Lomaggio a Alessandro Bettagno, a cura di Bożena Anna Kowalczyk, esce a poco più
di un decennio dalla morte dello studioso.
Studioso di razza, segretario e poi direttore dellIstituto di Storia dellArte
della Fondazione Giorgio Cini, indagò il Settecento veneziano, con i suoi
richiami europei, soprattutto inglesi. Su questo stesso terreno di ricerca si
confrontano i saggi raccolti “in sua memoria”, a firma di amici, colleghi,
allievi.
Della biografia
dello studioso si incarica la stessa Kowalczyk che ripercorre le tappe
principali della sua carriera: dagli anni di prigionia in India al discepolato
con il maestro Giuseppe Fiocco,
dalle pionieristiche mostre grafiche alla Cini alla cattedra di Storia
dellArte alla Università di Ca Foscari, dai rapporti con studiosi del calibro
di Francis Haskell e Michael Levey alle attestazioni di
stima da parte di Carlo Ludovico
Ragghianti e Federico Zeri.
Segue la pubblicazione, sempre a cura della studiosa polacca, dellinedito Indice della biblioteca di Anton Maria
Zanetti il Vecchio – personaggio per cui Bettagno nutrì una passione profonda
(ma spiace che manchi un commento critico alle carte trascritte) –, nonché
della bibliografia completa dellomaggiato.
Nicholas Penny ripubblica
una poco nota lecture di Haskell (1960)
che interpreta il mutamento del gusto artistico in Italia tra Sei e Settecento
alla luce del passaggio del primato culturale da Roma a Venezia. Carmen C. Barbach si occupa di un
disegno di Sebastiano Conca conservato al Metropolitan Museum of Art raffigurante
Venere alla fornace di Vulcano
(1715-1720 ca.), sottolineando i rapporti del pittore campano con i veneti
Antonio Balestra e Sebastiano Ricci.
A Jacopo
Amigoni sono dedicati gli articoli di Irina
Artemieva, che gli attribuisce due dipinti delle collezioni russe con la Pietà e la Madonna con il bambino, e di Catherine
Whistler, che esamina un semisconosciuto modello a grisaille eseguito dal pittore di origine napoletana per La visita dei tre angeli ad Abramo negli
anni Quaranta, custodito allAshmolean Museum di Oxford.
Al vedutismo
sono riconducibili i contributi di Kowalczyk, che analizza alcuni schizzi di
Bernardo Bellotto e di Giuseppe Zocchi tra Venezia, Firenze e Roma, e di Christopher Lloyd, il quale fa luce su
un Canaletto inconsueto, quello di una serie di capricci ispirati alle vestigia
romane, negli anni in cui il giovane artista seguì il padre scenografo nellurbe.
Se Simone Guerriero attribuisce allo
scultore veneziano Antonio Corradini un gruppo marmoreo con il Ratto di Proserpina conservato nel parco
di Waddesdon Manor nel Buckinghamshire, Vittorio
Sgarbi riconosce la mano di Gaspare Diziani nella pittura sensuale di una
pala daltare con San Serafino da
Montegranaro ubicata nel convento dei Cappuccini a Asolo.
Sul filo dei
rapporti tra Venezia e lEuropa si muovono Francis
Russell, che ripercorre le vicende collezionistiche di alcune vedute di
Francesco Guardi su committenza britannica, e Pierre Rosenberg, il
quale fa il punto sui disegni veneziani appartenuti al collezionista ed erudito
francese Pierre-Jean Mariette, grande amico di Rosalba Carriera, dei Ricci e
dello stesso Zanetti.
Nel primo di
tre contributi su Pietro Antonio Novelli, Paola
Marini registra lacquisizione da parte del museo veronese di Castelvecchio
di un disegno preparatorio eseguito dal pittore veneziano per una pala destinata
alloratorio di San Martino a Castello Roganzuolo. Loredana Olivato si occupa del viaggio a Roma dellartista sullo
scorcio degli anni Settanta, affrancato dalla corrispondenza con Tomaso
Temanza, mentre Marco Riccòmini
aggiunge nuovi tasselli al suo catalogo grafico.
Un doppio
contributo riguarda Giovanni Antonio Pellegrini: Marco Chiarini individua il suo segno vibrante in un disegno di
dubbia attribuzione custodito alla biblioteca Marucelliana di Firenze, mentre Giuseppe Pavanello si sofferma sugli
affreschi eseguiti dal pittore veneziano per il palazzo Baglioni a San Cassiano
alla metà del secolo.
Su Giovanni
Battista Piranesi si concentrano Cristiana
Romalli, che esamina un disegno degli anni Quaranta del secolo di
collezione privata londinese raffigurante Bacco,
e Andrew Robison, che riconosce il
mestiere di stampatore nelle figure di lavoratori ritratti in due schizzi
piranesiani, luno alla École des Beaux Arts di Parigi, laltro alla National
Gallery of Art di Washington.
Di Pietro
Rotari disegnatore e di Owen McSwiny impresario-tipografo si occupano
rispettivamente Sergio Marinelli e Tim Llewellyn, mentre Sergej Androsov segnala il ritrovamento
della statua di Giove di Antonio
Tarsia al Museo statale dellErmitage a San Pietroburgo e Larissa Salmina Haskell ripercorre la carriera di Bartolomeo Tarsia
disegnatore.
I Tiepolo e le
incisioni a stampa sono al centro di un contributo di Antony Griffiths. Segue la ricognizione da parte di Julien Stock di un disegno preparatorio
di Giandomenico Tiepolo per laffresco di un soffitto non meglio identificato
dedicato al Trionfo della Virtù e della
Nobiltà sullIgnoranza.
Conclude la
rassegna un tributo al più volte menzionato Anton Maria Zanetti. Kowalczyk
propone due inediti documenti notarili relativi a un suo contenzioso con il
cugino Alessandro intorno alla stesura della grandiosa opera editoriale Delle Antiche Statue Greche e Romane
(Venezia 1740-1743), documenti raccolti anni or sono dallo stesso Bettagno. Marina Magrini approfondisce la personalità
del brillante erudito veneziano attraverso un gruppo di lettere autografe del
decennio 1747-1757 conservate a Dresda.
Il volume si
chiude con un articolo di Philip Ryland
sul pittore e disegnatore espressionista Jack Tworkov: una finestra sulla
contemporaneità, a suggerire lapertura mentale di Bettagno e insieme i nuovi
indirizzi di ricerca dellIstituto di Storia dellArte della Fondazione Cini
sotto lattuale guida di Luca Massimo Barbero.
di Gianluca Stefani
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