Questa importante e corposa raccolta di saggi, edita in due volumi curati da Paolo Amalfitano e Loretta Innocenti, contiene gli interventi presentati nel corso dei sei seminari internazionali organizzati tra il 2002 e il 2003 nellambito del progetto LOriente, storia di una figura nelle arti occidentali (1700-2000), promosso dallAssociazione Sigismondo Malatesta in collaborazione con le Università Ca Foscari e Iuav di Venezia, LOrientale di Napoli, La Sapienza di Roma e con il Gabinetto Viesseux di Firenze, con laggiunta di contributi di studiosi chiamati successivamente a partecipare alla pubblicazione.
Horace Vernet, Mathlide et Malek Adhel, 1817, litografia
La ricerca ha preso le mosse da due considerazioni di fondo: innanzi tutto la constatazione della grande diffusione di tematiche orientalistiche nella cultura occidentale e nelle sue manifestazioni artistiche (letteratura, teatro, arti figurative, musica, danza, architettura e cinema); in secondo luogo lindividuazione di alcuni luoghi comuni a tutte le arti nelle rappresentazioni dellOriente degli ultimi tre secoli.
Il ciclo dei seminari ha seguito un ordine cronologico, ponendosi come obiettivo una valutazione complessiva del significato acquisito dallimmaginario orientale nelle diverse epoche prese in considerazione. È stato così possibile individuare nel periodo illuminista e romantico una concezione dellOriente come modello utopico (positivo o negativo), nelle manifestazioni artistiche di fine Ottocento una sua più marcata riconsiderazione in chiave esotica, nelle avanguardie del Novecento una rilettura del tema in senso formale e nel secondo Novecento un allargamento globale e planetario dellesperienza del contatto con la cultura dellEst.
Edouard Manet, Portrait d'Emile Zola, 1868, Paris, Musée d'Orsay
Tra i saggi di ambito performativo, per il Settecento si segnalano lintervento di Françoise Rubellin dedicato alla Comédie Italienne e ai teatri forain, il contributo di Franco Fido sullo spettacolo veneziano e quelli dei musicologi Thomas Betzwieser e Roberto Leydi, rispettivamente sul linguaggio turchesco in musica e sullevoluzione dell‘aria cinese dal XVIII al XX secolo.
Per lOttocento si menziona lintervento di Jürgen Maehder sul Grand Opéra francese, gli approfondimenti sullAida e sul balletto La Bayadère di Guido Paduano e Knud Arne Jürgensen, i saggi di Paolo Amalfitano, Adriana Guarnieri Corazzol, Michele Girardi e José Sasportes sulla musica e la danza fin-de-siècle.
George Wittet, Gateway of India (Bombay), 1914-1917
Per il Novecento, tra i numerosi contributi, si ricordano gli studi sullopera brechtiana di Anna Maria Carpi e Antony Tatlow e quello dedicato ad Antonin Artaud da Marco De Marinis; si menzionano inoltre le riflessioni di Silvia Carandini sul pittore e drammaturgo dada Georges Ribemont-Dessaignes, di Georges Banu sullinfluenza dellutopia comunista nel teatro della prima metà del secolo e di Ferdinando Taviani sui pregiudizi della cultura occidentale nei confronti della teatralità orientale.
Daniela Sarà
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