Lautore
vanta una ricca bibliografia intorno ai temi presenti in questo libro, come si
può verificare – oltre che in altre sedi editoriali – anche nei titoli offerti
dalla stessa collana da lui diretta («La fenice dei teatri») ormai giunta al
trentatreesimo volume. Una serialità di grande merito.
Nel
volume che qui segnaliamo figurano anche saggi che Alberti aveva edito in precedenti pubblicazioni periodiche o volumi
miscellanei tra il 1992 e il 2008: tracce di una continuità di studio, ricerca
e scrittura saggistica. Utile averli raccolti. Non tutto ruota attorno alle figure
cardine del periodo preso in esame (Goldoni,
Gozzi, Da Ponte) tanto che una delle “aperture” diacroniche di maggiore
respiro è dedicata alla “scoperta” di Shakespeare
nel saliente storico che dalla fine del Settecento si riverbera nel primo
Ottocento: Le meraviglie dellarte
scenica e la scoperta di Shakespeare, pp. 69-92; «Il teatro che vola alla perfezione». Attori e drammaturghi sulla scena
dinizio Ottocento, pp. 145-162.
Nel capitolo che dà il titolo allintero
volume (Il teatro delle vere passioni,
pp. 13-37) lattenzione è rivolta ai riflessi italiani della drammaturgia
shakespeariana e, soprattutto, in considerazione di quel modello, alla
configurazione “mista” – sul piano stilistico e linguistico – dei nuovi testi
apparsi tra la fine del XVIII secolo e il primo Ottocento. A questo proposito
Alberti nota (p. 19): «Comici e impresari mostrano un crescente interesse per
la drammaturgia del terzo genere [né commedia né tragedia], che sviluppa i
presupposti della commedia sentimentale e lacrimosa, sebbene la messinscena dei
nuovi testi imponga la necessità di ampliare gli organici delle compagnie e di
mantenere una duplicità di presenze, per garantire le proposte del repertorio
tradizionale, che comprende anche spettacoli farseschi e burleschi alla maniera
delle maschere. Levolversi dellinterpretazione non riguarda solamente
lambito della commedia, perché anche il teatro musicale e il ballo introducono
le modalità di uninterpretazione rimodulata. Accade, per esempio, con il
fenomeno della “farsa moderna” per musica, che da un lato assorbe la tradizione
dellimprovvisazione comica, dallaltro recepisce il modello dellopéra comique mediante unincidenza
maggiore delle parti recitate sul registro del canto». Ho riportato per esteso il
brano per segnalare lo sguardo dinsieme che il lavoro
di Alberti offre al lettore al di là delle specifiche analisi riservate ai
singoli autori (si veda in particolare il capitolo La fisionomia di uno scrittore contro. Carlo Gozzi, pp. 39-68).
Il merito delle ricerche di questo studioso e docente
universitario è anche quello di avere allargato lattenzione primaria dedicata
ai grandi della letteratura drammatica per osservare il riferimento al contesto
storico e ai referenti cólti degli autori. Così un ricco capitolo si occupa dei
destinatari delle stampe delle commedie goldoniane (La buona compagnia. Goldoni e i destinatari delle sue commedie a stampa).
Fu, quella, una categoria di “tutori” o “garanti” di cui lo scrittore volle
fregiarsi e circondarsi al momento di diffondere i suoi copioni anche in forma
di libro: una sorta di schermo cautelativo a fronte degli astiosi critici
cittadini. Altrettanto prezioso – sempre secondo unottica intelligentemente
sociologica – è il capitolo dedicato a «Il
teatro che vola alla perfezione». Attori e drammaturghi sulla scena dinizio
secolo (pp. 145-160), fornendo un contributo alla ricostruzione di una fase
storica ancora in cerca di una sua più completa ricostruzione.
di Siro Ferrone
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