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Theaterheute, n. 11, 2011


pp. 64, € 11, 20
ISSN 0040 5507

La rivista berlinese si apre con un ampio spazio concesso ad “Aufführungen”, la sezione dedicata alle recensioni delle produzioni principali dell’area tedesca che riguardano gli spettacoli cui è toccato il compito di inaugurare la nuova stagione teatrale. La commedia Demokratie in Abendstunden, novità di Heinz Berggruen Killermann, è ambientata nel secondo dopoguerra: protagonista è un’orchestra, prestito di Prove d’orchestra di Fellini, all’interno della quale i rapporti tra direttore e musicisti diventano metafora dell’incontro-scontro con progetti di dialoghi democratici. Karin Beier firma la regia della messinscena applaudita nello Schauspiel di Colonia, anche grazie alla prova degli attori, tra i quali Tilmann Dehnhard, Jennifer Frank, Yorck Dippe, Charly Hübner, Thomas Loibl, Julia Wieninger. Nello stesso teatro ha debuttato Kein Licht di Elfriede Jelinek, dramma al quale la Chefdramaturgin Rita Thiele dedica un saggio pubblicato in questo numero di «Theaterheute», in cui analizza le fonti letterarie e filosofiche che variano da Platone ad Heidegger, da Sofocle a René Girare. La regia di Karin Beier asseconda il testo con un’ambientazione in schiaro-scuro, affidata all’interpretazione di Lina Beckmann, Julia Wieninger, Sackiro Hara. Il Maxim Gorki Theater di Berlino ha ospitato l’allestimento di Die Wohlgesinnten, che Armin Petras ricava dall’omonimo romanzo di Jonathan Littell. Il tema di fondo è l’olocausto, l’atmosfera della scena e arida e fredda. Gli attori, con Peter Kurth e Max Simonischek protagonisti, recitano più parti. La regia di Herbert Fritsch per Emilia Galotti di Gotthold Ephraim Lessing, commedia allestita sul palcoscenico del Großes Haus di Oberhausen, porta alla luce gli aspetti spassosi e sensuali del testo che, letto in chiave moderna, assume ritmi vivaci e disegna situazioni comico-circensi, affidate alle competenze espressive di Angela Falkenhan, Martin Hohner, Jürgen Sarkiss, Nora Buzalkas Orsina e Karin Kettling. Il Burgtheater di Vienna omaggia il concittadino Arthur Schnitzler con il riuscito allestimento di Das weite Land per la regia molto cinematografica di Alvis Hermanis, con Peter Simonischek e Katharina Lorenz. Nell’Akademietheater della capitale austriaca Thomas Vinterberg ha curato la messinscena di Die Kommune, scritto in collaborazione con Mogens Rukov. I personaggi rappresentano le generazioni degli anni Settanta e intorno ad un tavolo di un elegante salotto discutono di politica, libero amore, utopie. Nel cast figurano Regina Fritsch, Alexandra Henkel, Dietmar König, Adina Vetter, Joachim Meyerhoff, Fabian Krüger e Tilo Nest. Non sono mancate di interesse le proposte emerse ad Amburgo. Il Deutschen Schauspielhaus ha realizzato Der Falle der Götte. Si tratta della riduzione teatrale del film La caduta degli Dei di Luchino Visconti. La regia di Stephan Kiming approfondisce le diverse psicologie dei personaggi, crea tensioni e situazioni di violenza affettiva e verbale. Gli interpreti principali sono Katja Danowsi, Markus John, Julia Nachtamm, Samuel Weiss. Negli ambienti della Malersaal, Philipp Gloger ha curato Das Ding di Philipp Löhle, commedia dedicata alle contraddizioni della globalizzazione, con Tim Grobe, Janning Kahrent e Stefan Haschke nei ruoli principali. Per aprire la stagione dei Kammerspielen di Monaco Johan Simons ha scelto E la nave va, riuscita ed elegante riduzione tratta dal film di Fellini. Focalizzando l’attenzione creativa su una girandola di effetti scenici, la regia intreccia la dimensione visiva con la sostanza della parola sostenuta dall’abilità degli attori, tra gli altri, Stephan Bissmeier, Kristof Van Boven, André Jung, Walter Hess, Brigitte Hobmeier. Il viaggio negli spettacoli di apertura della nuova stagione teatrale prosegue con la tappa nello Pfauen di Zurigo, dove Stefan Pucher ha realizzato la messinscena di Endspiel di Samuel Beckett con Jean-Pierre Cornu e Robert Hunger-Bühler. Mentre Barbara Frey ha firmato la regia di Leonce e Lena, dramma di Georg Büchner letto in chiave moderna e interpretato con rigore da Jrka Zett, Sarah Hostettler e Lilith Stangenberg. Il palcoscenico dello Schauspielhaus di Hannover ha ospitato Staatsfeind Kohlhaas, adattamento del famoso racconto di Kleist da parte di Istvàn Tsnàdi, che la regia di Lars-Ole Walburg assume con toni crudi e tragici. Il regista Peter Kastenmüller, sul palcoscenico dello Junges Schauspiel, si occupa di Deportation Cast di Björn Bicker. La sezione “Aufführungen” si conclude nel Centraltheater di Lipsia, dove Sebastian Hartmann ha ideato un’originale performance, Fanny und Alexander, ispirata al film di Ingmar Bergmann. Si inaspriscono i rapporti personali tra i personaggi, che si caricano di tensioni e incomprensioni. Tra gli attori si sono distinti Susanne Löwe, Christian Kuchenbuch, Cordelia Wege e Peter René Lüdicke.

In “Akteure” si legge il profilo artistico di Johannes Krisch, attore da vent’anni nella compagnia del viennese Burgtheater, al quale non mancano fortunate parentesi cinematografiche.

“Report” si occupa della crisi finanziaria e, di riflesso, anche artistica del teatro di Meckelenburg-Vorpommern.



di Massimo Bertoldi


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