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Giulia Tellini

Vita e arte di Gino Cervi


Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2013, pp. 573, euro 66,00
ISBN 978-88-6372-486-8

Il volume Vita e arte di Gino Cervi, edito nella collana «Letture di Pensiero e d’arte» della prestigiosa casa editrice Edizioni di Storia e Letteratura di Roma, si inserisce a perfezione in quel filone di studi dedicato agli attori, e al loro duplice ruolo di artefici e testimoni privilegiati della storia dello spettacolo, riscoperto e valorizzato recentemente dalla cattedra fiorentina diretta da Siro Ferrone, fondatore dell’Archivio Multimediale degli Attori Italiani.

 

Già autrice del volume Storie di Medea, pubblicato nel 2012 per la casa editrice Le Lettere, in cui aveva raffinatamente ricostruito i contributi interpretativi apportati alla messinscena della tragedia euripidea da parte di tre grandi ‘dive’ del nostro teatro, Giacinta Pezzana, Maria Melato e Sarah Ferrati, l’ultima fatica della giovane studiosa Giulia Tellini rende pienamente giustizia ad un attore mai fino in fondo compreso. La biografia e carriera di Cervi sono raccontate sullo sfondo di una società italiana dello spettacolo in continuo cambiamento, che in poco più di mezzo secolo assiste prima all’eclissarsi del cosiddetto “teatro all’antica italiana” e al tentativo fascista di nazionalizzare la cultura e poi, nel secondo dopoguerra, all’avvento della regia ‘demiurgica’, di Luchino Visconti e Giorgio Strehler, alla nascita del cinema neorealista e al crescente impiego degli attori nei palinsesti televisivi e radiofonici.

 

L’intero lavoro è fondato su un’attenta e scrupolosa ricerca che, forte di un’aggiornata bibliografia critica, spazia dalle fonti primarie (ad esempio l’epistolario tra Cervi e Giovannino Guareschi) agli articoli e recensioni apparsi su quotidiani e riviste specializzate del tempo. Con uno stile narrativo asciutto ed efficace, l’autrice non tralascia neanche di raccontare aneddoti, molti dei quali per lo più sconosciuti. Uno dei meriti del libro è infatti quello di cogliere, e saper restituire al lettore, l’intreccio tra il lato umano e quello artistico ‘dell’universo’ di Gino Cervi: a partire dal complesso legame che lo legò al severo padre Antonio, critico teatrale alla cui perseverante attività di collezionista oggi dobbiamo uno dei più importanti fondi documentari sulla storia degli interpreti italiani della prima metà del Novecento; passando dall’ambivalente rapporto con le due donne della sua vita: la prima moglie, Ninì Gordini (attrice e madre di Tonino Cervi) da cui Gino non riuscì a distaccarsi neanche dopo essersi innamorato – ed aver sposato – la più giovane e cosmopolita rumena di origine ebraica, Erika Mayer. Fino ad arrivare alla sua affiliazione alla massoneria (secondo una pratica assai diffusa tra gli attori del Novecento) e all’esperienza politica nella lista del Partito Liberale Italiano.

 

Ripercorrendo in maniera analitica le diverse tappe della carriera dell’attore, il volume sfata quel luogo comune secondo il quale Cervi sarebbe stato capace di dar vita solo a personaggi semplici, lineari e bonari. Anzi, conducendoci nel suo laboratorio stilistico, ne mette in luce proprio la ricchezza e la varietà della tavolozza tecnico-espressiva. Come quando, nella seconda metà del secolo, Cervi capisce la necessità di ‘reinventarsi’ per tornare sulla breccia di un sistema spettacolare profondamente rinnovato e soprattutto poco riconoscente verso i divi d’anteguerra: e, con un intelligente senso di adeguamento, si specializza nel cesellare complicati personaggi «antisimbolo», pieni di vizi e virtù, di luci e ombre, costruendosi su misura il ruolo di «Caratterista protagonista». Proprio dietro questa capacità ‘metamorfica’ sta il segreto del suo splendido finale di carriera, quando  – in un vero e proprio ‘crescendo’ – presta il volto a quei fortunatissimi personaggi per i quali è tutt’oggi ricordato: su tutti il cinematografico Peppone, il teatrale cardinal Lambertini, il televisivo commissario Maigret.

 

Interessanti e ben organizzate sono le Appendici in cui, oltre alla trascrizione integrale di una memoria composta da Gino Cervi nel 1958, e in quello stesso anno apparsa in tre puntate sul settimanale «Oggi», è la stessa Tellini a farsi ‘produttrice’ di due documenti originali: intervistando la figlia di Alessandro Blasetti, regista cinematografico che per primo lanciò Cervi nel firmamento dei divi del grande schermo, e l’attore triestino Mario Maranzana (scomparso nel 2012), interprete del personaggio di Lucas nella serie televisiva Le inchieste del commissario Maigret. Degno di citazione è l’apparato iconografico che, raccogliendo fotografie provenienti da archivi privati e dalla Cineteca di Bologna, illustra per immagini le più importanti tappe della carriera di Cervi.


di Leonardo Spinelli


La copertina

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