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Theaterheute


Nr. 12, Januar 2014, pp. 64, € 12, 00
ISSN 0040 5507

 

“Starts/Aufführungen”, ossia la sezione di apertura di questo numero di «Theaterheute» dedicata alle recensioni degli spettacoli deputati all’apertura delle varie stagioni, dimostra la vitalità e varietà delle proposte nei paesi di lingua tedesca. Spicca il rinnovato Gorki Theater di Berlino, dove Nurkan Erpulat ha scelto il cechoviano Kirschgarten letto in chiave postmoderna con velate critiche all’economia contemporanea. Tra gli attori si sono distinti Marleen Lohse, Sesede Terziyan, Taner Sahintürk. Seguono Schwimmen lernen di Marianna Salzmann per la cura scenica di Hakan Savas Micas con Dimitrij Schaad e Anastasia Gubareva protagonista anche di Der Russe ist einer, der Birken liebt di Olga Griasnova. Ultima proposta è stata la messinscena di Er sagt mir nichts, das sogenannte Draußen di Sybille Berg firmata da Sebastian Nübling abile nell’orchestrare sul palcoscenico la delicata e divertente parodia del mondo giovanile. Al Deutsches Schauspielhaus di Amburgo si parla di drammi a contenuto migratorio, dominati dalla delinquenza e dalla prostituzione come in Nach Europa, che la regista Friederike Keller ricava dal romanzo Drei starke Frauen di Marie Ndiaye e affida a Bettina Stucky e Peter Thiessen i ruoli principali.

 

Altra significativa produzione è stata l’installazione Schwarzen Augen, Maria negli ambienti della stazione ferroviaria cittadina da parte della compagnia Signa. Il Thalia Theater ha iscritto nella propria programmazione la messinscena di Hedda Gabler con Patrycia Ziolkowska nella parte del titolo affiancata da Jens Harzer e Dadiel Lommatsch. La regia di Jaqn Bosse, secondo il giudizio della critica, alleggerisce la forza del testo con banali soluzioni comiche arbitrariamente distribuite lungo lo svolgimento del dramma ibseniano. Allo Schauspielhaus sempre di Amburgo è stata applaudita la rappresentazione di Alle Weiter kennen Sie aus dem Kino di Martin Krimp. Ispirata ad Euripide, la tragedia affronta il tema della continuità storica dell’uso della forza a fini politici. La regia di Katie Mitschell rende i personaggi malvagi e spigolosi e crea tensione tra la parola e il gesto degli attori che si riconoscono in Bastian Reiber, Josephine Gehlhaar, Rébecca Marie Méhne e Tinka Fürst. Altrettanto ricca di appuntamenti è risultato il cartellone predisposto a Bonn. Nello spazio dei Kammerspiele, Alice Buddeberg ha portato sul palcoscenico Karl und Rosa, riduzione dell’omonimo romanzo di Alfred Döblin e segnatamente la prima parte intitolata November 1918, puntando l’attenzione sui protagonisti e antagonisti della repubblica di Weimar, come correttamente hanno saputo interpretare Glenn Glotz (Karl) e Sophie Basse (Rosa).

 

Al Theater Bonn la regia di Dominik Locher ha messo gli attori (Samuel Braun, Anna von Haebler, Laura Sundermann) a contatto con Fräulein Julie di August Strindberg seguendo un’impostazione di tipo psicologico, sostenuta da un massiccio uso di inserti musicali pop. Anche il dramma büchneriano Leonce und Lena è scandito dal ritmo di musiche pop-rock, per effetto della regia improntata sullo show televisivo animato dalle esibizioni di Knarf Rellöm,Thomas Hartzmann, Samuel Braun, Glenn Goltz, Julia Keiling. Infine in Metropolis, Jan-Christoph Gockel recupera l’omonimo film di Fritz Lang e approfondisce le tematiche connesse, quali l’utopia, la nostalgia, la tecnologia, il futuro. La città di Brema omaggia Elfriede Jelinek con produzioni distribuite lungo la stagione teatrale. Al Thalia Theater, Mirko Bortsch ha presentato la novità Tod-krank.Doc, dove il tema della malattia assume esiti metaforicamente catastrofici in un folle incontro tra zombi e angeli, affidati alla resa scenica di Betty Freudenberg, Gabriele Möller-Lukasz, Susanne Meyer. Ci si trasferisce allo Schauspielhaus di Francoforte per parlare di Idioten, rielaborazione drammaturgica e allestimento da parte di Stefan Kimmig dell’omonimo romanzo dostoevskijano con Isaak Dentler e Nico Holonics nei panni dei protagonisti. Nello stesso teatro Oliver Reese si è occupato di Wille zur Wahrheit di Thomas Bernhard, distribuendo i monologhi a cinque attori diversi. “Starts/Aufführungen” termina allo Schauspielhaus di Vienna con la messinscena di Die Ereignisse di David Greig, tragedia in cui si sviluppano tematiche legate all’anticolonialismo che contrappongono i due protagonisti, Florian von Manteuffel e Franziska Hackl.

 

In “Akteure” si legge il profilo artistico dedicato a Martin Crimp, recentemente scomparso, seguendo con particolare attenzione la fortunata ricezione della sua opera da parte dei teatri tedeschi, come dimostra la recente premiere di In der Republik des Glückes allestita al Deutsches  Theater di Berlino per la regia di Rafael Sanchez. Il testo del drammaturgo inglese si può leggere in versione integrale nella sezione “Das Stück” di questo numero di «Theaterheute».

 

Le pagine di “Theorie” sono occupate dalla segnalazione di una serie di interessanti libri di recente pubblicazione e dedicati al tema del linguaggio teatrale, soprattutto del corpo, inteso come artistica e ricreativa esperienza collettiva.

 

In “Aussland”, la rivista berlinese offre una dettagliata panoramica delle nuove tendenze maturate nell’ambito del teatro russo contemporaneo.

di Massimo Bertoldi


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