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Theaterheute, n. 10, 2011


pp. 64. euro 11,20
ISSN 0040 5507

Il numero di ottobre di «Theaterheute» si apre con “Festivals”, in cui si parla di due importanti manifestazioni estive. L’annuale Festival di Salisburgo ha offerto un cartellone ricco di proposte innovative, come Das ehemalige Haus di Kollektiv Signa, gruppo legato a Young Directors Project, presenti con il sorprendente Symphony of a Missig Room. Lo spettacolo per venti spettatori si articola in vari ambienti domestici, la cucina per un dialogo tra due amiche, il salotto dove agisce la madre con un figlio demente, la cantina in cui si trovano due prostitute dell’Est. La palma della migliore messinscena è toccata a Nicolas Stemann. Il regista, anche interprete nel ruolo del titolo, firma un allestimento-maratona (oltre sei ore, senza intervallo) del Faust I di Johann Wolfgang Goethe, con Philipp Huchmair in Mefistofele e Patricia Ziolkowska nei panni di Margherita. L’ambientazione risulta contemporanea, anche grazie al supporto di video e musiche pop, adottate dallo stesso regista anche per la rappresentazione di Faust II dai tratti postmoderni. Altra novità, Die vier Himmelsrichtung di Roland Schimmelpfennig, anche regista, pone gli attori a contatto con il linguaggio circense. Tra questi si sono distinti Ulrich Matthes, Almut Zilcher, Andreas Döhler e Kathleen Morgeneyer. Lo shakesperiano Maß und Maß è letto da Thomas Ostermeier in chiave moderna per dimostrare una certa continuità storica tra intrighi politici e relazioni affettive, che gli attori interpretano in modo crudo e spigoloso, da Lars Eidinger a Gert Voss, da Bernardo Arias Porras a Erhald Marggraf. Non mancano a Salisburgo esponenti del teatro di ricerca, quali gli svedesi Gruppe Poste Restante con The Dinner Club, i belgi Ontrorend Goed con A Game of You. La ricerca di nuove forme espressive caratterizza anche la sostanza artistica del Festival di Avignone. Il servizio di «Theaterheute» si sofferma su Oncle Gourdin di Sophie Perez e Xavier Boussiron, dai toni assurdi e irreali con la parola che si intreccia nella musica che accompagna gestualità in stile non-sense. Sulla stessa strada si muove Hamlet nell’allestimento di Vincent Macaigne, rivelazione della manifestazione, che inserisce nel tessuto narrativo citazioni da Sarah Kane e Fëdor Dostoevskij.

“Aufführungen”, la sezione della rivista berlinese dedicata alle novità prodotte dalla scena tedesca, si apre con Macbeth allestito da Luc Perceval nella Maschinenhalle di Zweckel in coproduzione con il Thalia Theater di Amburgo e presentato nell’ambito della rassegna “Ruhrtriennale”. Alla prova positiva dei protagonisti, Bruno Cathomas e Maja Schöne, non corrisponde una pari qualità nell’orchestrazione generale dell’allestimento, che ha nel corpo di danza il suo punto di debolezza. Si prosegue con Merlin di Tanked Dorst, ispirato all’omonimo mago di re Artù, che il regista Romero Nunes trasferisce sul palcoscenico del citato teatro amburghese per animare una vicenda di matrice e ambientazione medievale con precisi e riusciti rimandi alla storia degli anni Ottanta del XX secolo. Pubblico entusiasta e convinti applausi indirizzati agli attori, Daniel Lommatzsch, André Szymanski, Jorg Pohl, Franziska Hartmann. La quarta edizione del Festival “Spieltriebe” di Osnabrück, organizzato dal nuovo direttore Ralf Waldschmidt, affronta il tema della guerra e della libertà. In questa occasione Theresia Walser ha presentato il suo nuovo testo, Eine Stille für Frau Schirakesch (pubblicato in versione integrale nella sezione “Das Stück” di questo numero di «Theaterheute»), che racconta gli ultimi settantacinque minuti di vita di una donna prossima alla lapidazione, affidata alla coinvolgente interpretazione di Franziska Arndt. Tra gli altri spettacoli, spiccano Tod einer Hündin, ispirato ad Euripide, curato da Alexander May e affidato a Christel Leuner e Jonas Hüsges.

“Ausland” è dedicato alla scena fiamminga alternativa (“Die Flämmische Alternative”), che da diversi anni è salita alla ribalta internazionale. Il servizio illustra la fitta rete di strutture teatrali presenti nel territorio, caratterizzate da una marcata azione di interscambi culturali e dalla possibilità di usufruire di preziosi contributi pubblici. Il problema è che l’esplosione di compagnie e artisti teatrali ha prodotto una sorta di sovrapproduzione di spettacoli in rapporto all’utenza. Da questo prolifico contesto sono emersi, tra i tanti, i gruppi Jan Fabre & Troubleyn, Anne Teresa De Keersmaeker con la compagnia Rosus, Jan Lauwers con Epigonentheater, e ancora i consolidati Ivo van Hove, Luk, Perceval, Josse de Pauw, Guy Cassiers. Ulteriori approfondimenti sull’affermazione della scena belga sono offerti dall’intervista rilasciata da Anemie Vanackere, direttrice del berlinese Hav.

“Akteure” si occupa dell’attore Josef Bierbichler, che recentemente ha pubblicato un nuovo romanzo, Mittelreich (Berlin, Suhrkamp Verlag, 2011, pp. 391), dal quale «Theaterheute» pubblica un lungo estratto.

di Massimo Bertoldi


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