La
rivista berlinese si apre con un ricordo di Luc Bondy, regista recentemente
scomparso e autore di allestimenti storici per il teatro tedesco e
internazionale. Tappe fondamentali del suo lungo e proficuo percorso artistico
rimangono le rappresentazioni di Die See di Edward Bond al Residenztheater di
Monaco e di Gespenster di Ibsen sul palco dello Schauspielhaus di Amburgo nel
1977; gli allestimenti di testi di Botho Strauß, tra cui Kalldewey, Farce nel
1982 e Die Zeit und das Zimmer nel 1989 alla Schaubühne di Berlino; e poi
ancora Anatol di Arthur Schnitzler allAkademietheater di Vienna nel 2002. La
ricca e documentata sezione di Aufführungen, lo spazio riservato alle
recensioni delle principali novità teatrali dellarea tedesca, si apre con Graf
Öderland / Wir sind das Volk, dramma di Max Frisch allestito allo Schauspiel di
Dresda da Volker Lösch, che cuce nella trama inserti parodistici contemporanei,
tra cui spicca quello piuttosto pungente di Angela Merkel, in un progetto
drammaturgico carico di tensione, affidato allinterpretazione di Benjamin
Paquet e Lea Ruckpaul. I
Kammerspiele di Monaco hanno ospitato la messinscena di Mittelreich, titolo
tratto dallomonimo romanzo scritto dallattore Sepp Bierbichler nel 2011 e
adattato da Anna-Sophie Mahler, che racconta la storia epocale di una famiglia
tedesca dal primo dopoguerra al nazismo fino agli anni Ottanta. La regia segue
la formula del teatro musicale, in una dimensione scenica di pregevole
coralità, animata da validi attori tra i quali spiccano Steven Scharf, Stefan
Merki, Thomas Hauser. Al
Thalia Theater di Amburgo hanno catturato lattenzione di pubblico e di critica
linstallazione Söhne und Söhne del duo Signa & Arthur Köstler e la
messinscena di due testi di Ödön von Horváth, Kasimir und Karoline e Glauben
Lieben Hoffnung, per la cura di Jette Steckel. Ci
si sposta allo Schauspiel di Colonia per dare notizia dellallestimento di
3.31.93, novità di Lars Norén in cui si parla di alcolismo, morte, malattia,
solitudine, interpretata da un affiatato gruppo di attori, tra i quali è
doveroso ricordare Magda Lena Schlott, Mohamed Achour, Anja Schweitzer, Hartmut
Stanke, Laura Angelina Palacios. Da segnalare è anche Uberwintern, ancora di
Norén, produzione dello Schauspiel di Oberhausen e regia del giovane Bastian
Kabuth. Il
termometro della cultura teatrale tedesca riguardo alla promozione delle novità
è offerto dalle pagine di Neue Stücke. In Stirb, bevor du stirbst di Ibrahim
Amir si racconta di una nonna demente coinvolta nel terrorismo Is dalla sua
badante ucraina. La regia di Rafael Sanchez presenta un coinvolgente quadro
storico nellallestimento applaudito al Depot 2 di Colonia. Il
dilemma tra carriera calcistica e proseguimento degli studi costituisce il
fulcro narrativo di Pest di Theodor Küspert, affidato alla cura scenica di
Katrin Plöner e allinterpretazione di un gruppo di giovani e bravi attori,
Sina Reiss, Michael Haake, Patrick O. Beck, Jacob Keller. Si
prosegue con Der Herzenfresser di Ferdinand Schmalz, metaforica storia criminale
ambientata in un desolante paesino del Settecento. Allestito a Lipsia e a
Berlino, il testo è pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück. Le
pagine di Akteure sono dedicate alla mostra Die Bilder an meiner Wand, in cui
il celebre drammaturgo Tankred Dorst espone quadri e schizzi che presentano
frequenti richiami alle sue opere. Un
interessante articolo si occupa di Nikolaus Habjan, giovane regista
marionettista austriaco recentemente salito alla ribalta con spettacoli di
successo come Arbeitslosen ispirato a Letzten Tage der Menschheit di Karl
Kraus. Lartista spiega, oltre al suo percorso formativo, i segreti del suo
mestiere e le caratteristiche delle sue creazioni che hanno incantato
soprattutto il pubblico viennese. Con
la sezione Ausland il lettore entra in contatto con la cultura teatrale coreana
rappresentata da personaggi che si stanno affermando a livello internazionale
come Mark Teh, il regista Tsai Ming-Liang, Takao Kawaguchi, Kyohei Sakaguchi. In
Essay si legge una riflessione di Hans Thies Lehmann relativa allattualità del
pensiero e delloperato teatrale di Péter Szondi, precedentemente pubblicata
nel volume-catalogo Nach Szondi a cura di Irene Albers (Kadmos 2015) in
occasione della mostra allestita a Berlino per festeggiare i cinquantanni di
attività del Peter-Szondi-Institut.
Massimo Bertoldi
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