A otto anni dalla sua prima pubblicazione, approda in Italia per Titivillus Madagascar, pièce in tre atti del lituano Marius Ivaškevičius, tradotta da Toma Gudalytė e Stefano Moretti.
La vicenda prende spunto dallidea dello studioso di geopolitica Kazys Pakštas (nel dramma identificabile in Casimiro Scherzo, un idealista) di trasferire la Lituania nellisola africana del titolo. Ambientata nel primo dopoguerra, tra i raggi fiochi e infidi dellalbeggiante comunismo e i fumi mefitici del nazionalsocialismo, quella raccontata da Ivaškevičius è la storia di unutopia, che come tale racconta la propria originalità, ma anche la propria irrealizzabilità. Racconta il bisogno di un altrove sicuro in cui conservare quel presente così precario, il desiderio di rimanere aggrappati a un momento della Storia percepito come fatalmente sfuggente. Tutti sappiamo come lequilibrio instabile sia stato rotto, come i dolorosi postumi di una guerra siano presto sfociati in un secondo, più tremendo conflitto mondiale, facendo pendere pericolosamente lago della bilancia verso altre utopie dagli esiti devastanti. Madagascar è allora il racconto di come la sognata migrazione non sia avvenuta e, in sostanza, di come le buone utopie debbano irrimediabilmente cedere il passo (e il posto) alle cattive.
Ecco di seguito lindice del volume.
Prefazione, di Goffredo Fofi
Nota dei traduttori
Premessa dellautore
Madagascar
Atto I
Atto II
Atto III
Scrivere sul confine
Intervista di Stefano Moretti a Marius Ivaškevičius
[Lorenzo Galletti]
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