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Ade, n. 127, settembre-ottobre 2009
Revista de la Asociación de Directores de Escena en España

settembre-ottobre 2009, pp. 272, euro 9,50
ISSN 1133-8792

“Son malos tiempos para la lírica »: le forme di aggressione alla cultura non si manifestano sempre in forme chiare e facilmente riconoscibili; anche un sistema economico che pretende di ridurla a pura merce, ad un bene che ha un prezzo e, come tale, è più o meno facilmente collocabile sul mercato, può essere letto come un  malcelato e sottile “condizionamento”; di questo, sotto vari aspetti, parlano gli editoriali all’inizio dell’ultimo numero di ADE teatro, la rivista dell’associazione dei registi spagnoli. Un grido di allarme contro i tagli ai finanziamenti pubblici nel settore cultura e un appello alle istituzioni europee; un aspetto che, a ben guardare, interessa anche la situazione culturale italiana.

Dal 29 ottobre al 1 novembre nelle Isole Canarie (più precisamente a Las Palmas de Gran Canaria) si tiene il XV congresso dell’Associazione dei registi; come ogni anno, la rivista offre un compendio, quasi un dossier (Teatro actual en Canarias) con le recensioni di alcune rappresentazioni teatrali delle passate edizioni: dalla drammaturgia spagnola recente e passata (Calderón de la Barca), ai classici shakespeariani, ai grandi autori europei novecenteschi (Ionesco con La cantatrice chauve), alle opere ballettistiche. Da segnalare un articolo di Víctor J. Hernández Correa sulla persistenza novecentesca del teatro religioso barocco e l’inserimento nella rivista di un pezzo teatrale vero e proprio in nove scene (Kursk) di Ignacio Cabrera Guedes.

Un'altra ampia sezione della rivista si occupa della drammaturgia del Romanticismo spagnolo e di un suo illustre esponente, Mariano José de Larra (1809-1837), scrittore, giornalista e arguto critico satirico e letterario. Joaquín Álvarez Barrientos nel suo contributo offre un quadro esauriente degli allestimenti moderni ad opera di registi spagnoli di opere del Romanticismo europeo, da Lorenzaccio di Alfred de Musset al Woyzeck di  Büchner, dal Faust di Goethe al Cyrano di Rostand. Pilar Espín Templado tratta della particolare opera di Larra, considerato assieme a José Zorrilla uno dei più importanti autori romantici spagnoli; di Larra, traduttore di classici del teatro francese e autore drammatico sotto vari pseudonimi (Figaro, Duende, Bachiller) si ricordano importanti “drammi storici”, come El conde Fernán González y la exención de Castilla e Macías.

Nelle Notas de Dirección, dedicate alle recensioni di spettacoli messi in scena negli ultimi anni da registi spagnoli, da segnalare l’avvincente recensione di Vincente Léon (Anatomía de una obsesión) di Affabulazione, tragedia di Pier Paolo Pasolini, composta tra il 1966 e il 1969. Chiudono il volume un articolo dedicato al Festival di Avignone 2009 (lo spunto è una panoramica degli allestimenti dei registi Warlikowski e Lauwers) e alcune recensioni di pubblicazioni monografiche della Società dei registi (ADE), tra cui Le père de famille di Diderot.



di Giacomo Villa


Ade, n. 127, settembre-ottobre 2009

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