La vertigine del teatro è una preziosa raccolta di fotografie dedicate ai teatri storici italiani, realizzate lungo larco di un trentennio di attività dalla nota coppia di fotografi dello spettacolo composta da Silvia Lelli e Roberto Masotti. I teatri ritratti sono per lo più edificati tra il XVI e XIX secolo, testimoni di eventi spettacolari significativi, e di per se stessi esempi architettonici di inestimabile valore: il Teatro Olimpico di Vicenza, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il teatro Massimo di Palermo, il Farnese di Parma ma anche quello, piccolissimo, di Monte Castello di Vibio in Umbria, solo per citarne alcuni.
(Napoli, Teatro San Carlo)
Gli scatti dei due fotografi non ricompongono una visita ordinata di questi luoghi secondo un percorso di tipo storico, ma conducono losservatore attraverso un viaggio emozionale, evocando latmosfera dei teatri, la loro eleganza e il loro mistero. Lo sguardo dei due autori, che si muove liberamente anche in quegli spazi impraticabili per il comune spettatore (soffitte, camerini, lampadari), rende visibili prospettive normalmente inaccessibili, scova dettagli altrimenti inosservati, mantenendo ampiamente la promessa contenuta dellintroduzione al volume: «Immagini spettacolari per esiti estetici e tecnici si alternano […] a visioni intimiste, quasi rubate, che ricreano tra luci e ombre atmosfere segrete, pause, attese; immagini che mostrano tutta la grandiosità dei volumi architettonici e lillusione degli spazi scenici, si affiancano a scorci impossibili che svelano magie di meccanismi nascosti e grandezze vertiginose».
(Milano, Teatro alla Scala, revisioni tecniche prima della pausa estiva)
Protagonista dellindagine dei due fotografi è larchitettura del teatro nella sua magnificenza di facciata (come nella visione dei palchi e della volta del Teatro San Carlo di Napoli) e nella forse ancor più affascinante, dimessa e oscura, dimensione del retropalco (catturata, per esempio, negli scatti alla graticcia e ai ballatoi del Teatro alla Scala). Arredi, lampadari, passamanerie, sipari, concorrono a creare la suggestione del teatro quale luogo magico, dove la raffinatezza convive alla polvere, oggetti artigianali di pregio a posticce impressioni di ricchezza. La macchina fotografica produce nuove visioni, rivisitando la gerarchia normalmente assegnata agli eventi. Piccoli episodi consumati a sipario chiuso (lattesa prima di entrare in scena, momenti di prova, la scelta del pianoforte da parte di Keith Jarrett) vengono svelati. La prospettiva dello spettatore, spiato dallobiettivo mentre assorto contempla lo spettacolo, ribaltata.
(Ferrara, Teatro Comunale, particolare del lampadario nel foyer)
Coerentemente con il suo soggetto, il volume si presenta in una veste elegante; è rilegato e curato anche nella scelta della carta. Le immagini sono corredate dal racconto, ad opera di Angela Madesani, dellitinerario biografico e artistico della coppia Lelli e Masotti, per diciassette anni fotografi ufficiali alla Scala, e accompagnate da una testimonianza degli stessi fotografi. Di tutti i testi viene fornita anche la versione in inglese, segno (se mai ce ne fosse stato il dubbio) del riconoscimento internazionale del lavoro di Lelli e Masotti, e dellampio interesse verso la storia dello spettacolo del nostro paese che (occorre, purtroppo, ribadirlo di questi tempi) è espressione centrale della cultura italiana.
(Parma, Teatro Farnese)
Emanuela Agostini
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