Lampio dossier posto in apertura di volume (64 pagine) dedica un partecipato quanto doloroso ricordo a Giovanni Morelli, professore di musicologia allUniversità Ca Foscari di Venezia, scomparso lo scorso luglio. In molti hanno sentito la necessità di partecipare con il loro personale pensiero, per un totale di circa cinquanta interventi in memoriam, che, come evidenzia Leonardo Mello nellEditoriale, «se sono lontani dallesaurire le mille sfaccettature della sua personalità, speriamo possano almeno fornire di lui un ritratto articolato, affettuoso e soprattutto poco retorico, conoscendo la sua scarsissima simpatia per le celebrazioni».
Margot Galante Garrone ricorda lamore intenso e sincero del marito per i gatti: da Roberto, regalatogli subito dopo la guerra, a Leibniz, il gattino appena arrivato e che lui non vedrà mai crescere. Andrea Liberovici sottolinea la «bontà» di un uomo illuminato, interessato allo «studio della vita nella sua molteplicità e totalità» e sempre desideroso «di porgere la sua ricerca al mondo in forma di dono, di dialogo e soprattutto dascolto sincero, generoso e mai sprezzante».
Gianfranco Vinay ricorda lo sguardo obliquo di Giovanni come appare in una foto di qualche anno fa; un punctum (in senso barthesiano) quella espressione che riassume «un suo modo di essere, di pensare, di porsi nei confronti del mondo e della vita», adesso che «quello sguardo si è spento». Paolo Puppa tratteggia il vivido ritratto di un grande uomo diviso sempre tra «le grandi progettualità» e le pantofole, «la sua divisa, quando nello studio contiguo al mio riceveva gli studenti con infinita disponibilità»; ed evidenzia come egli fosse sempre orientato col suo sguardo al futuro tanto «da lasciarsi alle spalle anche il giovane più scatenato nellup to date tecnologico».
Maurizio Agamennone ricorda come la sensibilità “felina” di Morelli si innestasse sulla piattaforma critica offerta dal suo pensiero radicale. Questo gli ha sempre permesso di percepire lagire musicale contestualizzato nella complessità della storia culturale. Anche Pasquale Gagliardi, segretario generale della Fondazione Cini, ricorda lestrema sensibilità intellettuale e personale di Morelli e di lui ricorda lattività di ricerca («una miscela inspiegabile di rigore scientifico, accostamenti inediti, ipotesi ardite, citazioni impensabili, scoperte inaspettate»), le pubblicazioni («Acoustical Arts and Artifacts: Technology, Aesthetics, Communication», «Arts and Artifacts in Movie: Technology, Aesthetics, Communication», «Studi di musica veneta», Drammaturgia musicale veneta e ledizione nazionale dellopera omnia di Andrea Gabrieli) e lincredibile patrimonio di fondi e di archivi dei musicisti italiani del Novecento che ha lasciato alla Fondazione.
Carmelo Alberti esprime tutto il suo cordoglio in un accorato intervento che, tenendo come matrice il tempo, riflette sugli scritti più significativi di Giovanni Morelli. Lo scritto è pubblicato sulla nostra rivista per gentile concessione dellautore e della Fondazione Cini (vedi).
Fiamma Nicolodi ricorda lattività di Morelli alla Fondazione Cini, da quando lei stessa ebbe modo di lavorare con lui nel 1979 per un convegno sulla Generazione dell80, alla schedatura del fondo Casella donato dalla famiglia Nicolodi alla Cini; dai moltissimi convegni organizzati in seno alla fondazione da Morelli stesso, al progetto per il Lessico della letteratura musicale italiana dal 1490 al 1950 ancora una volta messo su dai due studiosi insieme. Infine lultimo ancora vivido ricordo: Morelli il 24 maggio 2011 è intervenuto al Convegno internazionale di studi Prima e dopo lunità. Sguardi sullopera italiana organizzato da Fiamma Nicolodi e Mila de Santis allinterno delle attività della Scuola dottorale in Storia delle Arti e dello Spettacolo dellUniversità di Firenze.
Gli interventi qui ricordati vogliono solo essere evidenza di quanto lattività dello studioso fosse multiforme, quanto vasto fosse il campo dei suoi interessi, e quanto apprezzato fosse non solo lintellettuale, ma più che altro luomo, con la sua sensibilità, la disponibilità e la dedizione alla vita. Ma gli interventi sono molti di più, quanti gli amici e i colleghi che hanno avuto la necessità di rivolgergli unultima commossa parola. Riportiamo di seguito i nomi di tutti gli altri:
Giuliano Segre, Leonardo Mello e Ilaria Pellanda, Giordano Montecchi, Gian Paolo Minardi, Massimo Cacciari, Elvidio Surian, Gino Benzoni, Alan Curtis, Giorgio Pestelli, Alessandro Spina, Francesco Lombardi, Fabrizio Borin, Luigi Berlinguer, Enzo Restagno, Emilio Sala, Mercedes Viale Ferrero, Giuseppe Maria Pilo, Pierluigi Petrobelli, Barbara di Valmarana, Daniela Goldin Folena, Nuria Schoenberg Nono, Roberto Calabretto, Giampiero Cane, Marcello Conati&Teresa Camellini, Ellen Rosand, Carlo Carraro, Andrea Zanzotto, Marzio Pieri, Paolo Pinamonti, Alberto Caprioli, Michele Girardi, Anna Maria Morazzoni, Luca Zoppelli, Sandro Cappelletto, Cristiano Chiarot, Paolo Cattelan, Gianni De Luigi, Tito Gotti, Vitale Fano, Mario Messinis, Veniero Rizzardi, Paolo Cecchi, Cesare De Michelis, Marina Pellanda, Fortunato Ortombina, Jacopo Pellegrini, Nico Stringa, Lorenzo Bianconi e Giuseppina La Face, Giampaolo Vianello, Giorgio Busetto, Alvise Vidolin.
In questo numero di «VeneziaMusica e dintorni» non mancano comunque i consueti contenuti della rivista, perché non si vuole sfociare nella commemorazione, che non sarebbe piaciuta a Giovanni Morelli, sempre così attento a non mettersi al centro delle attenzioni altrui.
Il focus on è dedicato alla Biennale Musica, che si è tenuta dal 24 settembre al 1 ottobre 2011. La direzione artistica è stata affidata per la quarta volta a Luca Francescani, che ha scelto Mutanti quale titolo della manifestazione e nel suo articolo ne spiega le motivazioni riconnettendole alla rivoluzione tecnologica in atto che riguarda anche la performatività musicale. Si segnalano, tra gli altri, il ritratto del direttore dorchestra e compositore Peter Eötvös, Leone dOro 2011, e unintervista a Yan Maresz, a capo dellIRCAM, storico istituto francese di ricerca musicale davanguardia, ospite della manifestazione.
Per Allopera si segnala unintervista di Leonardo Mello a Damiano Michieletto reduce dalla fortunata regia del Don Giovanni mozartiano al Teatro la Fenice. Il regista sta adesso lavorando alle Nozze di Figaro (in scena allo stesso teatro dal 14 al 23 ottobre) e a febbraio metterà in scena Il ventaglio di Goldoni al Teatro Stabile del Veneto.
In Contemporanea si può leggere unintervista ad Alessandro Solbiati sulla sua ultima opera, La leggenda del grande inquisitore (ispirato allomonima leggenda raccontata ne I fratelli Karamazov di Dostoevskij) andata in scena in prima assoluta il 20, 24 e 27 settembre 2011 al Teatro Carignano di Torino, nellambito della stagione del Teatro Regio.
Infine in Prosa sono pubblicate le considerazioni di Stefania Taddeo su Eresia della felicità, un work in progress del laboratorio di Marco Martinelli che ha lavorato con duecento ragazzi su testi di Majakovskij. Segue lintervista di Ilaria Pellanda a Alessandro Gassman sulla nuova stagione del Teatro Stabile del Veneto. Si segnalano infine lintervento di Renato Palazzi e di Andrea Porcheddu: due articoli che indagano e riflettono sulle rassegne estive appena concluse, alla ricerca, qualora ce ne fossero, di linee di tendenza generali.
di Diego Passera
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