Il numero della rivista è integralmente dedicato al compositore e direttore dorchestra Roberto Lupi (Milano, 1908 - Dornach, Basilea, 1971), docente di Composizione presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze e appassionato cultore della produzione strumentale rinascimentale, dellopera di Antonio Vivaldi e degli studi antroposofici di Rudolf Steiner. Tra i tratti peculiari della sua attività, la convinzione dellesistenza di un legame tra eventi musicali e dimensione spirituale, cosmica ed etica dellindividuo, il riconoscimento allarte sonora di un potere di elevazione trascendentale e la certezza che il mistero della musica possa essere svelato solo con unapprofondita conoscenza delluomo.
Nellintroduzione Eleonora Negri ripercorre le principali vicissitudini biografiche del compositore e si sofferma sulla sua speculazione in campo artistico e sulle commistioni culturali che la permeano. Gustavo Marchesi illustra lepisodio della commissione a Lupi del brano Saturno, usato come sigla di chiusura serale delle trasmissioni del primo canale RAI dal 1954 al 1985.
Partendo da alcuni ricordi privati, Marcello de Angelis sottolinea il valore metafisico e filosofico dellopera di Lupi rimarcando nelle sue creazioni la proposta di unutopica speranza di palingenesi dellumanità mediante il conferimento alla parola di una forza messianica per il perfezionamento dellindividuo. Lintervento di Monica Cioci illustra il contributo di Lupi al teatro musicale, soffermandosi in particolare su La nuova Euridice (libretto di Maria della Quercia, pseudonimo della compagna dellautore Eva Bagni, rappresentato per la prima volta a Bergamo nel 1957), lavoro ispirato alla teoria drammaturgico-spirituale antroposofica delleuritmia e realizzato in collaborazione con artisti affini alla sensibilità del compositore, come la pittrice Gabriella Coppi Corsi.
Giancarlo Cardini ripercorre lopera omnia del maestro, individuandone tre fasi fondamentali. La parabola parte da uno stile cantabile legato ad eredità neoclassiche e alluso di un linguaggio prevalentemente armonico per giungere a lavori complessi, che spesso adottano la tecnica dodecafonica, sempre più intrisi di contenuti misteriosofici ispirati alle teorie steineriane. Il secondo saggio di Gustavo Marchesi, denso di reminiscenze del rapporto personale col maestro, si sofferma sulla partitura orchestrale della Bucolica in memoriam (1953), dedicata da Lupi alla madre, contestualizzata nei molteplici interessi culturali e musicali coltivati dallautore.
Sergio Martinotti incentra il suo intervento sul ruolo svolto da Lupi tra gli anni 50 e 60 del Novecento nel processo di diffusione in Italia dellopera di Anton Bruckner, culminato nel 1960 nella direzione in prima nazionale della Quinta Sinfonia. Gaetano Giani Luporini e Franco Cioci, allievi di Lupi al Conservatorio Cherubini, omaggiano il maestro rievocando gli anni di discepolato ed esponendo i suoi più profondi insegnamenti musicali e spirituali.
Lultimo saggio propone la trascrizione di quattro lezioni di un corso di Storia della Musica tenuto nel 1961 da Roberto Lupi a Firenze nel suo studio privato, registrate dallallieva Annaberta Conti. Nel primo CD allegato alla rivista è possibile ascoltare gli esempi eseguiti al pianoforte dal maestro durante le conferenze, con alcune brevi introduzioni. Il secondo CD contiene lincisione di composizioni di Lupi, irreperibili nellodierno mercato discografico (tra le altre si segnala il Preludio e walzer-fuga sul nome di Bach per pianoforte del 1943), e di lavori di alcuni suoi allievi.
Daniela Sarà
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