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Luigi Dallapiccola nel suo secolo
Atti del convegno internazionale di studi (Firenze, 10-12 dicembre 2004)
A cura di Fiamma Nicolodi

Firenze, Olschki, 2007, pp. 538 con es. mus. e 2 figg. n.t. e 1 tav. f.t. a col., euro 56,00
ISBN 978 88 222 5637 9

Esce, presso l'editore Olschki, nella collana «Historiae Musicae Cultores» diretta da Lorenzo Bianconi il volume Luigi Dallapiccola nel suo secolo, a cura di Fiamma Nicolodi, che raccoglie, in 536 pagine, gli atti del convegno internazionale tenutosi a Firenze nel dicembre 2004, in occasione del centenario della nascita del compositore istriano e fiorentino di adozione.

L'iniziativa giunge quanto mai opportuna. La figura di Dallapiccola, infatti, è ancora troppo poco conosciuta e studiata nella sua complessità artistica e culturale. La raccolta dei trentadue contributi mette a disposizione del lettore una serie di saggi  che permettono di conoscere e approfondire molti aspetti di una personalità tra le più complesse del Novecento italiano, e la cui musica è, oggi, troppo poco eseguita in rapporto alla sua altissima qualità formale.

Nato a Pisino d'Istria nel 1904, Dallapiccola visse a Graz e Trieste, per giungere a Firenze nel 1922 dove, dopo gli studi al Conservatorio, tenne per anni l'insegnamento di pianoforte complementare. Nel suo  itinerario  creativo si sono saldate, in un nodo indissolubile, la cultura mitteleuropea con la formazione musicale italiana, la dodecafonia e il melodramma, l'ammirazione per Schoenberg e quella per Giuseppe Verdi. Iniziata molto presto, l'attività di compositore  accompagnò Dallapiccola sino alla morte, avvenuta nel 1975. Nel passaggio dalla libera tonalità all'adozione del metodo dodecafonico, a cavallo tra gli anni trenta e quaranta, Dallapiccola praticò quasi tutti i generi della musica sinfonica e da camera, segnalandosi per alcuni capolavori soprattutto nel campo della lirica corale e da camera: I Cori di Michelangelo Buonarroti il giovane, i Canti di prigionia, i Canti di liberazione, le Liriche greche sono alcuni dei capolavori ascrivibili, insieme a parecchi altri, alla produzione più eccelsa del Novecento. In campo teatrale, Dallapiccola compose Volo di notte, Il prigioniero e  Ulisse tre opere legate ai temi della sofferenza, della libertà, e della conoscenza umana in cui la tradizione vocale italiana si fonde a quella strumentale mitteleuropea in una sintesi nuova per complessità e intensità di espressione.

Basta scorrere l'indice del volume curato dalla Nicolodi per comprendere, da una parte la complessità del mondo artistico di Dallapiccola, dall'altra la ricchezza dei contributi forniti dai relatori al convegno del 2004. La formazione di Dallapiccola è trattata nella relazioni di Franco Serpa (Dallapiccola e i Greci), Virgilio Bernardoni (Dallapiccola e le radici della coralità novecentesca), Leonardo Pinzauti (Dallapiccola e l'Europa) e David Osmond-Smith (Prove di fede. Appunti sulla formazione ideologica di Luigi Dallapiccola). Poi il volume si addentra ad esplorare i rapporti tra Dallapiccola, la letteratura e i musicisti a lui contemporanei come i russi (Luigi Pestalozza), Nono (Kaemper), Petrassi (Quattrocchi), Berio (Stoianova), senza trascurare i legami con la tradizione, in particolare con Verdi (Budden), Wagner (Fearn), Berlioz (Vinay). Singole opera di Dallapiccola sono prese in esame, quali Job, Ulisse, Sex Carmina Alcaei, Cinque frammenti di Saffo, mentre alcune testimonianze , come quella di Bruno Bartoletti, rievocano la figura di Dallapiccola maestro, non meno importante dell'intellettuale e del compositore.

Nell'impossibilità di dar conto, in questa sede, di ogni contributo, dirò che il volume  risulta complessivamente indispensabile per la comprensione dell'artista e del suo mondo e per la conoscenza di un periodo fondamentale nella musica italiana del Novecento. Questa, grazie ad artisti come Dallapiccola e Petrassi, usciva dall'angusto provincialismo del melodramma verista e, facendo tesoro delle acquisizioni operate dalla generazione dell'Ottanta (Casella, Pizzetti e Malipiero) restituiva alla nostra tradizione un respiro europeo. Su questo doppio aspetto è giocato il volume che offre motivi di riflessione sia al lettore musicalmente più preparato sia al semplice ascoltatore che può trovare, nelle relazioni di carattere  estetico e culturale, una guida sicura alla scoperta di uno dei massimi compositori del Novecento.




di Paolo Gallarati


Luigi Dallapiccola nel suo secolo

cast indice del volume


 



 
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