Nella prima parte di
questo ricco volume, dopo una Introduzione firmata da
Annamaria Cascetta e Danilo Zardin (pp. 3-11), si
segnalano i saggi pertinenti la storia dello spettacolo: primo fra
tutti il lavoro della stessa Cascetta, Esperienze di giustizia nel
personaggio teatrale del Settecento a Milano (pp. 403-437). Ma si
vedano anche: Claudio Bernardi, La dinamica del capro
espiatorio nelle ritualità pubbliche fra Cinque e Settecento (pp.
295-321); Stefano Locatelli, «Larte di governare i
popoli». Dal pubblico dei supplizi allo spettatore teatrale (pp.
323-344); Arianna Frattali, La questione delle devozioni a
Milano nel Settecento: aspetti performativi, normativi e sociali (pp.
383-401); Greta Salvi, «Morte al tiranno, viva la
Repubblica!». Istanze di giustizia nel personaggio teatrale del
Settecento a Milano (pp. 403-437); Stefania Berté, «La
congiura di Milano». Una nota su giustizia e tirannide nel dramma di
Alessandro Verri (pp. 461-482); Laura Peja, Celebrazioni
della giustizia e retorica della libertà: la ricezione milanese di
Alfieri (pp. 483-514); Alessandra Mignatti, La
giustizia in scena fra città e teatro nella Milano del Settecento.
Dal rito pubblico nelle piazze al rito ludico del Regio Ducal Teatro
con le scenografie dei Fratelli Galliari (pp. 515-560); Francesca
Barbieri, Giustizia e ingiustizia nella scenografia milanese
al tempo di Beccaria (pp. 561-606).
Nella seconda parte si
pubblicano testi che risalgono ad una mostra tenutasi preso la
Pinacoteca Ambrosiana (Milano, 12-30 novembre 2015). Qui
lIntroduzione (pp. 619-630) è scritta dalle curatrici di
quellevento (Francesca Barbieri e Alessandra Mignatti) che hanno
redatto anche le documentatissime schede delle stampe e delle
immagini in esposizione: I. Lesercizio della giustizia (pp.
631-676); II. La virtù regale della giustizia (pp. 677-724);
III. La scena di prigione e il suo immaginario (pp. 725-773).
Completano il ricco volume una sezione dedicata alla bibliografia e
alle fonti adoperate per il catalogo (pp. 775-794).
Si tratta, a nostro
parere, di unopera di grande interesse per gli studiosi dello
spettacolo che abbiano la consapevolezza di quanto siano fondamentali
le ricerche su quei fenomeni di Antico regime che intrecciano gli
avvenimenti politici, diplomatici o – come in questo caso –
rituali con quelli dello spettacolo: ovviamente inteso, questultimo,
nella sua più ampia accezione. In questo contesto critico Annamaria
Cascetta – cui spetta il merito di avere coordinato e guidato anche
le ricerche altrui – nel citato saggio Esperienze di giustizia
nel personaggio teatrale del Settecento a Milano (pp. 403-437)
sceglie come campioni per una pregevole analisi drammaturgica il
trattato e le tragedie di Giuseppe Gorini Corio e il libretto
per musica di Metastasio La Clemenza di Tito.
di Siro Ferrone
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