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Hystrio
trimestrale di teatro e spettacolo

a. XXVII, n. 1, 2014, pp. 116, euro 10,00

 

Fresca vincitrice del Premio Hystrio Anct, Daria Deflorian è esposta nella “Vetrina” con la quale si apre questo numero di «Hystrio». L’attrice trentina racconta a Paolo Ruffini il percorso artistico e l’importanza della collaborazione con Remondi & Caporossi, Mario Martone, Fabrizio Arcuri, Lucia Calamaro e Lotte van den Berg, per la maturazione di un linguaggio teatrale basato su sfumature e suggestioni interiori. Nicola Viesti presenta il panorama dei festival pugliesi soffermandosi sul Festival Castel dei Mondi di Andria, il Festival di Teatro Civile a Monte Sant’Angelo, il Festival Internazionale di Trani, RI-Generazioni di Putignano con la partecipazione di Fausto Russo Alesi e Licia Maglietta, e Start Up di Taranto impreziosito dalla presenza di Tindaro Granata con Antropolaroid e Fibre Parallele con Lo splendore dei supplizi.

 

Il giro di “Teatromondo” inizia a Parigi, precisamente al Festival d’Automne, dove non sono mancate proposte piuttosto interessanti distribuite in sessanta eventi, come racconta Giuseppe Montemagno che si sofferma sul focus dedicato a Bob Wilson con Einstein on the Beach interpretato dalla Berliner Ensemble, e poi Peter Pan di Old Woman e le installazioni Living Rooms. Spiccano anche le rappresentazioni di Perturbations che Krystian Lupa ricava dal romanzo Perturbamento di Thomas Bernhard e la Storia terribile ma incompiuta di Norodom Sihanouk, re di Cambogia di Hélène Cixous allestito da Georges Bigot e Delphine Coltu sul palco del Théâtre du Soleil con San Marady nella parte del titolo. Elena Basteri sposta l’attenzione a Berlino per parlare della Koalition der Freien Szene, ossia una larga intesa tra artisti dello spettacolo attivi nel teatro indipendente uniti dalla lotta per ottenere migliori condizioni economiche attraverso manifestazioni, feste e spettacolo, dibattiti politici. Laura Caretti si occupa del festival internazionale di teatro Dialog nella polacca Wroclaw, curato da Kristina Meissner. Tema costante della manifestazione è la violenza, come emerge in Antigone ambientata in un contesto islamico dal regista iraniano Homayun Ghanizadeh, dal truce King Lear firmato da Johan Simons e il tagliente Yo no soy bonita di Angelica Riddell. La neonata scena del Kosovo, secondo quanto si legge nel contributo di Anna Maria Monteverdi, ruota intorno alla figura di Jeton Neziraj, già direttore del Teatro Nazionale di Priština e autore di testi, ora impegnato a sviluppare un teatro legato alle radici e capace di assorbire i linguaggi internazionali della contemporaneità come nel recente La distruzione della torre Eiffel. Il Festival Teatrale di Maribor, secondo Pino Tierno, dimostra l’apertura della Slovenia all’Europa, con preferenza all’area tedesca, e l’esibizione di pregevoli spettacoli, come l’ibseniano John Gabriel Borkman del Drama Sng di Maribor. Sorprende quanto scrive Robert Quitta da Bucarest perché riferisce di investimenti statali in campo culturale e particolarmente nel teatro con la ristrutturazione di edifici, producendo in questo modo un grande coinvolgimento di pubblico, come successo in occasione del Festival Nazionale di Teatro, che ha visto la partecipazione di interessanti artisti tra i quali Andrei Serban con Troiane, Silviu Purcărete con Un cappello di paglia di Firenze di Labiche e il giovane regista Radu Afrim.

 

Compete a Claudia Cannella e Laura Caretti la cura del dossier “Teatro in Lituania”. In apertura si legge un’intervista rilasciata dal drammaturgo Marius  Ivaškevičius a Laura Bevione e Stefano Moretti, dalla quale emerge una condizione di sana vitalità creativa e di radicamento dello spettacolo nelle strutture socio-culturali della giovane repubblica. Il drammaturgo è considerato il vertice della produzione letteraria e questa concezione spiega la forza di una ricca tradizione che ultimamente ha prodotto commediografi di livello. Stefano Moretti si concentra principalmente su Sigitas Parulskis, Marius Ivaškevičius, Gintaras Grajauskas, Laura Sintija Cerniauskaitè. Dalle parole di Martynas Budraitis rilasciate a Laura Caretti si capisce il cambiamento di rotta subito dal teatro lettone dopo l’indipendenza del 1990. Il direttore del Teatro Drammatico Nazionale racconta censure e severi controlli dei tempi russi, quando la trattazione di tematiche considerate pericolose costringeva l’uso della metafora e dell’allegoria, e poi, conquistata la libertà, la crescita esponenziale del teatro indipendente. Il dossier prosegue con il profilo artistico di Rina Timina delineato da Raune Balevičiūtė che ricostruisce la carriera del prestigioso regista, apprezzato per le innovative interpretazioni cechoviane. La punta di diamante della scena lettone, Eimuntas Nekrošius, è oggetto dell’intervento di Ramunė Marcinkevičiūtė, attenta al lavoro del regista e maestro di fama mondiale, celebre per le letture sceniche di Shakespeare, Cechov, Goethe, Dante. Altro personaggio rappresentativo è Jonas Vaitkus, regista apprezzato sia per i suoi allestimenti seminali che hanno influenzato Oskaras Koršunovas e Varnas che per l’attività pedagogica rivolta alla formazione di molti e affermati attori. Di Koršunovas si occupa Laura Caretti, del quale sottolinea la forza creativa, la più vivace della scena lituana contemporanea, attraverso la considerazione dei suoi allestimenti più riusciti, da Hamletas al cechoviano Gabbiano e Bassifondi di Gorkij. Vicino a questi artisti affermati a livello internazionale, sostiene lo scritto di Andrius Jevsejeras, sta emergendo una nuova generazione di registi come Paulius Ignatavičius, Arturas Artūras e in modo particolare Vidas Bareikis con il suo gruppo No Theatre. Questa fertilità culturale, fusione di passione di intenti artistici, si sostanzia nei tanti teatri di Vilnius ai quali si affiancano, nella cronaca di Toma Gudelytè, quelli attivi a Kaunas e Klaipéda. Non secondario risulta il ruolo promozionale svolto dai festival annuali disseminati nel territorio. Uno di questi è il Sirenos, giunto alla decima edizione dal quale spiccano spettacoli di qualità, da Peer Gynt del Teatro Nazionale di Oslo con attori norvegesi diretti da Oskaras Koršunovas, regista anche dell’Ultimo nastro di Krapp. Tra gli altri emergono La nostra classe, dramma di Tadeusz Slobodzianek allestito da Yana Ross, Inferno e Paradiso danteschi per la regia di Nekrošius. I legami della scenografia con le arti visive si ricavano dai lavori di Marius Nekrošius e Gintaras Makarevičius, per citare solo alcuni nomi. Fiore all’occhiello della formazione dell’attore e del regista, per tradizione aspetto fondamentale del teatro lituano, è l’Accademia di Musica e Teatro. Fondata nel 1952, si caratterizza per la didattica interdisciplinare e per la sua vocazione internazionale. Concludono il corposo dossier i contributi di Stefania Bevilacqua dedicato alla danza classica e moderna con riferimento ai giovani artisti emergenti e di Roberto Canziani che si occupa del contatto del pubblico italiano con il teatro lituano, diffuso soprattutto dalle fortunate tournées di Nekrošius.

 

In “Teatro ragazzi” Mario Bianchi prende in rassegna le novità offerte dai principali festival autunnali, quali TeatrOltre a Lamezia Terme, Segni d’infanzia a Mantova e Zona Franca a Parma.

 

“Nati ieri” ovvero “i protagonisti della giovane scena/45” sono CollettivO CineticO, gruppo ferrarese attivo dal 2007 e guidato dalla coreografa e danzatrice Francesca Pennini e dal drammaturgo Angelo Pedroni. Matteo Antonaci ripercorre le tappe delle produzioni, da Eye Was Ear, lo spettacolo del debutto, a ::D_monoscritture retiniche sull’oscenità dei denti fino al recente videogames. Amleto.

 

“Exit”, la sezione della rivista milanese dedicata a personalità dello spettacolo recentemente scomparse, contiene un ritratto artistico di Patrice Chéreau per mano di Domenico Rigotti; Francesco Tei si occupa di Luisa Pasello, figura centrale del Centro Studi e Ricerche Teatrali di Pontedera; Domenico Rigotti ricorda l’attore Pietro Mazzarella; la comicità di Andrea Brambilla è sottolineata da Fabrizio Sebastian Caleffi mentre Ilaria Angelone compila la scheda per Piero Sammataro.

 

La consueta e corposa sezione delle “Critiche” ordina le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali.

 

Il testo pubblicato da “Hystrio” è J.T.B. di Lorenzo Garozzo, vincitore del Premio Hystrio Scritture di Scena 2013 e finalista della 52° edizione del Premio Riccione per il Teatro.

 

Nella “Biblioteca” Albarosa Camaldo raccoglie le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.

 

Competono a Roberto Rizzente le tante e preziose informazioni raccolte ne “la società teatrale”.

 

 

di Massimo Bertoldi


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