È un'occasione sprecata, anche se alcune pagine sono di sicuro interesse, questo convegno dedicato a Libero Pilotto (Feltre, 1854 – ivi, 1900), noto forse più come padre dell'attore Camillo Pilotto che come attore e drammaturgo quale fu.
Anche soltanto una breve scheda biografica che fornisse i dati della sua breve ma intensa carriera d'attore sarebbe meglio servita a capire certe "ricadute" drammaturgiche del suo mestiere. Basti ricordare che recitò con la giovanissima Duse, con il capocomico Bellotti Bon, con Cesare Rossi, con Zacconi e nella compagnia Di Lorenzo-Andò, per capire che visse un'esperienza di palcoscenico notevole, tale da lasciar tracce visibili nel suo repertorio. Di questo rapporto fra scena e scrittura ci sono solo gli apprezzabili riferimenti contenuti nell'intervento di Roberto Cuppone (Pilotto nato Libero: dal mestiere d'attore alla fortuna d'autore), assai documentato, non disattento ai legami con gli interpreti ma sostanzialmente, anche questo, sbilanciato sul versante dei testi. I quali, beninteso, sono sicuramente parte rilevante del lavoro di Pilotto, ma verosimilmente assi poco interpretabili se recintati nel cortile della letteratura drammatica. Quando si fa l'utilissimo elenco commentato dei lavori rappresentati, accompagnato da informazioni bibliografiche e trascrizioni di inediti, ci si dimentica di fornire più dettagliate notizie sulle compagnie 'abitate' dal nostro attore-autore, come anche di approfondire la dialettica tra recitazione e scrittura.
Le intelligenti – come al solito – osservazioni metodologiche di Sisto Dalla Palma non bastano a correggere lo squilibrio ravvisato, né possono farlo le competenti e appassionate pagine di Paolo Puppa sulla drammaturgia. Per parte sua Piermario Vescovo trasferisce qui alcune acute considerazioni sulla drammaturgia veneta tra i due secoli (gli derivano soprattutto dai suoi importanti lavori su Giacinto Gallina) disegnando un profilo storico interessante dei confini tra il repertorio veneziano e quello della terraferma veneta, ma non aggiunge molto sui tratti pertinenti del lavoro di Libero Pilotto.
Completa il volume una sezione di inediti, curata da Silvia Cibien e commentata da Cuppone, comprendente i drammi Le macchie del sole (1892) e Figli dErcole (1898).
di Siro Ferrone
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