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Theaterheute, n. 6, 2012


pp. 72, € 12, 00
ISSN 0040 5507

 

Meritano attenzione gli spettacoli di cui si parla nelle pagine della sezione “Aufführungen”, lo spazio di «Theaterheute» dedicato alle novità emerse nel panorama della scena tedesca. Spiccano due allestimenti ricavati dal repertorio di Elfriede Jelinek. Il primo, Rechnitz, dramma dissacrante e violento ispirato allo sterminio di ebrei da parte delle SS naziste nella cittadina ungherese del titolo, è stato trasferito da Michael Simon sul palcoscenico dello Schauspielhaus di Graz e interpretato in modo impeccabile da Nicola Gründel, Steffi Krautz, Christoph Rotenbucher e Stefan Suske. L’altro testo della tormentata scrittrice austriaca è Winterreise, novità affidata alla regia di Olaf Altmann. In scena nell’Akademietheater di Vienna, è stato applaudito da pubblico e critica anche grazie alla prova convincente di attori qualificati quali Jan Plewka, Melanie Kreitschmann, Barbara Petrisch, Simon Kirsch e Dorothee Hartinger. Con Amerika, che Frank Castorf ha ricavato dall’omonimo romanzo di Franz Kafka, ci si trasferisce nello Schiffbau di Zurigo. Il palcoscenico è occupato dall’imponente spaccato del ponte di una nave, in linea con il testo letterario, che diventa metafora della ricerca, fallita, di successo e ricchezza nella società capitalistica e globalizzata tra gli attori sono emersi Patrick Güldenberg, Margit Bendokat, Robert Hunger-Bühler e Marc Hosemann. Lo Schauspielhaus di Colonia ha ospitato la messinscena di Der Idiot di Dostojevskij per la riduzione e la regia di Karin Henkel, che assimila i passaggi fondamentali del romanzo e li rende contemporanei adottando soluzioni di ispirazione cinematografica e scegliendo un modo molto asciutto ed essenziale per quanto riguarda la recitazione degli attori (Lina Beckmann, Charly Hübner, Lena Schwarz, Angelika Richter). Si tratta di una Medea contemporanea, notturna, dura e inquietante, quella disegnata da Constanze Becker, secondo le linee di regia tracciate da Michael Thalheimer che orchestra con altrettanta cura il movimento degli altri attori – Marc Oliver Schulze (Giasone), Bettina Hoppe, Michael Benthin e Martin Rentsch – sul palcoscenico dello Schauspielhaus di Francoforte. Simon Stephen, autore molto apprezzato e rappresentato in area tedesca, ha ottenuto l’ennesimo successo con l’allestimento di Wastwater, che ha conosciuto due edizioni diverse quasi in contemporanea. La prima è firmata da Dieter Giesing per la Hallekalk di Colonia con Martin Reinke e Pauline Knof nei ruoli principali; la seconda compete a Stephan Kimmig (produzione Akademietheater di Vienna), che ha affidato a Tilo Nest e Mavie Hörbiger le parti dei protagonisti.

 

In “Regieausbildung” si legge un interessante servizio dedicato al Körber Studio Junge Regie, un’iniziativa del Thalia Theater di Amburgo finalizzata alla formazione di giovani registi. Si tratta di un progetto artistico presente anche in altri centri culturali sparsi per Germania e Austria, tra i quali Berlino, Essen, Amburgo, Monaco, Vienna, Salisburgo.

Katrin Wichmann è il personaggio esposto nella vetrina di “Akteure”. L’attrice di punta del Deutschen Theater di Berlino, prima attiva nella compagnia del Thalia Theater di Amburgo dove si rivelò in Rose Bernd di Gerhart Hauptmann nel 2006 (regia di Michael Thalheimer), si è fatta applaudire soprattutto quando chiamata a interpretare ruoli di grande impatto sentimentale e passionale, come in Kirschgarten di Anton Cechov oppure in Unschuld di Dea Loher. Alla stessa scrittrice è dedicato un articolo, sempre in “Akteure”, in cui si presenta Bugatti taucht auf, suo romanzo di debutto recentemente pubblicato da Wallstein.

 

Un attendibile indicatore circa la salute creativa di cui gode la drammaturgia tedesca contemporanea è offerto dai testi scelti da “Theaterheute” per le pagine di “Neue Stücke”. Si inizia con Sei nicht Du selbst! di Tobi Müller, che capovolge il celebre moto “Be Yourself” in voga a Woodstock nel 1969 e connesso alla figura della rockstar secondo la concezione della cultura hyppie per trasferirlo nella dimensione sociale e interiore dell’attore contemporaneo. Lo spettacolo è atteso al debutto nel Deutschen Theater di Berlino nel corso dell’estate. Altra novità di un certo rilievo è Hypermnesia di Selma Spahic, che la rivista berlinese pubblica in versione integrale in “Das Stück”. Nell’intervista rilasciata dalla scrittrice nata a Foca parla della sua compagnia formata da attori serbi, bosniaci e erzegovini, della tecnica di scrittura e dei materiali relativi alla commedia in questione, che è in tournée europea e in Germania nei teatri di Wiesbaden e Magonza.

 




di Massimo Bertoldi


La copertina

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