso successo.

La diffusione della giovane scena (Junge Szene) riguarda anche la Germania. A Dresda si svolge annualmente il festival europeo Forward al quale sono ammessi autori e registi in erba, come si legge in un reportage che si occupa anche dell’analogo festival Implantieren di Francoforte.


di Massimo Bertoldi


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