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Ferrara, Modena e Reggio: il triangolo della danza Festival

Ormai è un dato acquisito. In Italia la danza e balletto hanno il loro “triangolo” esclusivo. Un ”territorio franco” che puntualmente da ottobre a maggio ospita il meglio delle proposte nazionali e internazionali tra Ferrara, Modena e Reggio. Ben tre articolate rassegne convogliano l’attenzione di critica e pubblico offrendo un carnet di appuntamenti, anche en première, che annovera presenze e compresenze di artisti e compagnie di alto livello e spazia dal classico, al contemporaneo, alla danza di ricerca, al flamenco, fino allo spettacolo olistico orientale, senza dimenticare gli esponenti della "giovane danza italiana". Una competizione coreutico-geografica che non solo non fa male all’arte tersicorea ma consente, a fianco delle programmazioni degli Enti Lirici italiani, di arricchire le proposte sul territorio del “bel paese” e di "tastare il polso" alla creatività coreografica. Una creatività in cui tradizione e innovazione segnano il passo e lanciano la loro sfida al futuro della danza e del balletto.

A dare l’avvio all’intensa “stagione emiliana” è il Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena che presenta un cartellone diviso in due parti: Danza autunno, da ottobre a febbraio, e Danza Primavera, da marzo a maggio, per un totale di dieci spettacoli. Nella sezione Danza autunno spicca in apertura il 10 ottobre il gradito ritorno del belga Alain Platel con il suo peculiare teatrodanza interpretato da Les Ballets C. de la B. che allestiscono il nuovissimo Pitié. Una creazione firmata da Platel e dedicata alla Passione secondo Matteo di Bach con la musica dal vivo eseguita da Fabrizio Cassol. Sempre Bach il 31 ottobre ispira il secondo spettacolo intitolato Sonate Bach. Di fronte al dolore degli altri: un lavoro contemporaneo di Virgilio Sieni con la Compagnia Virgilio Sieni Danza e la musica dal vivo di Rocco Filippini al violoncello e Andrea Bacchetti al pianoforte; ideato nel 2007, Sonate Bach sviluppa il tema della sofferenza e del dolore resi ancora più tragici dai recenti conflitti bellici. In piena atmosfera natalizia il 18 e 19 dicembre il Balletto dell’Opera di Kiev propone l’intramontabile Schiaccianoci di Ciajkovskij nella versione di Petipa, un “classico dei classici” che conferma il desiderio del Teatro modenese di andare incontro ai gusti del pubblico. Il baile flamenco tiene invece banco il 1 febbraio con la nuova stella della danza andalusa Mercedes Ruiz, premio della critica al Festival de Jerez 2007, che arriva con la Compagnia Mercedes Ruiz per proporre Juncà, una serata all’insegna dei virtuosismi del taconeo e dello zapateado nei balli seguidilla, soleà e bulerìa.

Per Danza Primavera il 7 e 8 marzo il Balletto Nazionale Croato di Zagabria in prima italiana mette in scena Coppélia à Montmartre, una rivisitazione di Youri Vàmos del celebre balletto Coppélia su musica di Léo Delibes, ambientato questa volta nella Parigi di fine Ottocento tra i dipinti di Toulouse Lautrec e le esibizioni di can can al Moulin Rouge. Sempre a marzo il 21 e 22 debutta il nuovo lavoro di Monica Casadei Turkish Bazaar con la Compagnia Monica Casadei. Una creazione ispirata a culture altre dalla nostra come le precedenti pièces dell’artista incentrate sul Brasile, Cuba, Messico, India. La danza contemporanea israeliana arriva il 26 con la Kibbutz Contemporary Dance Company che rappresenta Upon Reaching The Sun by Rami Be’er, un “dramma psicologico sui riflessi devastanti della guerra”. Il 1 di aprile con repliche il 2, 3, e 4, in prima italiana va in scena One to One di e con l’algerino Nabih Amaraoui e l’alsaziano Matthieu Burner, un “incontro-scontro” danzato e danzante tra due mentalità e culture differenti. Chiude la sezione primaverile l’Opera di Pechino Bejing Opera il 14 con Il serpente bianco, Sanchaku, Combattimento alla montagna di Yangdan, Il re delle scimmie, un esempio di opera totale cinese, e il 13 e 14 l’English National Ballet con Manon, lo struggente dance drama di MacMillan su musica di Massenet.

E se nel cartellone modenese non mancano proposte accattivanti, non è da meno quello del Teatro Comunale di Ferrara con il Ferrara Festival, una rassegna di quattordici appuntamenti, di cui sei prime nazionali, per un totale di otto accreditate presenze più, l’8 e il 9 dicembre, la serata Fuoristrada dedicata a giovani coreografi italiani, inglesi, spagnoli e islandesi. Tre nomi culto della danza contemporanea, Wim Vandekeybus, Alain Platel e Wayne McGregor, danno il via alla programmazione ferrarese a cominciare dal fiammingo Vandekeybus e dalla compagnia Ultima Vez che presenta il 28 ottobre Du feu dans le sang, uno spettacolo che ripercorre le tappe decisive del percorso artistico di Wim, e il 30 e 31 Menske, ultima "fatica" del coreografo nordico. Alain Platel il 26 e 27 novembre ripropone anche a Ferrara il suo Pitié, mentre il “cyber-coreografo” Wayne McGregor con la sua Random Dance presenta il 5 dicembre un dittico composto da 2Human, in prima italiana, e Entity, quest’ultimo accolto con successo a Venezia alla Biennale Danza 2008. Il 10 dicembre la compagnia toscana dei Kinkaleri, uno dei gruppi italiani più radicali nella danza di ricerca, va in scena con Alcuni gironi sono meglio degli altri, una perfomance “fuori binario” su Romeo e Giulietta di Shakespeare. Nel 2009 il 3 febbraio a farla da padrone è lo Junior Balletto di Toscana con Sulle tracce di Diaghilev, un trittico che celebra il centenario dei Balletti Russi e rivisita tre famosi balletti della leggendaria compagnia diaghileviana: Jeux, coreografato da Eugenio Scigliano, Le spectre de la rose ideato da Fabrizio Monteverde e La sagra della primavera nella versione di Cristina Rizzo. Dalla Francia il 3 e 4 marzo arriva per un altro debutto italiano la compagnia Kafig in Tricoté (ricamo), una sorta di “metateatro” in danza che rappresenta la nascita di uno spettacolo in tre tappe: l’audizione, le prove e la rappresentazione. Il 1 aprile approda direttamente dal Canada la La La La Humans Steps di Edouard Loke, nome di spicco della danza contemporanea internazionale che in Amjad si diverte a prendere in giro il “codice” della danza accademica mescolando i ruoli maschili e femminili. Gran finale poi il 18 e 19 con Giselle, pezzo forte della letteratura ballettistica romantica nella versione realizzata da Charles Jude per il Ballet National de l’Opera di Bordeaux.

La rassegna di Reggio Emilia, a differenza di quelle per così dire "stanziali" di Modena e Ferrara, è itinerante e i cinque spettacoli in cartellone sono dislocati tre al Teatro Valli e due al Teatro Ariosto. Inaugura la kermesse reggiana Wayne McGregor che è presente al Valli il 30 novembre con la sua Random Dance in Entity, mentre, sempre al Valli, il 13 gennaio le porte si aprono per ospitare il Don Chisciotte su musica di Minkus e coreografia di Alicia Alonso con lo sfavillante Balletto Nazionale di Cuba. Una scelta "classica" in sintonia con i gusti del pubblico. Il 10 febbraio attesissimo è il dittico targato Shen Wei, il coreografo visionario cinese direttore della Sahen Wei Dance Art, che propone all’Ariosto Re (part I) e Map, mentre la Compagnia Aterballetto va in scena l’8 marzo al Valli con una nuova coreografia di Mauro Bigonzetti in prima assoluta. Cala il sipario il 4 aprile con la Maribor Ballet, un’accreditata compagnia slovena che all’Ariosto balla Radio & Giuliett su musica dei Radiohead: un “dark modern ballet” del coreografo Edward Clug che rilegge da una prospettiva diversa e multimediale la tragica storia degli amanti veronesi.





 
Wayne McGregor con la sua Random Dance



 
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