La pubblicazione di Elettra di Hugo von Hofmannsthal da parte di Marsilio è quasi contemporanea allallestimento della stessa opera da parte di Carmelo Rifici per il Teatro Stabile del Veneto, con Elisabetta Pozzi nel ruolo della protagonista. La eventuale domanda circa la casualità oppure intenzionalità dei due progetti trova risposta nel fatto che per la rappresentazione teatrale la traduzione dal tedesco è firmata dallo stesso regista, mentre nel libro è di Nicoletta Giacon, che ripropone la stessa versione pubblicata nel volume Sofocle, Euripide, Hofmannsthal, Yourcenar, Elettra. Variazioni sul mito, a cura di Guido Avezzù, Venezia, Marsilio, 2002, pp. 121-186. Questa nuova edizione del capolavoro di Hofmannsthal, con testo a fronte, compete alla cura di Paola Gheri che nellIntroduzione affronta e risolve questioni di fondamentale importanza per il percorso creativo dello scrittore austriaco e la cultura teatrale tedesca ed europea di inizio Novecento. Punto di arrivo di una serie di lavori drammaturgici ispirati ai greci (Idillio e Alcesti), Elettra fu rappresentata sul palcoscenico del Kleines Theater di Berlino nel 1903 per la regia di Max Reinhardt, con Geltrud Eysoldt nel ruolo del titolo. Il successo fu enorme. Nei due anni successivi fu replicata novanta volte.
Influenzato da Friedrich Nietzsche (La nascita della tragedia) e dagli studi di Erwin Rohde (Psiche. Culto delle anime e fede nellimmortalità presso i greci), Hofmannsthal elabora una visione della Grecia buia, primitiva, dionisiaca, barbarica, che la allontana dal modello sofocleo. Inoltre contamina leroina di elementi ricavati soprattutto dalle teorie sullisteria che Sigmund Freud diffondeva in quegli anni. Così Elettra perde le connotazioni mitiche e indossa i panni di una donna moderna, turbata nella psiche. Sul piano della riscrittura drammaturgia questa metamorfosi comporta una revisione dei personaggi delloriginale greco: Hofmannsthal elimina Pilade e aggiunge un gruppo di anonimi comprimari, quali la confidente, la caudataria, due servitori, il cuoco, la guardiana e cinque serve in sostituzione dellantico coro. Inoltre sopprime il coro e questo, da un lato, taglia il cordone ombelicale della rielaborazione moderna della tragedia dalla cornice sacra del matricidio e, dallaltro lato, relega Elettra ad una condizione di solitudine e disperazione drammaticamente femminile e perciò contemporanea. ĞLa grandezza della regina sofoclea rivive dunque solo come metaforağ, spiega la Giacon (p. 26), che conferma la presenza nella donna di interessanti affinità con lo smarrimento interiore dellAmleto di Shakespeare.
Per approfondire e divulgare la conoscenza di questo splendido e raffinato testo, il volume Elettra si completa con un ricco apparato di note, preziose informazioni ordinate in senso cronologico relative a Hofmannsthal e alla sua opera, un commento ragionato alla commedia, una ricca e aggiornata bibliografia.
di Massimo Bertoldi
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